Parità e diritti nello sport

della redazione Uisp Emilia-Romagna

BOLOGNA - Professionismo sportivo, rapporto con le istituzioni, disabilità, attività femminile. Questi i punti sui quali ci si è soffermati venerdì 11 novembre, nella facoltà di scienze motorie di Bologna di via San Donato, durante il seminario "Lo sport contemporaneo: uno spazio di pari opportunità?". All'incontro, organizzato dal laboratorio di comunicazione sportiva SportComLab, sono intervenute - assieme alla docente Giovanna Russo - Manuela Claysset, presidente del Consiglio Uisp con delega alle politiche di genere e Roberta Li Calzi, presidente della commissione pari opportunità del Comune di Bologna.

"L'obiettivo delle realtà che lavorano nel mondo sportivo - ha affermato Claysset - dev'essere quello di aumentare il numero di persone attive e non rivolgersi solo a chi già fa sport. Occorre ripensare l'idea di attività motoria: torniamo a considerarla un gioco. Da questo approccio sono nati il touch rugby e il calcio camminato, esperienze che hanno avuto successo proprio perché sono state in grado di rivolgersi a un'utenza ampia e diversificata declinando le regole delle discipline sui bisogni e i desideri dei protagonisti".

Dei limiti e delle prospettive del sistema sportivo italiano ha parlato anche Roberta Li Calzi, concentrandosi soprattutto sulle contraddizioni dell'attività femminile. "Le donne - ha spiegato la presidente della commissione pari opportunità del Comune di Bologna - non possono accedere al professionismo sportivo: ne derivano la mancanza di tutele, dalla maternità a un differente trattamento salariale, e un conseguente abbandono sportivo. Le incoerenze dello sport italiano, del resto, nascono dall'alto, dall'assenza di un ministero dedicato. Ora occorre intervenire a livello culturale: lavorare per i diritti delle donne nello sport significa lavorare per l'intero Paese".