Comitato Territoriale

Lariano

Omosessualità e Sport – Progetto “Queering Football”

Preoccupazione per la situazione in Russia, che nel 2018 ospiterà il Campionato del mondo di calcio, per le cosiddette leggi “anti propaganda gay” (da UISP Naz.le)

Mercoledì 12 luglio, a Bruxelles, le associazioni partner del progetto “Queering Football”, tra cui l’Uisp, hanno incontrato l’intergruppo Sport del parlamento europeo. La formula scelta è stata quella del “breakfast”, un format molto utilizzato ultimamente in Europa, che permette di mettere insieme in maniera informale, a colazione, associazioni della società civile, parlamentari europei e giornalisti. L’argomento dell’incontro, cui hanno partecipato circa 40 persone, tra cui alcuni parlamentari europei e la FIFA, è stato il rispetto dei diritti umani nella preparazione e nell’organizzazione dei grandi eventi sportivi, con un focus specifico sui diritti delle comunità LGBTIQ.

Molta preoccupazione è stata espressa per la situazione in Russia, che nel 2018 ospiterà il Campionato del mondo di calcio, e che è al centro del ciclone per le cosiddette leggi “anti propaganda gay”, il cui ultimo effetto in ordine cronologico è stata la cancellazione della prima del balletto del Bolshoi. I parlamentari europei Hannu Takkulu (Integruppo sport), Ulrike Lunacek (intergruppo per le questioni LGBTIQ) che Elvina Yuvakaeva, attivista russa, sono stati unanimi nel sostenere che le istituzioni politiche e sportive hanno il dovere di intervenire a protezione delle comunità omosessuali locali laddove i loro diritti vengano messi a rischio, così come di atleti, tifosi e giornalisti che si recano a seguire l’evento. Il governo russo, afferma Yuvakaeva, “usa la tattica della paura, ad esempio sfrutta la questione dei diritti delle persone LGBTIQ per dimostrare alla società russa il decadimento morale della società occidentale”. Lunacek, che è anche vicepresidente del parlamento europeo, chiama in causa il Comitato Olimpico Internazionale, il Comitato Olimpico Europeo e la FIFA affinché “si assicurino che gli standard sociali e dei diritti umani siano parte del processo di assegnazione, perché tutto parte da lì, altrimenti non bisognerebbe disputare mondiali di calcio in Russia e in Qatar”.

L’incontro è stata l’occasione per presentare il manuale “Human Rights & Mega-Sport Events”, che analizza le possibili violazioni che possono derivare dall’organizzazione di un grande evento sportivo, dallo sfruttamento del lavoro alla limitazione della libertà di parola, per poi andare a definire degli standard minimi e delle buone pratiche che andrebbero seguite prima e dopo l’assegnazione di un grande evento ad un paese specifico. (di Layla Mousa)   (da UISP Naz.le)

 

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