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Calcio e migranti a Martorano

In queste ore la Gran Bretagna rompe gli ormeggi e veleggia verso l’uscita dall’Europa, un'alba d'incognite si apre così nel vecchio continente. E se agli europei appare così un futuro denso di nubi immaginiamo quale possa essere il sentimento attuale di uno sconfinato numero di sfollati da guerre, conflitti o persecuzioni, che ha colpito milioni di uomini, donne e bambini che devono affrontare periodicamente una via incerta dello spostamento forzato (migrazione) verso altri lidi ritenuti più sicuri. L’Europa? Altri?

E’ il concetto di mobilità che in generale viene stravolto in questo periodo in tutto il mondo, si spopolano le campagne per ingolfare le città, milioni di uomini si spostano dal sud al nord del mondo, dai luoghi di guerra ai lidi di pace.

Tutto questo genera da una parte incertezze, insicurezze, diffidenze e pregiudizi nei cittadini dei nuovi luoghi di approdo, dall’altra nuove difficoltà e dolori per i migranti che si aggiungono al resto che poco non era.

E così dai luoghi di partenza il becero business degli scafisti aiuta i migranti a lasciare in massa la propria terra per raggiungere nuovi luoghi di speranza in una nuova vita, di nuove opportunità, dall’altra invece organizzazioni a delinquere approfittano dei finanziamenti dei luoghi di prima accoglienza approfittando dei tentennamenti di una Europa poco unita che porta alla costruzione di paure e diffidenze che si materializzano in migliaia di chilometri di barriere, altra dignità tolta a ad uomini la cui dignità era già del tutto prosciugata.

Parliamo oggi di 65 milioni di rifugiati nel mondo, 24 sfollati ogni minuto, come se l’Italia intera si spostasse all’improvviso da una parte all’altra del pianeta; si moltiplicano i racconti, tanto incredibili quanto commoventi, di esperienze vissute durante il percorso di migrazione, di uomini pestati, di donne stuprate, di un eccezionale numero di morti in mare, soprattutto bambini innocenti e indifesi.

La culla dei diritti umani, l’Europa e suoi singoli stati, è in palese difficoltà, alcune nazioni sensibili alle politiche di migrazione, come la Svezia dichiara di non potercela fare con questi numeri, nascono nuovi campi profughi in luoghi cuscinetto (soprattutto il Medio Oriente e il nord’Africa) tra i continenti di partenza (Africa, Asia e Medio Oriente) e quelli di arrivo (Europa), altri motivi di instabilità e di guerra che generano nuova immigrazione.

In settimana ricorreva la giornata mondiale del rifugiato, un giorno di sdegno che si può condividere utilizzando l’hastag #WithRefugees.

Da sempre l'Uisp promuove e sviluppa politiche, progetti, iniziative e campagne di supporto ai migranti, garantendo l’accesso alla pratica sportiva come diritto di tutti e in tutta Italia spopolano tornei, campionati e iniziative pro migranti.

Il calcio UISP ha deciso nella giornata odierna di manifestare “vicinanza e solidarietà a tutto il popolo dei migranti”, da qualsiasi parte del mondo essi provengano. A Martorano (Cesena), nel bel mezzo delle Finali Nazionali del Calcio UISP, si è svolto un incontro di calcio tra diverse selezioni di migranti provenienti dai luoghi di accoglienza dei comuni di Cesena e di Forlì e da Modena, alla presenza del Responsabile del Calcio UISP Nazionale, Alessandro Baldi, e dal dirigente della UISP di Modena, Paolo Beluzzi.

Sostiene Baldi “la UISP è sempre sensibile alle politiche che tutelano i migranti in generale, ben vengano quindi tutte quelle iniziative e quei progetti che coinvolgano profughi e rifugiati politici e che permetta loro di integrarsi al meglio nella nostra società, il calcio oggi come in passato deve dare il suo piccolo contributo a questa giusta causa.”

Continua Baldi “Fa poca differenza che le politiche pro rifugiati siano organizzate direttamente dagli enti locali o attraverso l’associazionismo sportivo di base, con la partecipazione a tornei o campionati, l’importante è che queste iniziative restituiscano dignità a un popolo sparso nel mondo che la dignità l’ha persa nei luoghi di origine e durate il viaggio verso nuove prospettive di vita.”

In ultimo, sempre Alessandro Baldi, ci tiene a precisare come in queste “Finali Nazionali di Calcio UISP partecipino due società che sposano i valori positivi di accoglienza e solidarietà ai migranti e ai rifugiati politici.”

Giocano entrambe nella disciplina del calcio a 5 e si tratta della società piemontese Ceres Moro Team e di quella lombarda denominata Hope Football Cremeno.

Curiosi e appassionanti i loro racconti di come è nata la loro avventura sportiva, come quello di Marino Poma che ci spiega come in un solo anno “la Ceres ha completato la rosa della prima squadra dando spazio ad alcuni ragazzi di colore, in poco tempo si sono moltiplicati al punto da ritenere utile la nascita di una seconda squadra che ha partecipato al campionato locale UISP, a quello regionale ed ora a quello nazionale”, con ottimi risultati sportivi e non solo sportivi.

La Hope Football Cremeno, guidata da Pino Pedrazzoli, ci racconta come è nata la loro avventura. “Il centro di accoglienza si trova di fronte a casa mia e notavo che questi ragazzi, in uno spazio antistante il centro, giocavano a pallone con semplicità, così tanto per trascorrere il tempo. Mi avvicinai e proposi loro di formare una squadra, cercai qualche contributo per farli giocare in un campionato, nacque così non senza difficoltà la squadra che oggi partecipa alle finali nazionali.” La Hope ha partecipato al campionato Uisp locale dove hanno partecipato oltre ai migranti della Domus Caritatis anche i richiedenti asilo ballabiesi del Progetto Itaca, i quindici calciatori hanno raccolto attorno alla squadra il calore di tutti i richiedenti asilo del CARA, l’iniziativa si è rivelata un’ottima proposta sul percorso d’integrazione.