Comitato Territoriale

Bergamo

Primo quadrangolare di calcio a 7 in Via Gleno

La Uisp di Bergamo, in collaborazione con ReteTerzoTempo (www.3tempo.net), ha avviato nel marzo scorso il progetto “Oltre il muro, porte aperte allo sport” destinato alle donne ed agli uomini reclusi all’interno dell’istituto di pena bergamasco.

Nel farlo ha consapevolmente scelto di affrontare – come già fatto in tante altre città - una sfida  contro l’indifferenza ed il pregiudizio che predominano tra le emozioni che provoca il guardare il carcere, il parlare di carcere. Ci piace ricordare, proprio perché stiamo trattando grazie al gioco del calcio questa delicata materia, che giovedì 3 luglio ha preso avvio a Bosco Albergati, Castelfranco Emilia, in provincia di Modena l’edizione numero 18 dei Mondiali Antirazzisti (4000 ragazzi provenienti da 50 diversi paesi del mondo, 168 squadre), evento Uisp Nazionale che mette in primo piano i diritti umani e civili e l'antirazzismo poiché alla base delle relazioni sociali c’è il rispetto della dignità dell’uomo.

Lo spazio in cui si sta lavorando è quello contenitivo di un penitenziario ma è anche quello determinato dallo stretto rapporto interconnettivo carcere-territorio poiché lo sport, quale strumento  di educazione e disciplina comportamentale e quale diritto di cittadinanza, risponde perfettamente alla legittima richiesta di sicurezza che giunge dalla collettività.

L’acquisizione di una cultura sportiva, il riconoscimento del proprio e dell’altrui ruolo, unitamente alla promozione di stili di vita attivi, sono strumenti attraverso i quali è possibile avviare socialità, interazione, inclusione, reinserimento. Noi vogliamo promuovere e garantire il diritto di tutti gli uomini allo sport poiché lo sport è attività cui tutti indistintamente devono poter accedere.

Siamo fermamente convinti che il principio sancito dall’articolo 27 della Costituzione – “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” – deve essere sempre rispettato e difeso, deve essere sempre ricordato ed insegnato.

La Corte Costituzionale è più volte intervenuta per affermare che dal principio accolto dall’art. 27 Cost. discende direttamente, quale ulteriore principio di civiltà, che a colui che subisce una condanna a pena detentiva va garantita «quella parte di personalità umana che la pena non può intaccare poiché chi si trova in stato di detenzione, pur privato della maggior parte della sua libertà, ne conserva sempre un residuo, che è tanto più prezioso in quanto costituisce l’ultimo ambito nel quale può espandersi la sua personalità individuale».

Il quadrangolare di calcio a 7 che si svolgerà nel campo sportivo all’interno del carcere, nelle domeniche 6/13/20 luglio e che vedrà in campo tre squadre di detenuti ed una squadra esterna,dimostrerà come lo sport - anche praticato in un luogo di cui spesso la città si dimentica o esclude dalle proprie progettualità - fa crescere il senso delle responsabilità, il rispetto degli altri.

Per tutti i giocatori, a loro tutela, è stata richiesta alla dirigenza sanitaria del carcere la certificazione di idoneità per la pratica sportiva non agonistica. Tutti saranno premiati, a prescindere dalle prestazioni sportive, con una maglietta prodotta da Made in Jail, cooperativa romana di detenuti ed ex detenuti.

Saranno tre intense giornate, con la semplicità di un gioco ovunque conosciuto.

Se ascoltate con attenzione sentirete il fischio di inizio, e l’allegria dei giocatori!

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