Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una data importante per l'Uisp e un'occasione che l'associazione coglie per organizzare incontri, approfondimenti e riflessioni in molte città. La violenza contro le donne ha le dimensioni di una pandemia globale: 1,2 miliardi di donne nel mondo, ovvero una donna su tre, l’ha subita (fonte: ONU). La violenza è fisica, abusi, sevizie, botte, fino a morire; c'è poi una violenza fatta di parole, pressioni, umiliazioni e intimidazioni e colpevolizzazioni che è entrata nella nostra quotidianità - per strada, a casa, al lavoro, sui social media - e nessuna può dirsi al riparo, una violenza che può essere subdola, talmente reiterata da neppure farci più caso (le espressioni sessiste al lavoro, ad esempio).
E' notizia di questi giorni la storia di una maestra d'asilo di Torino costretta alle dimissioni per essere stata vittima di revenge porn: a lei una lettera aperta di solidarietà, firmata da oltre 200 tra giornaliste, docenti, ricercatrici, politiche, scrittrici, attiviste. "Ti vogliamo dire grazie - si legge nella lettera - Grazie perché non sei stata zitta, come tanti avrebbero voluto. Grazie perché non ti sei arresa e a chi ti ha detto che avresti dovuto provare vergogna hai risposto rendendo pubblica questa storia, in cui a vergognarsi dovrebbero essere tutte le altre persone coinvolte. Non tu. Perché nel sesso, libero e consensuale, non c’è vergogna. Vergogna dovrebbe invece provare chi, senza alcun consenso da parte tua, ha pensato di violare te e il tuo privato. Si chiama revenge porn, ed è un reato".