Comitato Regionale

Emilia-Romagna

RieM: un progetto all'orizzonte

Elaborazione sempre in movimento per le politiche sull'attività motoria della grande età. Ne parla Massimo Davi, responsabile del settore ricerca e sviluppo

di Massimo Davi

 

RIEM sta per "Rieducazione Motoria". È un'idea, un nuovo progetto o, meglio, una nuova sfida a se stessa che la Uisp si sta lanciando. Nasce dal tavolo istituito presso la sede regionale della Uisp Emilia-Romagna per coordinare il progetto Active Age e costituisce al tempo stesso un punto di arrivo e un punto di partenza. Di arrivo perché la nostra riflessione sulle attività per la grande età non si è mai fermata, dai tempi in cui si è iniziato a operare attraverso le ginnastiche dolci, fino alla elaborazione Afa (Attività fisica adattata). Punto di partenza perché il progetto "Active Age" ha aperto nuove vie d'interpretazione della stessa attività, espandendone l'applicazione sia ad altre fasce di età, sia a diversi soggetti. Inoltre la regione Emilia-Romagna ci ha invitato a utilizzare l'acronimo Afa solo per le attività convenzionate con le Ausl territoriali, laddove esista una specifica convenzione, applicandone il relativo protocollo.

Ora - siccome al nostro interno è in atto un'analisi del protocollo Afa stesso in funzione della nostra esperienza e ad una prima valutazione abbiamo tecnicamente e metodologicamente  stimato quanto ci stia "stretto" - dal tavolo di elaborazione del progetto Active Age e dalle considerazioni fatte dalla nostra Area Ricerca è uscita la proposta di intraprendere un'attività RieM in virtù del fatto che una volta esauriti gli interventi convenzionati Afa, l'attività di rieducazione motoria deve continuare. La proposta tende anche a farci riappropriare di mezzi, metodi e didattiche più legati alla nostra visione associativa che non a una vocazione prettamente sanitaria.

Nasce così la proposta di RieM. Ora, in virtù del fatto che la nostra elaborazione è sempre in movimento, si è pensato di dare il via a questo nuovo progetto con un seminario di formazione regionale per tecnici, con lo scopo di fornire gli elementi di riferimento teorico, gli strumenti pratici di riferimento e anche i principi metodologici sui quali impostare le future attività rivolte a una fascia adulta/anziana. Il seminario si è tenuto a Bosco Albergati (a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena) presso la struttura de' La città degli alberi, il 7 e 8 giugno 2014, all'interno della festa denominata ViverVerde.

Il seminario - che non ha mai voluto essere un vero e proprio corso di formazione ma, appunto un seminario di approfondimento - ha visto quattro fasi di lavoro su tematiche distinte ma bel collegate fra loro. In primis una breve relazione sull'importanza della conoscenza del contesto sociale in cui opera la Uisp, su cosa sta cambiando e come, su quali proposte abbiamo portato avanti per "stare sul pezzo", su quali consapevolezze e quali alleanze abbiamo sviluppato. Poi ci si è concentrati su una attività pratica sbilanciata sui temi metodologici, che hanno offerto una ri-proposizione di "avventure" ben conosciute al mondo Uisp: dall'espressione corporea all'antiginnastica della Mézières, il tutto da sperimentare sul e con il proprio corpo, unendo le proposte pratiche di Cristina Di Tommaso che sono state incentrate sulla trasversalità, sul "mettere nelle condizioni" e sul concetto di autonomia. Nella quarta fase, dopo aver analizzato il protocollo Afa si è chiesto di elaborare in gruppo una pianificazione, attraverso un passaggio fra questi elementi: individuare un obiettivo fra quelli indicati nel protocollo; scegliere una pianificazione "conosciuta e ben padroneggiata" da cui partire; rielaborarla in chiave situazionale offrendo un nuovo palinsesto attraverso il quale pianificare; offrire al gruppo una pianificazione di 20 minuti circa che mantenesse comunque lo stesso obiettivo iniziale; le proposte sono state poi sperimentate e discusse da tutto il gruppo dei corsisti nell'ultima fase del seminario.

Nello sviluppo delle quattro fasi sono spiccati come punti di forza da una parte l'enorme patrimonio tecnico, didattico ed esperienziale legato alle diversità di attività condotte dai comitati rappresentati dagli operatori presenti (Ferrara, Forlì-Cesena, Modena), dall'altra la qualità del sapere espresso da questi ultimi. Sull'altro piatto della bilancia, fra i punti di debolezza, è emersa invece una difficoltà a leggere in chiave situazionale alcune fra le proposte operative emerse dai gruppi di lavoro. È stato rilevato inoltre come la mancata presenza al seminario da parte di alcuni comitati abbia condizionato la possibilità che lo scambio di esperienze fosse ancora più completo e davvero "regionale", quasi come se si fosse persa una occasione di confronto.

Dai gruppi di lavoro, infatti, è emersa la necessità di avere (anche in presenza di proposte operative diverse) alcune parole chiave comuni a tutti, al fine di rendere omogenea una metodologia didattica nella proposta di attività ri-educative motorie rivolte a una fascia adulta. A tal fine sarebbe utile recuperare il patrimonio, di cui la Uisp è portatrice, legato alla cultura delle ginnastiche dolci e dell'antiginnastica. Quindi, in tema Afa, mantenere i nostri rapporti con le Asl senza rinunciare, a tal fine, alla nostra natura e alla nostra storia. Ovviamente, come sempre quando si inizia un percorso, è emersa la necessità di incontrarsi ancora per proseguire il confronto anche favorendo la presenza di altre esperienze. La parola chiave in questo caso è e resta "formazione". Una parola che pare non passare mai di moda, ma che va sostenuta dalla individuale motivazione a formarsi e da una esplicita e manifesta intenzionalità a farlo.

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