Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Legge nuova, sport nuovo

Al convegno "Lo sport contro l'omofobia", promosso da Uisp e ArciLesbica, Luca Rizzo Nervo, assessore del comune di Bologna, anticipa l'oggetto di una nuova legge regionale sullo sport, che conterrà un esplicito richiamo al contrasto delle discriminazioni di genere e orientamento sessuale

di Camilla Di Pace

 

BOLOGNA - "Inserire il tema dell'omofobia in una nuova legge regionale sullo sport darebbe nuovo slancio a questa battaglia di civiltà". Così Luca Rizzo Nervo, assessore allo sport e all'integrazione del Comune di Bologna, ha esordito durante il convegno "Lo sport contro l'omofobia", svoltosi il 25 febbraio, nella Cappella Farnese di Palazzo D'Accursio a Bologna, nell'ambito delle iniziative promosse dalla Uisp Emilia-Romagna e da ArciLesbica con il patrocinio del Comune per combattere i pregiudizi di cui sono oggetto le persone lgbtq. Quella indicata da Rizzo Nervo come una delle priorità del nuovo consiglio regionale dell'Emilia-Romagna rappresenta ancora una bozza di legge, ma forse questa volta la strada intrapresa è quella giusta.

L'evento si proponeva di portare "al microfono" le voci degli atleti, criticati perché di diverso orientamento sessuale. Vari relatori, atleti e non, si sono avvicendati alla tavola rotonda esponendo le loro idee. "Essere se stessi fa sempre bene". Così ha esordito la giovanissima Nicole Bonamino, hockeista inline della nazionale. L'atleta - di 23 anni - ha affermato di aver fatto coming out per stare meglio con se stessa, sostenendo che non servono le leggi, le quali possono essere infrante, ma che è necessario educare la popolazione al loro rispetto. "Sembra - ha concluso - di essere ancora sotto il dominio fascista. Mussolini, non fece leggi contro i gay perché li considerava inesistenti".

La tavola dei relatori nella Cappella Farnese di Palazzo D'Accursio, a Bologna, per il convegno 'Lo sport contro l'omofobia'"Come associazione - ha affermato Manuela Claysset, responsabile nazionale delle politiche di genere della Uisp - siamo attivi da tempo per ragionare e agire contro l'omofobia attraverso lo sport. Lo abbiamo fatto in occasione delle Olimpiadi invernali di Sochi e in altri momenti. Oggi abbiamo voluto aprire un confronto tra istituzioni e associazioni, sportive e non, per decidere le vie da percorrere nella lotta all'omofobia".

ArciLesbica ha voluto al proprio fianco l'Unione Italiana Sportpertutti, ponendo lo sport al centro della discussione, perché l'attività motoria è un mezzo di comunicazione di massa e grande strumento di educazione. Per questo all'incontro sono state invitate le associazioni sportive, tra cui la Bugs, squadra di calcio a 5 che opera da tempo sul territorio emiliano con lo scopo di integrare atleti, gay e non. Oltre allo sport, anche il giornalismo ha un ruolo molto importante. Il giornalista infatti può farsi promotore delle campagne cui gli sportivi, in campo o fuori, partecipano, cercando di educare i lettori o gli ascoltatori ad una cultura del diverso da sé. Luisa Rizzitelli, giornalista ed esperta di comunicazione, ha espressamente chiesto alla Uisp di collaborare alla scrittura di un protocollo da far firmare al Coni che abbia come tematica principale l'introduzione di leggi a tutela dei diritti degli omosessuali e che preveda grosse sanzioni per chi le infrangesse. "In Italia esistono 16.000.000 di sportivi - ha dichiarato Rizzitelli - ma solo 7.000.000 sono professionisti. Tra questi non ci sono donne, perché la legge sullo sport riconosce il livello di professionismo solo agli uomini. Ma neanche gli uomini sono tutelati, infatti a differenza dei paesi esteri, in Italia gli sportivi professionisti devono esercitare i propri doveri, ma non i propri diritti. Se ad esempio un calciatore viene insultato in campo perché gay, può ricorrere solo alla giustizia sportiva e non a quella ordinaria".

L'apertura dell'incontro è stata riservata a Luca Pietrantoni, docente di psicologia sociale all'Università di Bologna, il quale, esponendo i dati di una propria ricerca, che ha indagato il rapporto che i tifosi hanno con il tema dell'omosessualità. Buono per quelli stranieri, un po' meno per gli italiani. È esemplare a proposito uno striscione esposto durante una partita del Bajern Monaco da alcuni tifosi italiani con epiteti omofobi rivolti agli avversari. Veniamo agli atleti: come dimenticare le parole di Cassano ad Euro 2012? O ancora quelle dell'ex moglie di Buffon che disse: "Vanno bene i calciatori gay, ma facciamo gli spogliatoi separati". Tutto ciò per non prendere in considerazione le olimpiadi invernali di Sochi, con l'enorme campagna omofoba messa in piedi da Putin.

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