Settore di Attività Nazionale

Discipline Orientali

Il Taijiquan bene dell’umanità

-Il Taijiquan bene dell’umanità
Il governo cinese ha dichiarato il Taijiquan facente parte dell’heritage nazionale nel maggio 2006. L’anno successivo l’organismo statale China Folk Culture and Arts Association ha certificato la contea di Wenxian come luogo di nascita del Taijiquan, mentre un altro organismo pubblico, la Chinese Wushu Association, l’ha nominata luogo di nascita del Wushu Taijiquan. La contea di Wenxian si trova nell’Henan, la più popolosa provincia della Repubblica popolare cinese, costellata da numerosi siti che documentano la cultura cinese più remota.
Nel 2008 il governo cinese, mediante il Jiaozuo Chenjiagou Taijiquan Research Institute, ha avviato presso l’UNESCO la procedura per il riconoscimento del Taijiquan come bene dell’umanità. La sua ormai probabile approvazione rappresenterebbe una novità molto significativa, poiché la nozione di bene culturale che sottende quella di bene dell’umanità è di solito associata alle cose, non a una qualità immateriale. Nel caso del Taijiquan, questa attribuzione si riferirebbe non solo alla sua prerogativa di arricchire l’intero genere umano, ma anche al fatto che per quanto i Maestri delle varie epoche rappresentino un elemento indispensabile alla conservazione e trasmissione di quel sapere, esso non è tuttavia riconducibile soltanto ad alcune figure, sebbene di livello eccezionale. In altri termini, sarebbe riconosciuto che si tratta di un sapere potenziato esso stesso dall’esperienza dei praticanti delle diverse epoche storiche in ogni angolo del mondo.
La recente azione del governo cinese rispecchia la nuova politica culturale inaugurata dopo il turbolento decennio 1966-1976 durante il quale fu attaccata ogni espressione della cultura tradizionale. Dalla fine degli anni Settanta, l’eredità culturale è stata riaffermata anche in quanto valore economico per il suo richiamo turistico, con il conseguente avvio di lavori di restauro di importanti monumenti come la Città proibita e la Grande muraglia. Dal 1982, con la pubblicazione dell’Heritage Conservation Act, è stato rafforzato l’indirizzo verso la conservazione dell’eredità culturale mediante la promozione di ricerche scientifiche e all’incremento su scala locale di iniziative di educazione patriottica volte alla difesa delle conquiste rivoluzionarie ma basate sulla valorizzazione della cultura tradizionale in chiave identitaria [Sofield, Li 1998].
 - Il museo del Taijiquan di Chenjiagou
Gli interventi pubblici realizzati a Chenjiagou – un villaggio a forte carattere rurale della contea di Wenxian, circondato da vaste piantagioni di frumento, mais e arachidi e abitato da circa duemila anime - riflettono questo indirizzo congiunto tra intenti educativi e promozione turistica. Il villaggio porta il nome della famiglia depositaria del metodo di Taijiquan codificato da nel XVII secolo da Chen Wangting, un generale della dinastia Ming, il quale nel 1641 comandava la guarnigione di presidio della contea secondo quanto già appurato sin dagli anni Trenta del Novecento da accurate ricerche storiche [Chen Xiaowang 1990]. Dal Taijiquan della famiglia Chen discendono gli altri stili di questa disciplina oggi praticata in tutto il mondo forse da due miliardi di persone.
Chi scrive ha soggiornato a Chenjiagou nella tarda estate 2009 e nella primavera 2010, per un totale di sette settimane, avendo modo di raccogliere molte testimonianze dirette, sia visuali che a colloquio con i residenti e i turisti. La maggioranza di essi si trovavano lì per praticare Taijiquan ma un gruppo di essi, proveniente dalla Corea, era solo di passaggio nell’ambito di un heritage tour nella provincia di Henan.
