La scelta di sospendere anche gli allenamenti degli atleti degli Enti di Promozione Sportiva, nelle zone rosse, che non trova riscontro nel dpcm in vigore da oggi, ma che si evince dalle FAQ del Dipartimento Sport, ci fa tornare alla disparità di trattamento che nel periodo della pandemia abbiamo avuto modo di denunciare nei provvedimenti normativi che si sono susseguiti, in relazione alle restrizioni dovute all'emergenza sanitaria.
La diversa tessera che ogni atleta ha in tasca non può fare la differenza nel rapporto con la sicurezza e l'eventuale contagio, a meno che non si voglia pensare che tra coloro che praticano sport ci sia una sorta di pregiudizio legato alla affiliazione ad una Fsn, Dsa o ad un Eps e come tale lo si ritiene o meno un possibile untore.
È assolutamente un diritto violato ed una evidente discriminazione, a maggior ragione se si tiene in considerazione il grande senso di responsabilità manifestato dalla Uisp e dalla promozione sportiva in tutto questo anno di pandemia che abbiamo alle nostre spalle. Le realtà associative sono allo stremo, tante hanno già chiuso, nonostante le risorse comunque insufficienti che lo Stato ha garantito e gli investimenti fatti per la sanificazione e l'igienizzazione dei luoghi adibiti alla pratica.
Chiediamo infatti al nuovo governo che nel prossimo provvedimento relativo ai sostegni sia previsto un ingente fondo che possa garantire le indennità per i collaboratori sportivi nonché ristori per la mancata attività istituzionale dell'associazionismo di base e della promozione sportiva.