Uisp-a-mente

UISP-A-MENTE Newsletter della Uisp Emilia-Romagna

n. 14 anno I - lunedì 19 settembre 2011

Web: www.uisp.it/emiliaromagna - E-mail: redazione.emiliaromagna@uisp.it

1. LA SODDISFAZIONE DELLA UISP ALL'INDOMANI DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE E DELLA PRESENZA ALLA TRE GIORNI DI "SPORTSDAYS" A RIMINI

Interventi di Filippo Fossati, Vincenzo Manco e Simone Pacciani

di Redazione Uisp nazionale

2. SI CHIUDE L'ASSEMBLEA DI RIMINI: LA UISP RILANCIA SULLA RIFORMA

"La Uisp chiede la riforma dello sport con un baricentro chiaro, le Regioni" ha detto Vincenzo Manco, vicepresidente nazionale, concludendo i lavori

di Redazione Uisp nazionale

3. SENTINELLE AMBIENTALI IN CANOA

Dalla fiera SportDays di Rimini intervista a Gianni Russo dell'area Acquaviva sul ruolo dello sport per la difesa del territorio

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

4. LA NATURALE ASPIRAZIONE DI ARRAMPICARE

Intervista a Santino Cannavò, presidente della Lega Montagna Uisp, sul valore umano, sociale e ambientale dell'esperienza del climbing

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

5. ESORDIO DELL'AREA INDYSCIPLINATI A SPORTDAYS

Intervista a Valentino Di Lauro, dell'associazione vicentina Krap che propone attività freestyle come il parkour, il freerunning, il mountainboard e la capoeira

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

6. DALLE FIERE AI CAMPI DA GOLF

Intervista a Francesco Aceti, coordinatore nazionale Golf Uisp: "Stiamo riuscendo a cambiare la vecchia mentalità che considera questo come uno sport d'élite"

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

7. RACCONTI DI BIKE TRIAL, ATTIVITÀ SUBACQUEE ED EQUESTRI E SCACCHI DA SPORTDAYS

Le testimonianze degli operatori Uisp impegnati sul campo per far sperimentare nuove attività motorie alle persone/1

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

8. UN PASTICHE DI GIOCHI, FITNESS, PATTINAGGIO, DANZA E CALCIO E SPORTDAYS

Le testimonianze di operatori e dirigenti Uisp impegnati sul campo per far sperimentare nuove attività motorie alle persone/2

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

9. PRESENTATA LA CARTE DEI DIRITTI DELLE DONNE NELLO SPORT

La parlamentare Paola Concia: "Le donne, risorsa economica dello sport"

di Daria Manente - Redazione Uisp Firenze

1. LA SODDISFAZIONE DELLA UISP ALL'INDOMANI DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE E DELLA PRESENZA ALLA TRE GIORNI DI "SPORTSDAYS" A RIMINI

Interventi di Filippo Fossati, Vincenzo Manco e Simone Pacciani

Era impossibile non accorgersi della Uisp a SportDays (Rimini Fiera, 9-11 settembre): il PalaUisp con attività sempre in movimento, lo stand che non è stato mai zitto, l'assemblea nazionale con 300 partecipanti da tutta Italia e poi i 19 appuntamenti di approfondimento, tra seminari e incontri pubblici, che si sono succeduti e accavallati. Infine, l'occupazione briosa dei canoisti Uisp nella vasca decorativa tra un padiglione e l'altro. Gianni Petrucci, presidente Coni, nel suo intervento all'assemblea Uisp ha dato atto all'associazione di spendersi, in questa e in altre occasioni, con "idee brillanti" utili all'intero sport italiano.

"Avevamo annunciato alla vigilia che avremmo portato le nostre idee e il nostro modo di fare sport: abbiamo mantenuto la promessa e ne siamo orgogliosi", commenta Filippo Fossati, presidente della Uisp. "Un lavoro complesso che ci ha visti in prima fila - conclude Fossati - nel lanciare proposte concrete per sviluppare lo sport anche in questo momento di crisi. Eravamo alla prima edizione di questa manifestazione voluta dal Coni e abbiamo dimostrato che la Uisp è la forza più critica dello sport italiano, ma anche quella che più coerentemente collabora e coopera quando c'è da farlo".

