Comitato Territoriale

Lariano

L’impegno Uisp per i minori al fianco di Save the Children

Presentato il manifesto "10 in condotta!". Per i minori scuola, strutture sportive e oratori sono "i luoghi più a rischio". L'intervento di V. Manco, presidente Uisp

La scuola, gli oratori o parrocchie e le strutture sportive nel Lazio: per 1 ragazzo su 5 sono questi i luoghi abitualmente frequentati da bambini e adolescenti dove maggiore può essere il rischio di subire comportamenti inappropriati, maltrattamenti e abusi da parte degli adulti, una percezione che sale oltre al 22% negli adulti con un picco del 27% relativo ai rischi in oratorio.

Sono solo alcune delle evidenze di un'inedita indagine "Minori e percezione dei rischi" realizzata da Ipsos per Save the Children, che è stata illustrata nella mattinata di lunedì 3 febbraio al Senato, in occasione della presentazione di un manifesto in 10 punti, intitolato "10 in condotta!", promosso da Save the Children per favorire nel nostro Paese l'adozione da parte di tutte le realtà che operano con i minorenni di un sistema di tutela, a partire da una Child Safeguarding Policy, che promuova un modello organizzativo di prevenzione e gestione di comportamenti scorretti da parte degli adulti di riferimento, afferenti all'Organizzazione o esterni. All’evento era presente anche l’Uisp, con il presidente nazionale Vincenzo Manco, che è intervenuto ribadendo l’impegno a tutela dei minori messo in campo dall’associazione dello sportpertutti.

“L’elemento fondamentale su cui lavorare è la prevenzione – ha detto Manco – per questo ancora una volta accettiamo con entusiasmo la proposta del manifesto di Save the children. Dalla ricerca Ipsos emerge la crescita di consapevolezza del rischio di bambini e ragazzi rispetto ai luoghi della pratica sportiva, che hanno una frequentazione elevata, ma non dobbiamo prendere in considerazione solo i luoghi tradizionalmente deputati alla pratica sportiva, è necessario valutare anche quelli destrutturati, le palestre a cielo aperto, che accolgono una pratica spontanea e autoorganizzata. D’altra parte cresce anche il senso di responsabilità delle organizzazioni sportive come la nostra, perchè lo sport agisce attraverso la relazione corporea e ottiene risultati mettendo in campo il proprio corpo. Lo sport è la terza agenzia educativa dopo famiglia e scuola, quindi cresce la nostra responsabilità, sia sul piano delle organizzazioni collettive ma anche sulla necessità di trasmetterla alle individualità, a coloro che hanno a che fare direttamente con l’organizzazione delle attività”.

GUARDA IL VIDEO CON L’INTERVENTO DI MANCO

“Nel 2013 in occasione dell’anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza - ha proseguito Manco - abbiamo voluto declinare nello specifico gli impegni presi nel rapporto con i bambini, dando vita ad una Policy specifica, i cui contenuti principali sono: rispettare i tempi di crescita, contro ogni precocizzazione; applicare metodologie didattiche partecipative e non impositive; uso di linguaggio e comportamenti inclusivi. Questa policy è stata inserita all’interno dei nostri corsi di formazione e abbiamo aggiornato il regolamento della formazione per essere sempre più incisivi sul tema. Uisp e Csi sono qui per aderire al manifesto di Save the children, e potrebbe essere l’occasione per ipotizzare la nascita di una commissione congiunta di monitoraggio dell’azione quotidiana”.

Un altro ambito di timori emersi dalla ricerca è quello legato ad internet, considerato un luogo a rischio per l'83% degli adulti e il 72% dei ragazzi. In un caso o nell'altro, tra i pericoli principali per i bambini la possibilità che vengano loro imposti rapporti fisici indesiderati (per il 64% degli adulti e il 50% dei ragazzi) o che vengano compiuti una serie di illeciti attraverso internet, tra cui la richiesta di inviare immagini intime in cambio di regali (per il 65% degli adulti e il 51% dei ragazzi) o di diffonderle senza il consenso dell'interessato (65% degli adulti e 51% dei ragazzi).

"Troppo spesso, in tutta Italia, le cronache ci consegnano casi di abuso e maltrattamento ai danni dei minori, anche molto piccoli, consumati nei luoghi che dovrebbero essere per loro sempre i più sicuri. Come la scuola, l'asilo nido, l'associazione o il centro sportivo. Ancora più doloroso il fatto che questi abusi siano compiuti dalle figure adulte di riferimento - educatori, insegnanti, allenatori sportivi - violando un patto di fiducia essenziale per la crescita, con conseguenze che possono essere molto gravi e durature nel tempo. Non possiamo occuparcene solo quando questi casi esplodono in tutta la loro gravità. Nel Lazio, come in tutto il Paese, l'adozione di un sistema di tutela - regole di comportamento, chiare procedure di segnalazione, individuazione delle figure responsabili - per prevenire abusi e maltrattamenti ai danni di minori dovrebbe essere un requisito essenziale per tutti i servizi, educativi e ricreativi rivolti ai minori", ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Dai dati dell'indagine Ipsos che, oltre a sondare l'opinione di adulti e ragazzi a livello nazionale ha realizzato un focus specifico su 8 regioni italiane, emerge invece che a un aumento della consapevolezza dei rischi non corrisponde ancora la messa in campo di misure in grado di proteggere concretamente i minori nei luoghi che normalmente frequentano. Più di 1 genitore su 4 in Italia afferma infatti che in palestra o in altri centri ricreativi i propri figli non abbiano mai ricevuto informazioni su cosa fare in caso di maltrattamenti, abusi o condotte inappropriate, e, rispetto alla scuola, nel Lazio, quasi 1 genitore su 2 e 1 ragazzo su 4 sono convinti che anche lì non esistano regole chiare per tutelare i minori. (A cura di Elena Fiorani)

 

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