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Bergamo

La Uisp per la crescita delle donne nello sport

Si è tenuto nella serata di martedì, presso il Cineteatro “Qoelet” di Redona, il seminario organizzato da Uisp, Atalanta Bergamasca Calcio, Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo, Panathlon International Club di Bergamo, con la collaborazione dell’ARES Redona, intitolato: “Lo sport come professione: scelta di vita possibile per le donne?”. Fari dunque puntati sulla questione della parità di genere e sulla necessità di promuovere una vera cultura sportiva quale veicolo verso l’abbattimento di ogni forma di discriminazione. E chi meglio di Luisa Rizzitelli e Luciano Senatori, chiamati dalla Dott.ssa Lucia Castelli a presiedere il palco in qualità di super-ospiti, poteva proporre un’analisi schietta, lucida e dettagliata sullo sport italiano, attraverso una cavalcata nel tempo e uno sguardo, sofferto ma pur sempre carico di speranza, al futuro? La prima, Luisa Rizzitelli, attuale presidente di ASSIST – Associazione Nazionale Atlete – nonché responsabile dell’ufficio stampa di “Telefono Rosa”, non si è certo tirata indietro nel bacchettare un mondo sportivo prigioniero del maschilismo e di un accentuato militarismo, in funzione del fatto che troppe atlete, persino le più celebrate – vedasi Federica Pellegrini, Tania Cagnotto o Josefa Idem - devono ricorrere all’esercito per essere assunte, godendo fino in fondo delle tutele e di quei bonus che, di contro, lo sport professionistico concede soltanto ai maschi.

Ormai amico di lunga data della Uisp Bergamo, Luciano Senatori, autore del libro “Parità di genere nello sport: una corsa ad ostacoli”, ha focalizzato l’attenzione sulle prospettive della battaglia alla violenza di genere. “La violenza non si placa – ha spiegato lo scrittore, nonché saggista storico fiorentino – e dunque balla una battaglia di costume, da affrontare anche attraverso lo sport. Se le donne fanno professionismo, perché si allenano e gareggiano da professioniste vere, lo sport femminile deve essere trattato alla stregua di quello maschile. Manca ancora lo status del professionismo, e per poterlo ottenere serve prima di tutto attenersi alla Carta Europea dei diritti delle donne. In secondo luogo, è giunto davvero il momento di riaprire la questione della riforma dello sport italiano: serve sì una legge che regolamenti l’agonismo, ma prima ancora serve una legge più generale, che promuova il diritto di tutti all’attività sportiva, sia che si tratti di una professionista, che di una donna in gravidanza, oppure ancora una persona con disabilità”.

A margine del seminario, aperto dalle parole di benvenuto del presidente della Uisp Bergamo, Milvo Ferrandi, è stata proiettata una video-intervista a Michela Moioli, campionessa mondiale di snowboard cross, mentre sono intervenute dal vivo altre donne capaci di portare in alto lo sport bergamasco, fino a farne prodotto d’esportazione, per l’Italia e il mondo: l’istruttrice nazionale di sci alpino Katia Santus, le calciatrici del Mozzanica, oltre alla responsabile dello sviluppo del calcio femminile in quota LND, Michela Macalli.

Nikolas Semperboni

 

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