"Da questa assemblea di Rimini - commenta Vincenzo Manco, vice presidente Uisp, anche lui visibilmente soddisfatto - emerge una centralità condivisa delle nostre attività. La fatica è stata enorme, la passione tanta: anche nelle attività organizzate durante SportDays nel PalaUisp abbiamo voluto dare una rappresentazione della nostra forza e dell'originalità delle nostre proposte. Questo è, secondo noi, il modo di intendere la promozione sportiva: non si trata di scopiazzare le attività federali ma di cercare un valore aggiunto dello sport di cittadinanza, cucito sulle esigenze di ciascuno".

"La partecipazione della Uisp a SportDays era una scommessa - commenta Simone Pacciani, responsabile dell'area risorse e sviluppo Uisp - era l'anno zero ed era legittima la nostra preoccupazione. Pian piano penso che siamo riusciti a montare una nostra presenza straordinaria che definirei un evento nell'evento, con la quale abbiamo confermato il nostro impegno nel sistema sportivo italiano e nel Coni. Dovremo continuare ad impegnarci per la riforma e non smettere neppure un giorno di pretendere maggiore dignità come Uisp e come Enti di promozione sportiva".

di Redazione nazionale

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2. SI CHIUDE L'ASSEMBLEA DI RIMINI: LA UISP RILANCIA SULLA RIFORMA

"La Uisp chiede la riforma dello sport con un baricentro chiaro, le Regioni" ha detto Vincenzo Manco, vicepresidente nazionale, concludendo i lavori

L'assemblea nazionale Uisp si è chiusa nella mattinata dell'11 settembre a Rimini Fiera, nel corso di SportsDays. Vincenzo Manco, vicepresidente nazionale Uisp, ha concluso i lavori dopo tre giorni di discussione, alla presenza di 250 rappresentanti dell'associazione provenienti da tutta Italia. "La Uisp chiede la riforma del sistema sportivo con un baricentro chiaro, le Regioni", ha detto Manco, rispondendo al presidente del Coni Petrucci che, nel suo intervento di venerdì, aveva escluso la necessità di una riforma dello sport.

"Lo sport di cittadinanza è il nostro impegno costante. Già dai prossimi giorni chiameremo al dialogo le amministrazioni locali e regionali su questo tema per costruire tavoli comuni di lavoro. Siamo pronti a collaborare con il Coni per lo sviluppo dello sport in un momento di crisi, a patto che il confronto sia produttivo, paritario e che le nostre idee di sport sociale e per tutti siano ascoltate. Lo sport - ha concluso Manco - è veicolo di politiche sociali per la salute, l'inclusione, l'ambiente, la solidarietà. Si apra una stagione nuova per sostenere il valore sociale dello sport come avviene nel resto d'Europa. La Uisp è pronta a fare la sua parte, sia sul territorio, sia a livello nazionale. Anche il Coni e il governo devono fare la loro, senza vessare le società sportive del territorio, senza avvitarsi sulla logica dei tagli alla cieca. La Uisp organizzerà un'assemblea nazionale delle società sportive entro la prossima estate: solo affrontando i problemi dello sport sul territorio si può pensare allo sviluppo. Le società sono le protagoniste del movimento sportivo: vanno ascoltate e sostenute nei fatti. Lo sport può rappresentare uno dei volani per rimettere in moto il paese: impiantistica, turismo, occupazione, salute".

"Il tema della riforma dello sport vede nelle Regioni un baricentro: chiediamo al presidente Vasco Errani, che si è molto rammaricato per non aver potuto prender parte ai nostri lavori, di istituire un centro di riferimento specifico sullo sport all'interno della Conferenza Stato-Regioni. Chiediamo alle Federazioni sportive e al Coni rapporti coerenti, politiche condivise e azioni di mutuo rispetto. Non è possibile che alcune Federazioni trovino la strada per lavorare bene con noi, con mutua soddisfazione come nel caso della ginnastica ed altre, come il tennis, ostacolino la collaborazione con la promozione sportiva e con la Uisp. Per noi è importante la riforma, per il Coni no. Però il presidente Petrucci ha parlato di ritocchi al sistema sportivo: quali?".

Leggi qui il contributo integrale di Vincenzo Manco

i.m.

