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Acquaviva

Albania 2017

PREAMBOLO - Acquisto biglietti

Duilio prenota una cabina per quattro: Bari – Durazzo A/R. La canoa come bagaglio da portare sulla nave, lasciando l'auto a Bari. Ci viene il dubbio: ma ci fanno salire a bordo con le canoe portate a spalle? Qualche telefonata alla compagnia e la risposta categorica è NO. Non è proprio possibile. L'unico modo per portare le canoe in Albania è caricarle sul tetto della propria automobile”. 

Ok. Decidiamo di traghettare con auto e canoe, con relativo supplemento per auto, per poi lasciare l'auto al porto di Durazzo (lì ci attende la guida con il fuoristrada). Bene. Abbiamo speso di più ma ci siamo tolti ogni pensiero. Due giorni alla partenza: alle ore 15 arriva sms dalla compagnia navale, ci viene detto che il viaggio di ritorno Durazzo - Bari del 30 aprile è stato annullato. Panico. Che fare? Ci attiviamo in ogni modo. Chiediamo il rimborso e prenotiamo su un'altra compagnia che parte lo stesso giorno alla stessa ora.

Giorno della partenza. Arriviamo a Bari. Facciamo per imbarcarci e gli addetti all'imbarco ci chiedono se possiamo scaricare le canoe dal tetto, perché hanno problemi di spazio, e portarle a mano. A mano? Ma se ci hanno detto che non potevamo e ci hanno fatto pagare anche il supplemento altezza oltre 1.90 m.!! E così inizia una trattativa snervante tra gli addetti e il nostro Duilio. Accordo trovato: entriamo per ultimi dopo che sono passati tutti gli altri mezzi, e solo se avanza posto, altrimenti dobbiamo scaricare le canoe. Fortunatamente un posticino della lunghezza della nostra auto avanza. Entriamo per ultimi, però all'arrivo siamo i primi ad uscire. Si parte alle ore 22 del 24 aprile e arriviamo alle ore 8.

All'arrivo a Durazzo parcheggiamo l'auto al porto senza quindi pagare per la carta verde. Ma della guida non c'è traccia. Doveva aspettarci lì. Passa quasi un'ora. Iniziamo a preoccuparci. Fortunatamente arriva. Gjergj Martini.

Carichiamo le canoe e via, verso il primo fiume, a 160 km di distanza. A sud. Zona Tepelene. Andiamo anche a vedere se c'è acqua sul Bence ma è secco. Peccato.

25 aprile 2017 - Primo fiume: Drino, distanza percorsa km 11,57 con un dislivello tra imbarco e sbarco di 30 metri. Durata: 2 ore. I-II GRADO. Fiume adatto a tutti, ma non a chi ha fatto solo lago o piattoni (tipo Ticino).

Il classico fiume di avvicinamento a una spedizione canoistica. Paesaggio stupendo. Sulle rive tanti alberi morti, segno di un antico incendio. Percorriamo i quasi 12 km in due ore senza alcun problema. Durante la discesa Carletto accusa però qualche dolore qua e lá, Duilio ogni 5-10 minuti manda un vaffa al sottoscritto, e Lory pagaia spensierata. Sbarchiamo. E ci troviamo in mezzo ad un gregge di pecore.

Ci dirigiamo verso Permet dove c'è il nostro primo albergo dove pernotteremo due notti. Una specie di agriturismo a gestione familiare dove il piatto principale è il capretto. Gran cena, tranne per Lory, la quale ci odia perché mangiamo il dolce e tenero capretto!

Siamo stanchi. Tutti a nanna.

26 aprile 2017 - Secondo fiume: Vjosse, distanza percorsa km 13,15 con un dislivello tra imbarco e sbarco di 50 metri. Durata: 2 ore. II-III (IV) GRADO. Non adatto a principianti. Per canoisti dal livello intermedio in su.

Dovevamo fare due fiumi: la Langarica e il Vjosse. Purtroppo una centrale costruita da un paio d'anni regola il rilascio d'acqua e la Langarica si può percorrere solo a piedi.

Facciamo dunque il Vjosse. Un bel II-III grado, di acqua limacciosa e torbida, pieno di controroccia  che con un livello più alto può diventare insidioso perché l'acqua spinge contro le rive incavate.

