Settore di Attività Nazionale

Ciclismo

Io pedalo, tu pedali, egli pedala...

Tutti noi ciclisti pensiamo che la bici ed il ciclista meritino un giusto spazio sulla strada ed il rispetto della loro integrità.


La coniugazione del verbo "pedalare" non è difficile da comprendere per chi usa la bici.

Quale ciclista non ritiene giusto lo sviluppo delle piste ciclabili, di una rete stradale concepita anche a misura di questo anomalo utente che, di solito, viene visto come un ostacolo sulla strada ?
Lo so domanda retorica, chiedo perdono.
A maggior ragione questi concetti dovrebbero essere ancor più veri ai nostri giorni, con l’aumento dei prezzi dei carburanti, con i problemi legati all’inquinamento, la sostenibilità... che riempiono tante pagine e tanti discorsi.

Chi ha qualche primavera in più sulle spalle ricorda, con una cerca nostalgia, i giorni del blocco del traffico nell’Italia degli anni 73-74 a causa della crisi petrolifera, il fenomeno noto come “Austerity” restituiva al popolo Italiano quella voglia di muoversi con mezzi alternativi e non inquinanti.
Era una festa per tutti, ciclisti, pedoni, pattinatori che oggi pare sia lontana anni luce.
Nel dopoguerra, le bici che erano state mezzo di trasporto e di sviluppo delle arti, dei mestieri e cultura della salute fisica e del tempo libero, iniziarono ad essere sovrastate sulle strade dal nuovo fenomeno nascente, l’automobile, un fenomeno che ha continuato a crescere di proporzioni, fino ai paradossi di oggi dove le strade non sono il massimo della sicurezza ed i ciclisti un bersaglio mobile.

La sicurezza stradale è un diritto di tutti !
Quella della bici è da considerare utenza debole, per meglio inquadrare il problema forse è il caso di snocciolare alcuni dati, di fonte ISTAT, al riguardo degli incidenti stradali che possono darci una mano per comprendere di cosa parliamo.
Preso a riferimento una media annua di incidenti stradali sulle strade Italiane, parliamo in numeri di:

  • Circa 7.000 morti;
  • Oltre 300.000 feriti

 Riportati sul piano dei ciclisti, questi numeri si traducono con:

  • Il ferimento di 10.600 utenti;
  • Il decesso di 219 utenti.

Preso inoltre in considerazione il luogo dove questi incidenti si sono verificati, ne esce un desolante quadro in cui vediamo che questi avvengono principalmente in contesti urbani dove sono concentrati :

  • il 42 % dei morti;
  • il 72 % dei feriti.

Questo il quadro generale, occorre precisare che andare in bicicletta non è pericoloso di per sè, sono gli “incontri ravvicinati” con altre utenze, in particolare con gli utenti automobilisti (o meglio gli scontri con le auto) a causare il 95 % degli incidenti più gravi che coinvolgono i ciclisti.

Sorge spontanea la domanda: allora che faccio - smetto di andare in bici ?
Da ciclista, rispondo no, al contrario ritengo sia il caso di iniziare a coinvolgere più utenti - oggi non ciclisti - all’uso della bici oppure almeno a comprenderne di più le esigenze.
Incominciare finalmente e contretamente a sensibilizzare l’opinione pubblica, sulla necessità di un rispetto più responsabile di tutti, ciclisti compresi.

Noi ciclisti siamo TUTTI desiderosi di maggiore sensibilità verso le nostre esigenze, desideriamo strade più sicure, desideriamo un traffico più rispettoso della condizione del ciclista.
Vogliamo sentirci liberi di vivere la nostra città, con dignità e spazio anche per i ciclisti.

Per meglio chiarire, il preambolo, i dati forniti a supporto NON hanno il compito di criminalizzare nessuno, sono solo numeri ma occorre (purtroppo) prendere atto di alcuni fattori e fare riflessioni.

La congestione del traffico, il numero della auto in costante aumento, la scarsa presenza di percorsi veramente ciclabili e la presenza di zone dove transitare in sicurezza non proprio all’altezza del loro compito; costringono automobilisti e ciclisti a convivenze forzate, spesso a comportamenti non educativi.

Partiamo dal fatto che la bici è pur sempre un veicolo che si muove sulle strade, come tale è soggetto alle stesse regole di circolazione alla pari di un’auto.
Non sorridete poiché si tratta di una scomoda verità, i comportamenti scorretti sono la fonte dei molti problemi, anche quelli dei ciclisti che pensano di essere esenti dalle regole e sono fonte di rischio.

Ricordare che gli autoveicoli sono più grossi, più veloci, più (pre)potenti ed un duro ostacolo contro cui cozzare.
Circolare contromano, passare con il rosso, non usare le piste ciclabili quando sono ben tenute e disponibili, sono solo alcuni degli esempi che mi capita di verificare più frequentemente e lo dico da utente ciclista, da deplorare.
Spesso i ciclisti ingaggiano gare tra loro dimenticando di essere sulla strada, ma è un errore che spesso diventa fatale.
Ovviamente questa non è una storia conclusa, in questo mi accodo al parere di Davide Cassani, i comportamenti rispettosi e corretti, quando si vuole avere la pretesa del rispetto, devono prioritariamente venire dal buon esempio.
Dopodichè, rispetto per tutti è la base imprescindibile e poi usare di più la bici non farebbe male per capire...
UISP Ciclismo è qui anche per questo

Propongo questo breve riepilogo RAI SPORT per sintetizzare

Roberto Babini
Responsabile comunicazione UISP Ciclismo

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BIKE CARD Tutorial

La Direzione Nazionale UISP ha comunicato a tutti i livelli che in data 01 febbraio 2023 è stato sottoscritto, nel rispetto delle prerogative di ciascun organismo, il rinnovo della Convenzione UISP - FCI per il 2023

Hanno sottoscritto la convenzione 2023 i seguenti Enti: US ACLI, CSAIN, AICS, LIBERTAS, CSEN, ACSI, CSI, UISP e ASI (con Bike Card). I loro tesserati possono regolarmente partecipare alle gare e alle manifestazioni amatoriali e cicloturistiche della FCI.

Dal 09/02/23 OPES ha sottoscritto la convenzione 2023. I loro tesserati, in possesso della Bike Card, possono regolarmente partecipare alle gare e alle manifestazioni amatoriali e cicloturistiche della FCI.

 

Per agevolare le procedure, è possibile verificare la presenza del ciclista nel database della Bike Card, accedendo alla procedura on line direttamente da questo link oppure tramite l’immagine sottostante

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