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3. SENTINELLE AMBIENTALI IN CANOA

Dalla fiera SportDays di Rimini intervista a Gianni Russo dell'area Acquaviva sul ruolo dello sport per la difesa del territorio

Una vasca di 50 metri di lunghezza ma profonda solo 40 cm davanti al PalaUisp è stata invasa - durante i tre giorni di SportDays, la fiera dello sport organizzata a Rimini dal Coni dal 9 all'11 settembre - dai kayak, dalle canadesi e dai gommoni dell'area Acquaviva della Uisp. Con risultati notevoli in termini di partecipazione e coinvolgimento delle persone.

Gian Piero Russo, presidente nazionale di Acquaviva Uisp, come ti spieghi questo successo?
"L'acqua crea sempre uno spazio liminale, di confine. Di fronte questo scarto spesso nelle persone si determina un atteggiamento di paura, di ostilità. Noi qui, complice anche il basso livello dell'acqua, abbiamo proposto un approccio alla canoa in totale sicurezza. E infatti siamo stati premiati da una frequentazione altissima della fascia d'età giovanile, oltre che dal sindaco di Udine Furio Honsell che ha pagayato con noi in giacca e cravatta. L'importanza di un simile momento però sta nella possibilità di far avvicinare le persone a questa disciplina, che noi vogliamo promuovere legandola al vivere il fiume da vicino".

Vivere il fiume da vicino, per l'appunto. Quanto vi agevola questo nel monitoraggio del territorio?
"Molto. Con un pizzico di presunzione noi crediamo che le nostre attività ci permettano di sviluppare una conoscenza della qualità del fiume che neanche le autorità di difesa idraulica e la protezione civile hanno. Quotidianamente, noi riscontriamo sul fiume le conseguenze delle politiche del territorio. Partendo da questa esperienza vogliamo proporre lo sport come strumento di fruizione e tutela del fiume e già adesso simili esperienze sono avviate sul Lambro, sul Sele, sul Tanagro, sul Calore e sull'Aniene, solo per fare alcuni esempi. Siamo partiti creando una rete informale che ora vogliamo ufficializzare all'interno della Uisp per proporci come sentinelle ambientali".

E per quanto riguarda invece la vostra attività sul mare? Ci sono ipotesi di lavoro simili, legate anche alla sicurezza e alla riscoperta della vita in mare su piccoli natanti?
"Sicuramente siamo presenti anche lì con attività legate al kayak da mare. Ma la nostra idea è di partire da diverse discipline per poi connetterle tra loro, proponendo anche un diverso turismo nautico. Questo perché anche in mare verifichiamo una massificazione della fruizione che fa perdere di vista la consapevolezza ambientale: ad esempio non tutti sanno che anche le zone più incontaminate sono inquinato dagli scarichi delle barche. Lungi da noi negare il diritto ad andare per mare in barca: quel che vogliamo è creare consapevolezza rispetto alle conseguenze per l'ambiente di ciascuna scelta".

Prima parlavi di spazio liminale. Secondo te, quale sviluppo personale deriva dall'affrontare quel limite e quelle paure rispetto all'elemento acqua a bordo di una canoa?
"Credo che tutte le nostre proposte non rappresentino il fine ultimo: esse sono un tramite per arrivare a creare consapevolezza sulla bellezza dell'ambiente in contrasto rispetto al degrado e all'abbandono. In più, come ad esempio nel rafting, le attività possono far sviluppare la capacità di stare e lavorare insieme. Tutte le nostre proposte, se sviluppate nel rispetto dei principi fondanti dello sportpertutti, possono dare un contributo di crescita importante. Aggiungo anche che qui agli SportDays abbiamo creato un momento di adiacenza delle discipline di terra e d'acqua: sarebbe il caso per il futuro di ragionare e ricreare un altro momento del genere".

vi.mar.

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4. LA NATURALE ASPIRAZIONE DI ARRAMPICARE

Intervista a Santino Cannavò, presidente della Lega Montagna Uisp, sul valore umano, sociale e ambientale dell'esperienza del climbing

Le prove di arrampicata sulla parete verticale artificiale hanno riscosso un enorme successo nel padiglione Uisp allestito a SportDays, la fiera dello sport organizzata a Rimini dal Coni dal 9 all'11 settembre.

