Comitato Territoriale

Bergamo

Una preziosa testimonianza dai Mondiali Antirazzisti

Anche una delegazione bergamasca ha preso parte ai Mondiali Antirazzisti, andati in scena la scorsa settimana a Bosco Albergati (Modena). Un appuntamento forse mai come quest’anno carico di tanti significati, organizzato dalla UISP per dare un calcio ad ogni discriminazione. Una delle partecipanti alla manifestazione, Greta, ci ha inviato le sue riflessioni sull’evento, al quale ha preso parte insieme ai ragazzi dell’associazione La Comune. Grazie a Greta per l’entusiasmante, quanto prezioso, report.

“È il secondo anno che ho la possibilità di partecipare ai Mondiali Antirazzisti, manifestazione che si svolge a Bosco Albergati in provincia di Modena e che da 22 anni lotta, attraverso lo sport, contro le discriminazioni rappresentando un’occasione di scambio, confronto, inclusione.  

Questa volta ci vado accompagnata da due dei ragazzi dell’Associazione La Comune per cui lavoro: Ousmane e Samuel, due ragazzi rifugiati provenienti rispettivamente dalla Guinea Bissau e dalla Nigeria… Si sono fatti coinvolgere in questa iniziativa, trascinati in parte dalla curiosità, in parte dall’idea di poter giocare a calcio per dei giorni interi. Li trovo ad aspettarmi in stazione, carichi per la partenza pur senza nascondere un po' di timore nello sguardo: è la prima volta, mi dicono, che partecipano ad un’iniziativa di più giorni e si spingono oltre Bergamo, oltre la Lombardia…".

Arriviamo a Castelfranco Emilia ed è subito colori, rumori, movimento. Qui ci aspetta Daniela Conti, una delle principali organizzatrici dei Mondiali, che ci accoglie con un gran sorriso: emana un mix di entusiasmo e fatica, la fatica di chi a questa manifestazione ci sta lavorando da tanto e continua a crederci, anche a dispetto di tutti i recenti eventi che vi remano contro.

Dà a Samuel ed Ousmane la possibilità di dormire in una tenda che ospita altri ragazzi rifugiati provenienti da Pellegrino, in provincia di Parma. Bastano pochi sguardi, delle strette di mano e qualche parola in “italoafricano” per diventare subito i nuovi membri “acquisiti” della loro squadra di calcio. Indossiamo le nostre divise e ci fiondiamo ai campi dove si stanno svolgendo le diverse partite del torneo, non solo di calcio, ma anche di volley, rugby e basket... partite che iniziano dal mattino fino al tramonto con squadre miste, composte da migranti, italiani e persino da gente proveniente dall’estero.

Credo sia proprio qui che riesco a vedere i Mondiali per quello che sono ed a capire perché ogni volta siano così speciali. È qui infatti che vedo la felicità negli occhi di Samuel che riesce, attraverso quei tiri in porta a dimenticare, seppure per poco, il diniego di protezione internazionale avuto il giorno stesso dalla Commissione territoriale. È qui che vedo la pazienza di Ousmane che cerca di capire le regole del Touch Rugby spiegategli da un ragazzo italiano, pazienza che inizia a vacillare a metà partita quando mi guarda e dice: “Io in verità non ho capito bene le regole di questo gioco”. È qui che vedo il ragazzo gambiano che mi batte il cinque di fronte al mio tentativo disperato di calciare la palla e che mi rassicura dicendomi “non preoccuparti se non sai giocare, ci pensa la tua famiglia africana a fare goal”.  È qui che vedo italiani, africani, francesi, tedeschi, croati unirsi e mescolarsi nel gioco, che la sola cosa che mi aiuta a distinguerli diventano le magliette di colori differenti della propria squadra calcistica.

Riesco in questo contesto a percepire chiaramente nello sport il messaggio di semplicità di cui esso si fa portavoce: l’essere uniti per la bellezza dello stare insieme, del divertirsi e, perché no, anche del vincere la coppa dei Mondiali. 

E questi valori continuano a essere presenti anche la sera quando, finiti i vari tornei, si lascia il posto alla musica, perché i Mondiali non sono solo partite di calcio da giocare... sono anche concerti, prati in cui sedersi e chiacchierare, conferenze, laboratori...   Percepisco qui lo stupore di Ousmane che si butta nella mischia a ballare, “perché la gente è pazza e tutti qui ballano con tutti”… Mi ritrovo anche io ad improvvisare passi africani su una musica portoghese sorseggiando del caffè Touba: bevanda senegalese che è stata decretata la grande scoperta di questi nostri Mondiali e che consiglio a tutti di provare!".

Nel mentre vedo Samuel intento a mangiare i tortellini e lo gnocco fritto e lo stupore sul suo volto per quei sapori così diversi… Ci ritroviamo poi, con dei ragazzi di Parma conosciuti in campo, a raccontare le nostre storie, parliamo delle difficoltà dello stare in Italia ma anche del fatto che qualcosa di buono ancora c’è e queste giornate ne sono la dimostrazione. Ci scambiamo i contatti promettendoci di organizzare delle amichevoli insieme o comunque di non perderci di vista. Ousmane e Samuel, ancora pieni di tutte le emozioni vissute, promettono di tornare l’anno prossimo, hanno già le idee chiare su come organizzare al meglio la squadra vincente in vista dei prossimi mondiali e Ousmane giustamente la butta lì: “Però magari Greta la lasciamo a casa, che non sa giocare…”. 

 Greta Bergamelli

 

 

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