Molto bella la rapida finale, dove vi è la confluenza con la Langarica (per fortuna secco). Un controroccia insidioso di III+

Sbarco a monte di Permet.

Il nostro autista deve tornare in ufficio e al suo posto ne arriva un altro: Besi Kullolli, prima volta che porta canoisti in giro perché specialista per biker.

Carletto inizia a sentire dolori al fianco e alla schiena sempre più intensi. Ma lo zaino di Duilio è pieno di farmaci di tutti i tipi. Decidiamo di drogare Carletto con una miscela di farmaci, sperando che poi stia meglio. Si va a nanna.

27 aprile 2017 – Terzo fiume: Gole di Osumi, distanza percorsa km 14,87 con un dislivello tra imbarco e sbarco di 100 metri. Durata: 3 ore. II-III GRADO. Fiume adatto per un livello intermedio (o principianti avanzati).

Ci svegliamo non sapendo se portare Carletto in ospedale o dirigerci verso il nostro terzo fiume. Però si sente meglio e dunque ci mettiamo in viaggio verso le gole di Osumi.

Per ridurre la distanza e il tempo x arrivarci la nostra guida ci propone di attraversare un parco montuoso in sentieri da fuoristrada (per 30 km). OK. Splendido percorso con panorami mozzafiato. Incontriamo anche una carovana di fuoristrada italiani.

Mancava la ciliegina: rumori strani dal veicolo! CI STIAMO PERDENDO IL PORTAPACCHI CON TUTTE LE CANOE!!!! Alè smontiamo tutto, rimontiamo il portapacchi e ne approfittiamo per spostare i bulloni della barra verticale che altrimenti bucano il tetto. Risistemiamo le canoe.

Si riparte.

Ci imbarchiamo saull'Osumi. Fiume bellissimo. Gole spettacolari. Una goduria pura discenderlo. Il fiume scorre in un canyon stretto da pareti verticali alte diverse decine di metri. Si incontrano diverse cascate, alcune spettacolari. Dal punto di vista paesaggistico decisamente il fiume più bello disceso in Albania. Ci impieghiamo esattamente 3 ore per discendere i quasi 15 km.

28 aprile 2017 - Quarto fiume: Fan i Vogel, distanza percorsa km 4,5 con un dislivello tra imbarco e sbarco di 121 metri. Durata: 2 ore. III-IV GRADO. Adatto a intermedi avanzati e esperti.

Non era un fiume previsto nel nostro programma. E’ un fiume decisamente più difficile rispetto a quelli fatti finora. Si divide in due tratti, nel mezzo un impraticabile. Il primo km a valle dell’impraticabile non è assolutamente alla nostra portata (IV-V grado). Vediamo in quel tratto il gruppo di Balducci  e i casini non mancano. Dopo il primo km il fiume diventa un III (IV). Decidiamo di fare il tratto superiore (III-IV). Poi scopriremo che il tratto inferiore, a parte il primo km, è leggermente più facile. E’ un fiume impegnativo. Qui scopro come si discende un fiume di III-IV grado senza che nessuno del gruppo l’abbia mai disceso. Carletto svolge egregiamente il suo lavoro di guida, così come Duilio che chiude. In fiumi così è essenziale mantenere le posizioni. Apre  dunque Carletto e all’avvicinarsi di ogni rapida impegnativa ci fa segno di fermarci, lui si avvicina quanto più possibile, alcune volte scende dalla canoa per poter valutare meglio la rapida e poi ci dice se possiamo farla o meno, indicandoci la linea migliore. Per me è un modo completamente diverso di scendere i fiumi. Non abbiamo trasbordato niente e abbiamo fatto tutte le rapide, ma in un passaggio di IV mi ribalto (siamo al km 3,5), cerco di mettermi in posizione per tentare l’eskimo ma due o tre testate sulle rocce mi spaventano e allora apro il paraspruzzi. Fortunatamente mi autorecupero, pagaia compresa. Ma la canoa dopo qualche decina di metri si incastra tra due sassi ed abbiamo perso quasi un’ora per recuperarla. E’ stato l’unico bagno di tutta la spedizione. Dopo il recupero della canoa percorriamo l’ultimo km, con due rapide di IV grado e le altre di III grado. Tutto bene.

Senza Carletto, non avremmo mai potuto percorrere questo fiume! Grazie Carletto!