Santino Cannavò, presidente nazionale della Lega Montagna, quali sono a tuo avviso le ragioni di questa grande attenzione nei confronti di questa proposta di approccio all'arrampicata?
"Arrampicare è un'attività motoria che tutti abbiamo fatto da piccoli, passando dal gattonare alla posizione eretta. Proporla qui, come un gioco in sicurezza, fa sì che chiunque voglia provare dopo l'esitazione iniziale. E la soddisfazione di arrivare in cima poi è enorme, tant'è che l'arrampicata si usa anche nella riabilitazione psicofisica. Rispetto a questo primo approccio, uscendo poi in ambiente naturale il senso di benessere si amplifica. Noi stiamo puntando molto su questa disciplina, tanto che quasi la metà degli affiliati alla Lega Montagna fa arrampicata. Pareti artificiali come quella usata nel nostro padiglione ci permettono di spostarci anche nei contesti urbani e nelle scuole".

Credi che una prova di arrampicata fatta in una fiera susciti tanta curiosità da spingere poi le persone a un'attività continuativa?
"Sicuramente sì. Tant'è che dopo simili eventi riscontriamo un elevato numero di persone che si ritrova a volere riprovare".

Questo vuol dire per voi investire nelle pareti artificiali?
"Come Lega crediamo che le pareti artificiali abbiano significato solo laddove non c'è la possibilità di arrampicare in ambiente naturale. È lo stesso discorso dei parchi avventura, che in Italia si stanno diffondendo molto. Riteniamo che ci sia del buono nella diffusione di un'attività, ma non vogliamo che questa sia inflazionata e diventi business. Pareti artificiali e parchi avventura sono strumenti per mediare rispetto all'uscita in ambiente; strutture simili in contesti naturali sono invece sfregio all'ambiente e all'esperienza che si adatta al luogo. Perché la parete artificiale riduce l'interpretazione personale, poiché i movimenti sono obbligati e il tracciatore determina il gesto dell'atleta. Sulla roccia invece ognuno crea la sua via e interpreta l'ambiente".

Come accade in ambiente urbano con il parkour. Vedi delle somiglianze tra queste discipline?
"Sicuramente, anche perché hanno radici storiche comuni. Il parkour è una forma di ribellione al contesto urbano che mette in contrapposizione la libertà del movimento in ambiente con le costrizioni della città per la riconquista del luogo. La rivoluzione di questa disciplina somiglia a quella che ci fu nel passaggio dall'arrampicata tradizionale al free climbing, grazie a un movimento di giovani verso i primi anni '70 nella Valle dell'Orco in Piemonte".

Abbiamo parlato di arrampicata come aspirazione dell'uomo. Eppure questa disciplina obbliga a prestare un'enorme attenzione alla sicurezza. Voi come organizzate la formazione per garantire agli associati Uisp la massima tranquillità?
"Mettiamo al centro l'associazione. La formazione si struttura nel vivere insieme, nell'acquisizione lenta e costante delle pratiche e nel passaggio delle conoscenze all'interno di un gruppo. L'associazione è il luogo ideale per realizzare questo cammino: i nostri operatori sportivi volontari sono persone che dopo anni di attività decidono di mettere a disposizione degli altri la propria esperienza. Solo se capaci, sicuri per loro e per gli altri, formati sul piano ambientale e sociale possono operare. Non crediamo assolutamente ai corsi di formazione veloci, che anzi riteniamo estremamente pericolosi. E consigliamo a tutti di non appropinquarsi a un ambiente naturale senza una persona esperta e che giorno dopo giorno mette a disposizione la propria professionalità e umanità".

vi.mar.

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5. ESORDIO DELL'AREA INDYSCIPLINATI A SPORTDAYS

Intervista a Valentino Di Lauro, dell'associazione vicentina Krap che propone attività freestyle come il parkour, il freerunning, il mountainboard e la capoeira

Il PalaUisp si è distinto all'interno di SportDays, la fiera dello sport organizzata dal Coni dal 9 all'11 settembre a Rimini, soprattutto per la proposta di attività poco conosciute e inusuali. Tra i vari stand, che comprendevano canoa, arrampicata, attività subacquee e bike trial, c'era anche lo spazio del Krap, associazione vicentina che ha messo al centro della propria proposta sportiva le attività freestyle e che collabora con la Uisp all'interno della neonata area Indysciplinati.

