UISP - Calcio - Matti per il calcio: voci ed emozioni sono andate in onda a Dribbling

Matti per il calcio: voci ed emozioni sono andate in onda a Dribbling

Voci, storie ed emozioni si sono incrociate durante Matti per il calcio. Sabato alle 13 e 30 su Rai Due è andato in onda un bellissimo servizio su "Matti per il calcio", realizzato dal giornalista di "Dribbling" Luigi Cavone. All'interno testimonianze e immagini delle partite assieme ad un'intervista fatta al presidente nazionale Uisp, Filippo Fossati. "Siamo giunti alla quarta edizione di questa manifestazione sportiva - ha detto Fossati - e continuiamo a dare dimostrazione sul campo dell'apporto fondamentale che lo sport può dare per il miglioramento della qualità della vita e della salute di tutti i cittadini. La scienza fornisca i numeri, le istituzioni ne prendano atto e agiscano di conseguenza".

Noi della redazione vi raccontiamo la storie di quelli che sono venuti da più lontano: i ragazzi dell'associazione "Una ragione in più" della Asl 5 di Oristano.
"Ho cominciato a giocare a calcio quando avevo 6 anni e sono diventato giocatore professionista del campionato interregionale - racconta Helmut, 40 anni, il capitano della squadra - Poi a 21 anni ho dovuto smettere, ma i campi non li ho lasciati mai. Mi sono dato da fare come dirigente e come secondo allenatore, seguendo per un po' di tempo anche una squadra di 'pulcini'. Poi, poco più di un anno fa, un'operatrice del centro di salute mentale della Asl ci ha proposto di formare una squadra e ho ricominciato a giocare. Sono stato felicissimo e piano piano ho convinto gli altri ragazzi del centro ad indossare gli scarpini, anche i più reticenti. Ci siamo scoperti. Adesso, grazie al campionato, abbiamo degli obiettivi, un interesse in comune e un impegno da condividere. Siamo dei bravi giocatori ed abbiamo vinto il premio più importante, ovvero quello di superare la paura di essere giudicati dagli altri. Siamo cambiati: non ci vergogniamo di sbagliare, ci incoraggiamo a v icenda e soprattutto ci divertiamo".

"Vedo in mio figlio la voglia di vivere e di essere parte di un gruppo - ci ha detto Tonina Mancosu, madre di Marco, il portiere della squadra di Helmut, e presidente dell'associazione 'L'ippogrifo' che ad Oristano riunisce i genitori di ragazzi affetti da disturbi mentali - A casa parla con gioia degli allenamenti e dei risultati delle partite".

Un'altra testimonianza ci è giunta dal dott. Gianfranco Pitzalis, lo psichiatra responsabile dell'Area inclusione sociale dell'Asl 5 di Oristano: "Avviando un lavoro di inclusione che potesse aiutare sia i ragazzi del centro di salute mentale sia i loro famigliari, abbiamo individuato nello sport la medicina più efficacie accanto al supporto farmacologico vero e proprio. Il calcio, in particolare, si è rivelato un fattore aggregante straordinario per i ragazzi, prima isolati in casa ed ora capaci di relazionarsi con il prossimo. Le partite hanno permesso loro di confrontarsi con altre squadre, fare nuove conoscenze, allontanarsi dai propri famigliari per giocare le trasferte e maturare in queste circostanze un'autonomia mai raggiunta prima. Posso dire senza dubbio di aver visto migliorare le vite di questi ragazzi: lo sport, specialmente quello di squadra, arriva dove i farmaci non riescono ad arrivare".
(di Redazione nazionale Uisp F.L.)