Dopo circa quattro anni di lavori finanziati direttamente dalla pubblica amministrazione, il 21 agosto 2009 - alla presenza di alte cariche nell’amministrazione pubblica della cultura, del turismo e dello sport – è stato inaugurato il primo museo al mondo interamente dedicato al Taijiquan [www.chnmus.net/html/20090824/255394.html; www.cntjq.net/print.aspx?id=5200]. L’impianto è l’unico in tutta la Cina consacrato a una singola arte marziale, sebbene il governo abbia investito ingenti somme anche nella realizzazione di un parco a tema dedicato a Bruce Lee nella città di Foshan - Shunde district, a circa 90 minuti di automobile da Guangzhou – che per la verità, nonostante l’immensa popolarità del Piccolo Drago, rimane poco frequentato dai turisti [Reuters 2010].
L’edificio che ospita il museo, dallo stile architettonico tradizionale, conta tre piani espositivi sormontati da un piano panoramico dove sono raccolti circa diecimila tra manufatti artigianali, armi, libri, calligrafie, foto d’epoca, mobili e suppellettili, plastici e ricostruzioni di ambienti, Gli ambienti sono sorvegliati, spaziosi, ben illuminati, organizzati con tecnologie d’avanguardia, comprensive da pedane interattive e schermi molto apprezzati dai bambini. Le didascalie sono tuttavia scritte solo in cinese, mentre i principali pannelli esplicativi all’ingresso delle sale sono scritti sia con gli ideogrammi cinesi che in inglese ed anche i video didattici sono trasmessi con il sonoro alternato delle due lingue. E’ inoltre sempre disponibile all’ingresso del parco entro cui sorge il museo almeno una guida turistica che parla inglese.
Il museo si trova infatti all’interno di un complesso monumentale molto vasto che comprende siti di diverso interesse. E’ prevista l’installazione di altre infrastrutture ad opera del governo, nell’ambito di un più articolato piano di risistemazione urbanistica del villaggio, ma già adesso il parco racchiude svariati motivi di fascino. Di indubbia suggestione è la residenza restaurata di Chen Wangting, comprensiva di un grande cortile dominato dalla statua di bronzo del fondatore, di cortili, vialetti e giardini, di corridoi e padiglioni affrescati con immagini di storie e leggende legate al Taijiquan, ma che conservano anche mobili, statue e collezioni di armi. Questo sito in particolare è oggetto della devozione della popolazione residente, che vi può accedere gratuitamente in occasione delle celebrazioni del capodanno cinese per rendere omaggio agli antenati. Il restauro di questo antico monumento è stato interamente finanziato dal Gran maestro Chen Xiaowang – nato nel 1946, principale rappresentante della XIX generazione della famiglia Chen, IX duan certificato dalla Chinese Wushu Association, plurivincitore di competizioni nazionali e internazionali, scrittore e calligrafo - grazie ai fondi raccolti con la sua instancabile opera di divulgazione della disciplina in tutto il mondo che persegue senza sosta da un ventennio.
Dopo l’ampia zona occupata dalla residenza storica del fondatore, si attraversa un portone che immette su un viale che attraversa un vasto giardino per condurre al museo dopo un cammino di circa trecento metri sotto cinque archi che simboleggiano gli stadi di apprendimento della disciplina. Prima di imboccare la scale monumentale che sale al museo, si passa inoltre sull’enorme disegno di un Ba Gua (Otto Trigrammi), meglio ammirabile dall’ultimo piano dell’edificio, così come alcune grandi statue in pietra con figure del Taijiquan. Dall’alto il colpo d’occhio è di sicuro effetto scenico, spaziando sull’intero complesso e sulle campagne circostanti.
Le testimonianze raccolte dal personale addetto al complesso monumentale-museale circa l’affluenza ne confermano il prevedibile andamento stagionale – l’inverno è molto rigido in tutta la contea – con il significativo apporto di centinaia di scolaresche che hanno già visitato la struttura. Il biglietto di ingresso costa 40 renminbi (CNY) e permette anche l’accesso a un altro sito suggestivo qual è la casa di Yang Luchan - il fondatore della scuola Yang di Taijiquan, lo stile attualmente più diffuso nel mondo – situata poco distante dal complesso. L’importo non è troppo lieve per i residenti ma certo non scoraggia la visita dei forestieri, specialmente di quelli stranieri provenienti dai paesi opulenti.

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