A Valentino Di Lauro, membro fondatore del Krap, abbiamo chiesto innanzitutto quali difficoltà si incontrano nel proporre discipline quali il parkour o lo skate.
"Innanzitutto si tratta di attività non comuni e che in Italia incontrano difficoltà nel reperire spazi. Le nostre sono discipline di strada, di cui si pensa male e su cui ci gravano ancora molti pregiudizi. In realtà si tratta semplicemente di attività libere, in cui i ragazzi non hanno molti vincoli. Parkour, freerunning, capoeira, mountain board (uno skateboard con le ruote più grandi che permette di transitare anche su sassi e strade sterrate, ndr) sono discipline giovani, che noi proviamo a far conoscere ed apprezzare a tutti".

Qual è l'approccio con cui provate a smantellare i pregiudizi?
"Il pregiudizio è conseguenza della mancanza di conoscenza: noi abbiamo compreso che sfondarlo è molto facile se si mostra che le attività sono fatte con una filosofia positiva e in sicurezza. In altri stati magari queste cose sono famose e affermate, mentre da noi anche la mancanza di spazi rende tutto più difficile, obbligando le persone all'uso non convenzionale degli spazi pubblici che crea paura. Ma il bello di queste discipline è proprio che insegnano a utilizzare le cose con fantasia. Come sempre bisogna persistere".

Come è strutturata la vostra proposta di attività?
"Facciamo tanti eventi per creare innanzitutto visibilità. Abbiamo poi corsi per le persone dai sei anni fino all'età adulta. Lavorare con i bambini è chiaramente molto più facile: quello che insegnano queste discipline è la naturalezza e i bambini non hanno vincoli. Mentre con i ragazzi che hanno fatto sport disciplinati è più difficile togliere le abitudini corporee che si sono radicate. Quello che riscontriamo rispetto alle discipline freestyle è l'assenza del rischio di drop out (l'abbandono della pratica motoria, ndr): in questo settore infatti si crea un legame anche a livello familiare tra i ragazzi, con uno spirito di gruppo molto forte e una grande soddisfazione anche a vedere le evoluzioni dell'altro. Per cui anche se non si pratica sempre con assiduità alla fine si è sempre coinvolti nel movimento sportivo".

vi.mar.

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6. DALLE FIERE AI CAMPI DA GOLF

Intervista a Francesco Aceti, coordinatore nazionale Golf Uisp: "Stiamo riuscendo a cambiare la vecchia mentalità che considera questo come uno sport d'élite"

Come far avvicinare la gente al golf all'interno del padiglione di una fiera? Semplice: basta avere a portata di mano una sacca piena di mazze, molte palline, una struttura gonfiabile a forma di tunnel circondata da reti per interrompere la traiettoria dei colpi e l'accoglienza degli operatori del Coordinamento Golf Uisp. I tratti che distinguono questi appassionati? Molta disponibilità, simpatia e pazienza con i più incapaci (come chi scrive) e tanta voglia di far avvicinare a questa disciplina i giovani, le donne e i bambini. E tutto l'insieme ha riscosso grande successo.

Francesco Aceti, coordinatore nazionale Golf Uisp, come commenti questo risultato?
"Con entusiasmo ma senza sorpresa. Infatti in tutte le fiere cui partecipiamo e nelle occasioni in cui proponiamo l'avvicinamento al golf abbiamo sempre riscontrato grande attenzione nell'approccio delle persone. In Italia la gente si reca sui campi o presso le strutture apposite molto difficilmente, soprattutto perché non esiste una cultura del golf, che viene percepito ancora come sport d'élite. È chiaro quindi che portare questa disciplina tra la gente gratuitamente dà ottimi risultati".

Eppure questa attività è stata da sempre riservata a pochi. Rispetto all'impegno Uisp per lo sportpertutti - che sinteticamente si può definire legato alla promozione, all'accessibilità economica e alla socialità in luogo della competizione - è possibile individuare qualche contraddizione?
"Io non parlerei in questi termini. Da quando abbiamo lanciato il concetto che il golf può essere praticato da tutti stiamo lentamente riuscendo a trasformare la vecchia mentalità e le antiche convinzioni. In più, sono ormai nati campi pratica dai costi accessibili, pari a 400 euro annui: una spesa simile a quella per l'abbonamento in una qualsiasi palestra".

