Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Area Uisp n. 13 (febbraio 2011)

La copertina di Area Uisp n. 13 (febbraio 2011)

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Sommario

In questo numero
di Vittorio Martone

La follia dei nostri tempi
di Vincenzo Manco

Viaggi e miraggi
di Nicola Alessandrini e Vittorio Martone

Un luogo contro l'esclusione
di Nicola Alessandrini

Uno sportpertutti senza margini
di Nicola Alessandrini

Laboratori di sport periferici
di Mario Reginna

In armonico cammino
di Martina Bondesan

In mare senza recinti e barriere
di Gabriele Tagliati

Dritti in buca
di Gianluigi Amadei

Le radici della Uisp in Emilia-Romagna
di Roberto Meglioli

Una non violenta autodeterminazione dei popoli
di Vittorio Martone

I mezzi della cooperazione
di Daniele Borghi e Ivan Lisanti

Ma la lap dance è sport?
di Francesca Colecchia

Giocando sulla sabbia al castello (di Kafka)
di Francesco Frisari

In questo numero

di Vittorio Martone

 

Qual è il territorio della follia? Come ci si muove al suo interno? Cosa c'entra lo sport con la follia? A nessuna di queste domande abbiamo trovato una risposta definitiva. Ma spulciando tra sport e le teorie di alcuni filosofi abbiamo trovato spunti interessanti, che lasciano pensare a uno spazio a tre dimensioni molto più complesso, come qualsiasi cosa al mondo, rispetto a quanto non si immagini a primo acchito. Partiamo dal piano cartesiano, sul livello orizzontale dell'ascissa. Anticamente in un orto si chiamava "lira" il monticello di terreno compreso tra due solchi. "Delirare" viene da lì: andare oltre la lira vuol dire uscire dal seminato, il che rimanda sia ad un eccesso che alla sterilità (ché si sa, i pazzi sono per definizione sterili). Partendo da qui si contrappone il delirio alla logica. Il filosofo Remo Bodei, evitando la sterile contrapposizione, parla di "logiche del delirio" e di una "ragione più ospitale" che riunisca i due pezzi di terreno. In verticale, lungo l'ordinata, fa riflettere il fatto che il percorso che ciascuno fa nella propria follia è sempre in profondità (si dice infatti che tocca scavare dentro di sé). Io lo paragono al movimento che un nuotatore preso in mulinello deve svolgere per uscirne, assecondando quella forza, nuotando in modo spiraliforme verso il basso, ripassando per gli stessi punti ogni volta in un cerchio più stretto, fino all'occhio del mulinello, raggiunto il quale si potrà uscire per risalire accanto tra le acque placide. Parlando di profondità ci si dimentica che essa non si sviluppa solo verso il basso: essa è anche la nostra terza dimensione, che ci è data dalla natura e dal linguaggio dentro cui ci muoviamo. Qui ci è venuto in aiuto il filosofo Stanley Cavell, il quale ebbe a dire che "non siamo limitati dalla natura e dal linguaggio bensì alla natura e al linguaggio". È cosa diversa vedersi imporre un limite e riconoscersi, invece, come soggetti limitati. La differenza è che nel secondo caso ci si muove, nel primo no.

Noi ci siamo mossi per l'Emilia-Romagna a cercare storie per parlare di sport e follia. Siamo partiti dal presidente della Uisp Emilia-Romagna Vincenzo Manco, che ha espresso il suo commento sulla "follia di questi tempi". Abbiamo viaggiato tra i Comitati territoriali per scoprire, con gli operatori del settore diverse abilità psichiche, cosa e quanto si fa per oltrepassare la "lira" con lo sport, superando i confini tra "diversi e normali". Storia approfondita, con Nicola Alessandrini, guardando in casa della polisportiva Club-Integriamoci e incuriosendoci per una nuova disciplina per tutti come il "baskin". Siamo andati a verificare con il progetto SportLab cosa si fa con le fasce giovanili, pensando che sia quella la parte della vita che per slanci e "peccati" più rassomiglia alla follia. Con la rubrica "Innovazione, ricerca e formazione" e le nostre Leghe abbiamo provato a capire quali risultati derivino dalla pazzia di uno sport che diverge dalle regole canoniche. Abbiamo viaggiato nella follia della guerra e dei campi profughi, parlando del popolo saharawi in un'intervista al loro ministro dello sport e ripercorrendo la guerra nei Balcani e i locali progetti di cooperazione internazionale della Uisp. Con Francesco Frisari e la sua recensione ci siamo fermati a riflettere sul confine tra gioco e follia. Questo numero si completa con i consigli amministrativi e fiscali per le società sportive forniti da Arsea S.r.l. (e tesi a evitare follie gestionali) e con un'analisi di Roberto Meglioli sul tesseramento Uisp in Emilia-Romagna.

Tornando agli interrogativi iniziali, le risposte trovate ci son parse scontate. Perciò abbiamo pensato di ribadirle. Ci è sembrato di poter dire che lo sportpertutti c'entri con la follia proprio perché è folle (ma realistica) la sua premessa: aprire a tutti con una "ragione più ospitale" un territorio esclusivo dell'eccellenza. Ci è sembrato di poter dire che l'unico modo in cui ci si possa muovere in questo territorio sia quello della libertà nella natura e nel linguaggio. Ci è sembrato di poter dire che questo territorio della follia, come quello della normalità, è il territorio di tutti, nessuno escluso, in cui non esistono esperienze segnate dalla sterilità.

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