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Calabria

Uisp su Radio 1 Rai: Vincenzo Manco sulla ripresa dello sport

Il presidente nazionale dell’Uisp è intervenuto nella trasmissione "Centocittà" per parlare di ripresa e sport sociale e per tutti (Fonte UISP Nazionale)

La fase 2 è partita, con tutte le precauzioni e le incertezze necessarie, in particolare con tutti i quesiti senza risposta relativi alle attività motorie e sportive permesse: oggi alle 15 il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, durante il question time risponderà a una interrogazione sulle modalità di conclusione dei campionati di calcio, presentata da Andrea Rossi del Pd. Ma questa non è l’unica questione che necessita una risposta: ci sono milioni di italiani che vorrebbero riprendere a praticare la propria attività sportiva preferita, a muoversi e curare il proprio benessere attivamente, ma nessuno fornisce risposte ai loro dubbi.

Anche per questo Radio 1 Rai ha invitato il presidente nazionale Uisp, Vincenzo Manco, ad intervenire nella trasmissione Centocittà. Infatti nei giorni scorsi l’Uisp ha scritto una lettera aperta al ministro, evidenziando delle incongruenze che rendono difficile interpretare le indicazioni dei vari decreti e quindi indirizzare soci e tesserati.

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“Con questa comunicazione abbiamo voluto semplicemente portare alla conoscenza del ministro alcune incongruenze emerse da una lettura combinata delle varie disposizioni – ha detto Manco – l’ufficio per lo sport ha indicato alcune linee guida comprese anche del Dpcm del 26 aprile ma, se le mettiamo insieme ad altre disposizioni dei ministeri dell’Interno e della Salute, emergono delle incongruenze, in particolare per ciò che riguarda gli Enti di promozione sportiva che non sono nemmeno previsti dal Decreto per la ripresa, che parla solo di atleti professionisti o di interesse nazionale”.

Nella lettera aperta indirizzata dall’Uisp al ministro Spadafora , infatti, vengono riconosciuti l'impegno e il sostegno verso lo sport sociale del ministro, "soprattutto per le Sue posizioni a favore della promozione sportiva e dell’associazionismo di base, quello che svolge un ruolo coesivo nel rapporto con le comunità piccole o grandi che siano del nostro Paese. A Lei abbiamo riconosciuto il merito di aver fatto emergere dalla precarietà, dall’invisibilità alla quale erano da sempre destinati i collaboratori sportivi, attraverso le misure di sostegno a loro favore previste dal “Cura Italia”, che saranno reiterate anche nel prossimo decreto, come già da Lei annunciato".

Però vengono evidenziate le problematiche emerse, in particolare, all'avvio della famosa fase 2: “Se da un lato il DPCM sospende gli eventi e le competizioni di ogni ordine e disciplina e permette le sessioni di allenamento agli atleti professionisti e non professionisti delle discipline sportive individuali, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Cip e dalle rispettive Federazioni - si legge nella lettera - le Linee guida dell’Ufficio per lo Sport inseriscono tra gli organismi sportivi anche gli Enti di Promozione, che dovrebbero quindi anch’essi “emanare appositi Protocolli di dettaglio”. Ciò,  probabilmente, perché la già citata Circolare del Ministero dell’Interno ritiene comunque consentita anche agli atleti non professionisti di discipline non individuali, come ad ogni cittadino, l'attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private. Inoltre, l’assunzione di protocolli lasciata a carico delle singole organizzazioni sportive, aprirebbe la strada a forme discrezionali di interpretazione delle norme di sicurezza per la salute nello svolgimento della disciplina sportiva, a seconda che ad organizzarla sia una FSN o una DSA o ciascuno dei quindici EPS e relativi nuclei associativi”.

Processi complessi e articolati che non vengono ben spiegati e che mettono in crisi il singolo cittadino che non capisce cosa può fare e cosa no: sono ripresi allenamenti individuali per atleti professionisti, come i calciatori nei centri sportivi, o i nuotatori, ma quali impianti quali possono riaprire e per chi? Quando si potrà riprendere a praticare il proprio sport?

“Proprio per rispondere a queste domande abbiamo bisogno di avere disposizioni chiare – risponde Manco - la corsa o la pedalata in bicicletta da soli si possono fare, sono permessi gli allenamenti per sport individuali di atleti professionisti e di interesse nazionale, ma per tutto il resto c’è ancora bisogno di chiarezza, soprattutto per tutti gli sportivi che vogliono tornare a praticare in sicurezza”.

 

 

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