29 aprile 2017 - Quinto fiume: CEEM, distanza percorsa km 8,1 con un dislivello tra imbarco e sbarco di 78 metri. Durata: 2 ore. IV GRADO. Adatto a esperti.

Qui il link su ck fiumi https://ckfiumi.net/consulta.phtml/674/818, segnato come IV-IV+

Il primo tratto di questo fiume (non previsto dalla nostra guida) è un IV-V. Agli inizi Carletto dice che possiamo farlo. Lory è assai dubbiosa, e pure io. Le rapide mi sembrano molto impegnative. Ancor più dei due fiumi fatti i giorni precedenti. Lory decide subito di imbarcarsi dove ci aveva indicato la guida, dopo qualche minuto anch’io decido la stessa cosa. Carletto e Duilio sono invece per fare anche quelle 3 rapide a monte dell’imbarco classico. Andiamo a vederle più da vicino.  Altro che la rapida di Balmuccia, qui siamo almeno di un grado più elevato. E così anche Duilio decide per l’imbarco classico. Carletto fa il finto triste e ci imbarchiamo tutti e quattro dove ci aveva indicato la guida.

Rapide impegnative e potenti. Al Km 3 vediamo un ammasso di rocce enormi, tipo quelle che si incontrano sul tratto delle Cave sulla Soca. Carletto ci indica di fermarci. Scende dalla canoa e va a visionare gli eventuali passaggi da fare. Ci sono parecchi sifoni. Non è un bel passaggio. La parte centrale non è percorribile, neanche quella a destra, dove noi ci siamo fermati. Carletto sale su una roccia e intravede una lingua d’acqua tutta a sinistra che scorre in una strettoia. Probabilmente da lì si passa ma non si riesce ad intravedere l’uscita del passaggio. Potrebbe esserci qualche sifone o qualche albero che ostruisce l’uscita. Decidiamo per il trasbordo. Un trasbordo non semplicissimo, ma neanche complicato. Riprendiamo la nostra discesa, con rapide sempre abbastanza impegnative, affrontando anche l’ultima, un bella rapida di IV con bucone finale. Sbarchiamo al confine con il Montenegro.

Grande fiume. Grande esperienza. Grande Carletto e Duilio. Ma anche io e Lory!!

30 aprile 2017: Sesto fiume: KIR, distanza percorsa km 4,65 con un dislivello tra imbarco e sbarco di 50 metri. Durata: 1,30 ore. III-IV GRADO. Adatto a intermedi avanzati e esperti.

Imbarco da una spiaggetta comoda alla confluenza di un altro fiume.

Dalla strada vediamo un primo passaggio subito dopo l’imbarco tutto a sinistra, che ci sembra assai impegnativo, almeno per me e per Lory. Andiamo a vederlo e Carletto ci dice che possiamo farlo, dopo essrrsi messo in posizione per fare sicura. Ok. Decidiamo di farlo. Avanti Duilio, poi Lory e infine io. Yeahhhhhhhhh!!!! Bel salto e atterrati tutti dentro la canoa. Proseguiamo nella nostra discesa con rapide sempre impegnative e Carletto che supervisiona ogni rapida che giudica impegnativa. Molto bella, tecnica e manovriera una delle rapide finali, un III-IV grado, con Carletto che fa sicura. La facciamo tutti bene.

Conclusioni

Esperienza fantastica. Fiumi tutti molto belli. Gli ultimi tre anche abbastanza impegnativi. Siamo stati bene. Mai una discussione, mai un diverbio (a parte i Vaffa del VECIO al sottoscritto). Abbiamo visitato anche alcune città: Berat (bellissima), Gyrocaster, Scutari, un po’ Tirana. Tutti parlano italiano. L’hanno imparato da piccoli vedendo i programmi della RAI. L’impressione che ho ricavato è di ritornare indietro di 30-40 anni. Alcune scene di vita che abbiamo visto erano le scene che io vedevo da bambino nel mio paese. Una sorta di ritorno nel passato. Il paesaggio è incantevole. Poco antropizzato ma in alcune zone si vede l’opera dell’uomo che sta cambiando il tipico paesaggio albanese per costruire infrastrutture dalla dubbia utilità. 

Prossimo anno Montenegro!!!

Pasquale, Carletto, Lory e Duilio

 

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