“Siamo tutti scimmie” è diventato ormai uno slogan virale dopo il gesto di Dani Alves, difensore del Barcellona, che ha mangiato una banana lanciata dagli spalti durante la partita di campionato contro il Villareal, giocata il 27 aprile. “Sono gesti importanti che rimangono nella storia. Ma per avere un cambiamento significativo di mentalità credo che serva un passo in più.” È questo il commento di Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp. È con questa spinta in più che ritorna l’appuntamento con i Mondiali Antirazzisti, promossi dalla Uisp. Dal 2 al 6 luglio il parco di Bosco Albergati a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, ospita questo festival multiculturale che ripropone concretamente la lotta contro ogni forma di discriminazione. Si tratta della più importante manifestazione di sportsociale e per tutti che da ormai 18 anni combatte le discriminazioni attraverso sport diversi come il calcio, il rugby, il basket, la pallovolo e il cricket e con la creazione di laboratori concreti, cercando di coinvolgere il numero maggiore di persone di nazionalità diverse.
La UISP Territoriale di Cagliari non può non solidarizzare su questo tema difficile ma importante. E rilancia l'argomento estendendolo a tutte le forme di razzismo che invadono anche nel classismo.
Combattiamo l'idea preconcetta che la specie umana possa essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali, con la conseguente convinzione che sia possibile determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa essere definito superiore o inferiore a un altro. Quindi specie umana come insieme di razze, biologicamente differenti, e gerarchicamente ineguali.
Combattiamo ogni atteggiamento attivo di intolleranza (che può tradursi in minacce, discriminazione, violenza) verso gruppi di persone identificabili attraverso la loro cultura, religione, etnia, sesso, sessualità, aspetto fisico o altre caratteristiche. Ma anche ogni atteggiamento passivo di insofferenza, pregiudizio, discriminazione verso persone che si identificano attraverso la loro regione di provenienza, cultura, religione, etnia, sesso, sessualità, aspetto fisico, accento dialettale o pronuncia difettosa, abbigliamento, abitudini, modo di socializzarsi o altre caratteristiche.
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