Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Aree d'attività come veicoli di riforma. I primi passi dell'innovazione in Uisp

In Emilia Romagna un incontro per discutere del futuro delle discipline sul territorio.

di Vittorio Martone


BOLOGNA - Domenica 7 febbraio si è svolto a Bologna, presso la sede del Comitato Uisp Emilia Romagna, un incontro con i presidenti ed i coordinatori di Leghe, Aree e Coordinamenti Uisp e con i responsabili delle attività sul territorio regionale. Fulcro della giornata di discussione è stato il desiderio di ragionare in maniera congiunta sul futuro delle proposte di attività motoria dell'Unione Italiana Sport Per tutti. Abbiamo chiesto a Vincenzo Manco, presidente del Comitato emiliano-romagnolo e vicepresidente nazionale dell'associazione, di spiegarci quali sono le finalità di questo appuntamento.

"A partire da questo incontro - afferma Manco - intendiamo tradurre in pratica i contenuti del documento sull'innovazione e lo sviluppo delle attività approvato al Congresso nazionale Uisp di Pieve Emanuele (tenutosi dall'8 al 10 maggio 2009, ndr). In questo cammino vogliamo tenere in considerazione una specificità regionale, che vede questo Comitato da sempre particolarmente propenso alle sperimentazioni ed all'elaborazione di percorsi innovativi sulle attività, sia dal punto di vista formativo che da quello pedagogico e metodologico".

Qual è il fulcro del documento?
"Ci sono tre questioni. La prima coinvolge generalmente il modello associativo e riguarda nello specifico il livello di sperimentazione su alcuni temi e in alcune discipline. I Comitati territoriali e le Leghe in Emilia Romagna hanno già avviato un percorso innovativo rispetto a questo primo tema: un esempio lo possiamo individuare nel neonato coordinamento Mani-Rete-Palla, che coinvolge la pallavolo ed il basket, o nell'Area Gioco, costituitasi nel dicembre 2008. Secondo punto è invece l'innovazione, che non comporta necessariamente la ricerca di nuove attività ma piuttosto l'intervento sul terreno pedagogico, didattico e metodologico che riguarda il gesto: ovvero fare anche le stesse cose di prima ma in forma diversa. Da qui si parte per ragionare in termini di attività integrate di pratica sportiva: esempi di questo percorso possono essere rintracciati nell'Area ambientale, che può racchiudere in sé più Leghe e più esperienze. Terzo elemento è poi il tesseramento, che segue naturalmente allo sviluppo dei primi due temi e che dovrà trovare forme di adeguamento conseguente. Se penso alla realtà della Uisp Emilia Romagna vedo in questi settori - Area Ambientale, Area Gioco, Benessere e Coordinamento Mani-Rete-Palla - i nostri campi di sperimentazione".

Che risposta c'è stata in termini di partecipazione e come si è strutturata la discussione?
"Direi che la partecipazione è stata molto buona: erano rappresentate infatti quasi tutte le strutture di attività ed il dibattito è stato abbastanza partecipato. Come spesso accade quando si affronta la prima chiamata a raccolta delle forze per realizzare un percorso, si sono riscontrate le diverse sensibilità e anche alcune contraddizioni tipiche della Uisp. Ma in questo primo step abbiamo raggiunto i due principali obiettivi che avevamo prefissato: la conoscenza dello status quo delle Leghe e delle nostre attività ed il tipo di percorso condiviso da aprire per realizzare le riforme. L'approccio dei presenti è stato variegato, a volte forse troppo ampio nella discussione, ma è servito a dare tutti gli elementi utili a orientare il cammino. Quindi direi che siamo sulla strada giusta: abbiamo il quadro della situazione e conosciamo ambiti e disponibilità di questi ambiti ad attivare i processi di riforma".

Quali sono nello specifico queste disponibilità?
"Si può dire che chi ha già sperimentato forme di innovazione - penso alle Ginnastiche e all'Area Discipline orientali, all'Area Gioco e alla pallacanestro e pallavolo - ha offerto maggiore apertura. Per il resto, chiaramente, ci sono i tanti che vogliono rendersi conto del panorama che si sta sviluppando, compresi coloro che prevedibilmente hanno presentato qualche chiusura al confronto".

Sono state presentate richieste specifiche da parte delle Leghe?
"Una su tutte è quella di potenziare la formazione: questo tema è visto da tutti come parte integrante del percorso. Si può aggiungere a questo una forte voglia di approfondire al meglio il tema delle 'aree comuni' e dell'approccio precoce allo sport".

È dunque ipotizzabile una continuità per questa esperienza?
"Assolutamente sì. La priorità per le tappe successive è adesso quella di sollecitare la discussione tra le quattro aree individuate mettendo intorno a un tavolo i vari referenti. È lì che bisogna capire in forma molto più ristretta come si possono costruire trasversalità e approccio integrato delle varie attività. Bisognerà poi tener conto del fatto che la sperimentazione dovrà necessariamente intrecciare i territori, ovvero i Comitati. Con questi ultimi si sta già facendo un percorso parallelo che prevederà delle naturali convergenze quando i tempi saranno maturi. Al riguardo, è ormai prossimo un appuntamento seminariale sul tema dei sani e attivi stili di vita che spero, in un percorso a più tappe, porterà all'elaborazione di un documento comune e condiviso da diffondere sul territorio regionale".

Scarica il documento sull'innovazione e lo sviluppo delle attività

 

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