Sempre in tema di contraddizioni, voi che strategie avete sviluppato per risolvere le questioni legate all'impatto ambientale di questa disciplina?
"Anche questo aspetto mette in gioco la questione della conoscenza approfondita di questa disciplina. Il golf in Italia viene associato alla speculazione edilizia, alla cementificazione attorno ai campi. Si tratta di un fenomeno reale, purtroppo soprattutto al sud, ma non è corretto associare tout court lo sport a tali derive. Per quanto riguarda invece i consumi d'acqua, abbiamo finalmente ottimi esempi di canalizzazione e recupero dell'acqua usata per l'irrigazione che consentono grandi risparmi. Addirittura nelle località marittime si stanno poi costruendo impianti di desalinizzazione per l'uso dell'acqua di mare. Per quanto riguarda invece l'utilizzo di sostanze nocive contro i parassiti, si sono fatti progressi a livello mondiale che hanno portato all'uso diffuso di sostanze di derivazione naturale. Infine, ci sono già in Italia varie esperienze di costruzione di campi in zone di recupero come vecchie cave e vecchi depositi per lo stoccaggio dei rifiuti, risparmiandosi così di andare a intaccare nuove aree naturali e anzi riqualificando luoghi altrimenti abbandonati".

Quali sono i progetti per l'immediato futuro?
"Innanzitutto strutturarsi ulteriormente, dando vita a nuove iniziative su piazze e dentro le fiere e continuando nella formazione degli operatori. In ultima battuta vogliamo coordinare al meglio le iniziative sul territorio, ivi comprese le gare, con l'idea di dar vita a un circuito nazionale".

vi.mar.

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7. RACCONTI DI BIKE TRIAL, ATTIVITÀ SUBACQUEE ED EQUESTRI E SCACCHI DA SPORTDAYS

Le testimonianze degli operatori Uisp impegnati sul campo per far sperimentare nuove attività motorie alle persone/1

Eclettica e variegata è stata la proposta di attività presentate nel PalaUisp alla fiera SportDays, organizzata a Rimini dal Coni dal 9 all'11 settembre. L'Unione Italiana Sport Per tutti ha fatto una scelta precisa per l'occasione: stimolare la curiosità delle persone con la pratica diretta, mettendo una accanto all'altra discipline molto differenti. Ne è un esempio lampante l'accostamento di bike trial (attività di superamento di ostacoli in sella alla bici che è stata anche presentata in un partecipato workshop nella giornata odierna), attività subacquee, scacchi e attività equestri e simulazioni di giocoleria a cavallo con Cavalgiocare.

"Abbiamo vissuto bei giorni grazie anche a una splendida organizzazione da parte della Uisp - racconta Massimo Jacoponi, responsabile del bike trial per la Lega Ciclismo Uisp - e siamo riusciti a far apprezzare i rudimenti di questa nostra attività a circa 60 ragazzi. Il nostro - sottolinea l'operatore Uisp - è uno sport che richiede grande tecnica e quindi non ha numeri altissimi. Per questo sono fondamentali momenti come questo, che ci permettono di far comprendere come la bici usata per esercizi di equilibrio e piccole acrobazie possa essere strumento per un maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni".

Particolarmente apprezzato è stato lo stand della Lega Attività Subacquee, che con i suoi volontari e la sua piscina autoportante ha fatto provare a 70 bambini una prima immersione con respiratore e bombola. "Spesso i genitori sono titubanti rispetto a una simile esperienza - racconta Enrico Maestrelli, presidente nazionale della Lega Attività subacquee - ma di fronte all'insistenza dei bambini che naturalmente si incuriosiscono finiscono sempre anche loro per sperimentare questa disciplina. Si sa che alla fine i bambini vincono sempre e per noi è motivo di divertimento riuscire a coinvolgere il maggior numero di persone, nella speranza di avvicinarle al nostro modo di vivere l'attività subacquea".

