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Lariano

L'Uisp presenta Burraco Parole, per giocare e riflettere

Presente e passato che si incontrano. Tradizione e tecnologia che vengano a contatto e si confrontano. Nei volti ruvidi dei nonni e in quelli limpidi dei bambini si rispecchia il primo binomio. Tra l’odore delle carte e i grandi monitor, invece, si fondono i mezzi, nuovi e vecchi, per giocare. Orvieto si trasforma, per la seconda volta, in una città ludica. Camminando tra le vie della città vediamo qualcuno scoccare una freccia, qualcun altro dedito al tiro alla fune.  Per tre giorni, 21-23 settembre, l’Uisp ha promosso il gioco come integrazione e partecipazione recuperando il passato e guardando contemporaneamente al futuro, citando le parole di Stefano Rumori (presidente Uisp Umbria e membro direzione nazionale Uisp), attraverso il Festival nazionale del Gioco e delle Tradizioni.

Un’attività che ha raccolto un notevole successo tra i ragazzi è stata il Burraco Parole promossa da Guido Cinieri, Sda Giochi Uisp. Con l’occasione abbiamo raccolto questa breve intervista (GUARDA IL VIDEO)

Burraco Parole, di che si tratta Guido?  “E’ un progetto che abbiamo studiato in Uisp dove attraverso il gioco del burraco abbiamo sostituito i numeri con le lettere dell’alfabeto. Lo scopo è quello di formare delle parole. Lo scopo finale, invece, è quello dell’apprendimento attraverso il gioco della lingua italiana e di quelle straniere. Portato nelle scuole, il Burraco Parole ha ottenuto buoni risultati come l’accrescimento delle lingue, in primis l’inglese,  il francese e l’italiano stesso.”

Qual è la differenza tra i giochi delle carte e i videogames?  “Non c’è nessuna differenza ma c’è un rischio. Il rischio è quello di informare su quello che noi proponiamo. Abbiamo il dovere di informare su quanto possa essere pericolosa la dipendenza da un gioco. La dipendenza può portare alla ludopatia e nei peggiori dei casi alla azzardopatia. Il nostro compito, come educatori sociali ed educatori dello sport, è quello di informare quali possono essere i rischi e i pericoli.”

In questo momento, qual è il gioco più in voga nelle carte?   “Sicuramente il burraco. Si stima un numero di circa 3 milioni di persone praticanti. È un gioco, però, non riconosciuto dal Coni e un numero indescrivibile di giocatori proprio per questa ragione è disorientato sulla modalità di gioco da seguire.”

Quali sono le doti di un buon giocatore di carte? Non tanto colui che vince, ma colui che si diverte giocando come vuole il Uisp…“Il buon giocatore non è quello che mira a vincere ma a divertirsi. All’Uisp insegniamo che la vincita non è il fine che dobbiamo perseguire. Dobbiamo pensare, invece, a ciò che ha a che fare con l’aggregazione, il divertimento e lo sport.”

In tre parole, dal punto di vista tecnico, cosa significa essere un buon giocatore di carte?  “Un buon giocatore di carte deve avere tranquillità nel giocare, una buona memoria e avere un buon feeling con il proprio compagno di gioco.”

Che confine c’è tra il gioco e l’azzardo?  “Il gioco è divertimento e aggregazione, l’azzardo è una mescolanza tra scommessa, alea, fortuna e guadagno. Sono due cose completamente diverse e il nostro compito è quello di educare i giocatori nel non sconfinare nell’azzardo e a prendere il gioco per quello che è: un divertimento e un momento di crescita. Questa è la sostanziale differenza. Dobbiamo insegnare a usare il gioco per divertirci, non per arricchirci. Anche perché con il gioco non si è mai arricchito nessuno.” (a cura di Sergio Pannocchia - intervista video di Ivano Maiorella)

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