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Emilia-Romagna

Il 27 aprile presentati a Roma i dati Coni-Istat sulla pratica motoria: in calo i sedentari

Per la prima volta da 10 anni si scende sotto il 39 per cento. Vincenzo Manco: presidente regionale Uisp Emilia-Romagna: "Un successo che deve essere scevro di retorica e portare al sostegno del lavoro degli Enti di promozione sportiva"

di Vittorio Martone


BOLOGNA - Il 27 aprile a Roma è stata presentata la ricerca "I numeri dello sport italiano - La pratica sportiva attraverso i dati Coni e Istat". Dall'indagine risulta che per la prima volta negli ultimi 10 anni il numero dei sedentari nel nostro paese è sceso sotto il 39 per cento, con un decremento negli ultimi due anni di 2,3 punti percentuali (dal 40,6 al 38,3). In numeri assoluti questo significa che dal 2009 al 2010 il numero dei sedentari è diminuito di un milione e 200 mila unità. Al contempo, è cresciuto il numero di chi fa attività sportiva continuativa (il 22,8 per cento) e dei praticanti (28,2) mentre rimane stabile il dato dei praticanti saltuari (10,2). Aumenta poi del 3 per cento il numero di praticanti nella fascia d'età tra i 6 e i 10 anni, come ha sottolineato orgogliosamente il presidente del Coni Gianni Petrucci.

Ma questo dato pare non essere riconducibile al progetto di collaborazione tra Coni e Ministero dell'istruzione come espresso dal presidente Coni: ad affermarlo è Antonio Mussino, docente di statistica sociale dell'Università La Sapienza di Roma, che rileva che in tale tipo di indagine statistica l'attività nelle scuole non viene presa in considerazione. Oltre a questa contraddizione Mussino, che presenterà al consiglio nazionale Uisp il suo lavoro di analisi dei dati del rapporto Istat-Coni, mette in evidenza anche che siamo ultimi nella classifica europea che riguarda la fascia di coloro che non praticano nulla e che il calo della sedentarietà è sensibile solo dopo i 55 anni e quasi impercettibile tra i ragazzi. In più, i dati positivi si basano sul traino di 4 principali regioni (Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio) ed escludono ancora la diffusione della pratica motoria al sud. Luci ed ombre, quindi, e poco da entusiasmarsi? A rispondere è Vincenzo Manco, presidente Uisp Emilia-Romagna e responsabile nazionale del Dipartimento attività.

"Noi della Uisp, essendo parte consistente e molto rappresentativa del movimento sportivo italiano, non possiamo che esprimere apprezzamento di fronte a questi dati che mettono in evidenza che c'è più popolazione che si muove. C'è poi però la lettura politica di questi dati, che secondo me va fatta in due punti. In primis: è la cultura dello sportpertutti e dello sport di cittadinanza che è stata acquisita dai Ministeri, dal Coni, dalle Regioni e dagli Enti locali e questo contribuisce a spingere i numeri. Se il valore assoluto dei praticanti continuativi è cresciuto molto del merito va riconosciuto all'associazionismo sportivo di base che, attraverso i suoi strumenti flessibili, riesce a mobilitare. Tant'è che noi della Uisp, nonostante la crisi, siamo in crescita sul terreno dei tesserati".

Petrucci attribuisce questo successo al traino delle medaglie conquistate dagli atleti di punta? Si tratta di retorica per difendere l'operato del Coni o disinteresse verso il lavoro degli Enti di promozione sportiva?
"Io direi che si tratta di entrambe le cose. Se è vero da un lato che successi sportivi eclatanti abbiano sempre agito come traino sulla fascia giovanile, specie per quegli sport come calcio e tennis con attrezzistica e impiantistica più accessibili, bisogna anche sottolineare che il 70 per cento delle nostre medaglie deriva non dal Coni ma dai corpi sportivi dello Stato. La retorica consiste nel fatto che il Coni dovrebbe fare opera di promozione delle società sportive di base, mentre questo avviene solo nelle enunciazioni. Così come, se il Coni ha assunto lo sport di cittadinanza come priorità, si dovrebbero prevedere risorse per i soggetti pronti e deputati a sviluppare questo settore, cioè gli Enti di promozione sportiva. Bene dunque l'annuncio del dato sulla diminuzione dei sedentari. Ma se si fosse fatto di più il risultato sarebbe ancora più confortante".

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