Poco distanti dalla piscina dei sub si trovavano i tavoli del Coordinamento Scacchi. "Ci siamo inseriti per la prima volta - afferma Erminio Castaldi, dell'area formazione e ricerca del coordinamento nazionale Scacchi - in un evento di questo tipo, stando vicini peraltro allo stand dei giochi tradizionali. La nostra presenza è stata apprezzata da molte persone che hanno curiosato e provato a giocare qualche partita. Penso si tratti di un primo approccio positivo che può solo migliorare se si dovesse ripetere in futuro una simile esperienza".

"Ambiente e innovazione sono le parole chiave che hanno caratterizzato il padiglione Uisp - ha affermato Mariagrazia Squadrani della Lega Attività equestri - e la risposta alla nostra attività ci è sembrata molto positiva. La nostra difficoltà in eventi come questo è sempre quella di tradurre in attività al coperto ciò che facciamo all'aria aperta con i cavalli, sapendo che qui ci troveremo a tentare di far avvicinare le persone al mondo del cavallo senza avere gli animali con noi. Non vogliamo infatti imporre forzature agli animali costringendoli in una fiera e per questo dobbiamo impegnarci ogni volta a superare i piccoli blocchi delle persone. Alla fine, attraverso il gioco e il racconto della vita del e a cavallo, si riesce sempre a far breccia e ottenere una buona risposta".

vi.mar.

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8. UN PASTICHE DI GIOCHI, FITNESS, PATTINAGGIO, DANZA E CALCIO E SPORTDAYS

Le testimonianze di operatori e dirigenti Uisp impegnati sul campo per far sperimentare nuove attività motorie alle persone/2

Adiacenti le une alle altre, fin quasi al punto di mescolarsi. Così è stato scelto di mettere in mostra le discipline Uisp presenti alla fiera SportDays, organizzata dal Coni a Rimini dal 9 all'11 settembre. All'interno del PalaUisp ad attirare visitatori coinvolgendoli nella pratica diretta delle attività c'erano anche gli operatori dell'Area Gioco, delle Leghe Le ginnastiche, Pattinaggio, Danza e Calcio Uisp.

Ivan Lisanti, presidente dell'Area Gioco Emilia-Romagna, commenta con tono molto soddisfatto l'allestimento del padiglione Uisp. "Non posso che unirmi all'ottimo giudizio che già altri hanno dato. Ma lo faccio dal punto di vista tecnico di chi si occupa di organizzare simili manifestazioni per lavoro anche fuori dalla Uisp. Per quanto riguarda nello specifico il nostro settore, credo che in una prossima occasione, oltre a proporre i vari giochi di logica che abbiamo portato a Rimini, potremmo puntare anche su giochi di movimento come il tiro alla fune, il dodgeball e il frisbee per meglio uniformarci alla restante proposta di attività motoria".

"Credo che l'aver riunito nel nostro padiglione un insieme di sport non convenzionali - afferma Rita Scalambra, presidente nazionale della Lega Le ginnastiche - sia l'aspetto che ci ha caratterizzato. Da questa esperienza si può partire adesso per continuare a immaginare manifestazioni con proposte trasversali. Credo che la Uisp sia stato l'unico ente che ha creduto veramente negli SportDays, dando un contributo alla riuscita complessiva dell'evento. Di conseguenza ne usciamo rafforzati come associazione e mi auguro che questo comporti una maggiore attenzione del Coni, che deve comprendere al meglio la nostra collocazione e i nostri valori, la nostra identità che non è fotocopia di nulla. Solo partendo da questo riconoscimento si può impostare poi un lavoro in maniera sinergica".

Raffaele Nacarlo, presidente della Lega Pattinaggio, vede nella fiera riminese "un'esperienza positiva per la Uisp, che ha fatto la figura del leone per varietà di discipline proposte e possibilità di provarle. In particolare poi per il nostro free style, ci siamo trovati per la prima volta ad avere l'occasione di portare questa disciplina in un'iniziativa pubblica della Uisp, visto che in genere usciamo con l'artistico. Adesso vorremmo bissare quest'esperienza in tutte le edizioni locali del prossimo Vivicittà".

Più complesso il quadro per quanto riguarda la danza: "Io sono dell'opinione - afferma il presidente di Lega Furio Bologni - che il palcoscenico naturale della danza sia il teatro. Ma credo anche che manifestazioni simili, migliorate con alcuni accorgimenti riguardanti il palco, le luci e gli impianti audio, possano essere utili anche al nostro movimento. Nulla da eccepire invece sull'organizzazione generale e la strutturazione del nostro padiglione".

