Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Giallo speranza

Domani la casa circondariale apre le porte ai Castore e Polluce della palla ovale

I dirigenti della Giallo Dozza in conferenza stampadi Mattia Boccuti

 

BOLOGNA – Ogni settimana sul campo di rugby del carcere di Bologna i pochi spettatori muniti di autorizzazione possono osservare le prestazioni della Giallo Dozza. È una squadra di detenuti che il 25 giugno alle 14,30 sfiderà in un inedito derby la formazione dilettantistica dei Balanzoni, così concludendo tra le "mura amiche" il secondo anno di un esperimento sportivo ricco di soddisfazioni. La partita è stata presentata ieri all'Hotel Savoia Regency di Bologna nel corso della conferenza stampa preparatoria al primo trofeo Illumia. La nota azienda emiliana dell'energia, infatti, sponsorizzerà l'incontro tra due compagini nate dall'impegno della storica società Bologna Rugby 1928.

Pur non trattandosi del primo tentativo italiano di introdurre la cultura della palla ovale oltre le sbarre, è certamente un esempio senza precedenti in Emilia-Romagna. Nata infatti tra il 2013 e 2014 all'interno del progetto "Tornare in campo", la Giallo Dozza ha accolto decine di detenuti selezionati a partire da parametri tanto etici quanto fisico-attitudinali. "Il rugby in sé ha valori che migliorano l'approccio dei detenuti con il carcere, riesce a evitare i drammi dell'individualismo e dell'isolamento che tendenzialmente caratterizzano chi non viva libero", ha affermato nel corso della conferenza stampa Stefano Cavallini, presidente della Giallo Dozza. Dal suo punto di vista, inoltre, l'esperienza della Giallo Dozza può avere il duplice effetto di trasmettere valori assolutamente positivi ai detenuti e al pari di strappare il carcere da quella sua dimensione di "luogo della vergogna", lo spazio dell'errore fisicamente lontano dallo sguardo della città. L'escamotage della partita può quindi essere il mezzo per riunire questi due segmenti della società e celebrare il trionfo della vita nel corso di analcolici terzi tempi.

Non è quindi un caso che la Giallo Dozza abbia scelto di caratterizzare le proprie divise con questo colore. Il giallo è un colore importante nel rugby: è infatti il simbolo del cartellino usato per una punizione temporanea e rappresenta quindi il momento della meditazione sull'errore commesso dal giocatore scorretto. In questo caso l'atleta si siede in panchina ed è costretto a riflettere sul fatto di aver lasciato i suoi compagni da soli, di aver tradito la loro fiducia, di essere il responsabile della loro fatica. Eppure la punizione non è definitiva. Passati dieci minuti può rientrare in campo e riprendere a lottare con tutte le sue forze. È una bella metafora. I giocatori dalla Giallo Dozza sono detenuti, uomini che hanno commesso un errore e che sono seduti in panchina ad aspettare la chance che il mondo gli dovrà dare.

"Non ci sono particolari aspettative agonistiche dal momento che l'obiettivo principale è il reinserimento dei detenuti in società", ha confidato uno degli allenatori della Giallo Dozza, ricordando con sanissimo orgoglio che alcuni dei giocatori da lui allenati sono anche riusciti, dopo aver scontato la propria pena nella Casa Circondariale, ad inserirsi con ottimi risultati nella squadra gemella dei Balanzoni. Così, ad esempio, l'ex mediano d'apertura tunisino della Giallo Dozza ha potuto disputare quasi un intero campionato con i Balanzoni, prima almeno di essere rimpatriato.

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