E proprio a poca distanza dal palco della danza e delle ginnastiche si trovava il campo di calcetto che ha visto disputarsi un minitorneo con 9 partite 5 contro 5. Delle rappresentative in gara, alla fine si sono aggiudicati la "competizione" (volta più a promuovere l'impegno sociale della Uisp attraverso il calcio) i rifugiati politici da Roma dei Liberi Nantes. Al secondo posto invece la selezione Mondiali Antirazzisti da Bologna e, sul gradino più basso del podio, la Polisportiva Aurora di Prato. A seguire invece la Polisportiva Va' Pensiero di Parma, composta da ragazzi dei centri diurni e d'igiene mentale, la Polisportiva Zambra di Pisa e la "Rappresentativa Emilia-Romagna da Piacenza.

di Redazione Uisp Emilia-Romagna

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9. PRESENTATA LA CARTE DEI DIRITTI DELLE DONNE NELLO SPORT

La parlamentare Paola Concia: "Le donne, risorsa economica dello sport"

Nel segno delle donne e dello sport si è aperta ieri l'assemblea Nazionale Uisp, con la presentazione della La Carta dei diritti delle donne nello sport attraverso un incontro dal titolo "Perché 25 anni dopo?". Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp, ha risposto per primo all'interrogativo ricordando che l'impegno dell'associazione su questo tema ha origine nel lontano 1985, quando venne proposta per la prima volta dalla Uisp la "Carta dei Diritti delle Donne nello sport" poi trasformata dal Parlamento europeo nel 1987 nella Risoluzione delle Donne nello sport (doc. A 2-32/87/riv). "Da oggi pensiamo debba partire un processo di ricerca e di consenso, di assunzione di responsabilità, un movimento che possa portarci a riproporre il tema alle istituzioni europee".

Daniela Conti, responsabile del progetto Olympia, racconta il percorso che tre anni fa le donne della Uisp hanno intrapreso sentendo la necessità di riscrivere la Carta, riattualizzandola attraverso un confronto con altri partner europei ed affrontando tematiche che 25 anni fa non facevano parte del tessuto sociale, come ad esempio quello della multiculturalità. "Non esistono sport prettamente maschili o femminili o riservati ad alcune popolazioni, ma esistono degli sport e delle persone che vogliono praticarli". Paola Lanzon, responsabile del Coordinamento donne Uisp, ha sottolineato che "se dopo un quarto di secolo si sia risentita l'esigenza di rivedere la carta significa che in questi anni non sono stati fatti dei progressi in merito, ma si riscontra addirittura un arretramento."

Uno dei risultati più interessanti che emerge dalla mappatura riguarda l'uguaglianza di genere nello sport europeo e la percezione dell'esistenza di una "discriminazione percepita" che è ben lontana dalla "discriminazione reale": negli 11 paesi europei selezionati il 79% degli incarichi dirigenziali sono affidati a uomini e in Italia nessuna donna riveste un incarico dirigenziale all'interno di federazioni sportive. La carta, che parte proprio da questi dati, si interseca con il mondo di chi lo sport lo pratica: Stefania Mannucci, capitana della Polisportiva Rugby L'Aquila femminile, alla domanda rivoltale durante la sua attività sportiva "Ma chi te lo fa fare?" risponde che "la volontà e la determinazione sono i fattori che spingono una donna ad intraprendere un percorso sportivo e che se attualmente il movimento femminile cresce nell'ambito di quelle attività finora considerate prettamente maschili è perché sono le donne che vogliono crescere."

Infine, la parlamentare Paola Concia, che proprio nel 1985 in occasione della stesura della prima edizione della carta venne a contatto con la Uisp, invita tutti ad essere consapevoli che "lo sport rappresenta un mezzo di diffusione di modelli culturali, uno strumento delle politiche pubbliche e che mettere al centro dello sport le donne porterebbe anche un notevole vantaggio dal punto di vista economico." Conclude Tiziana Bartolini, direttrice di Noi Donne: "C'è la necessità di attuare un processo di riprogettazione culturale della nostra società attraverso un lavoro di rieducazione e la carta può essere la base di partenza con le donne le protagoniste".

di Daria Manente - Redazione Uisp Firenze

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