Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Una passione profonda come il mare

Continua il ciclo di interviste dedicato ai responsabili dello sport Uisp in Emilia-Romagna: questa volta abbiamo parlato con Gabriele Tagliati per le Attività subacquee.

 

di Ginevra Langella

BOLOGNA - La passione è il motore di ogni cosa. Lo sa bene Gabriele Tagliati, responsabile delle Attività Subacquee Uisp Emilia-Romagna, che durante questa intervista racconta non solo della situazione generale in cui versa la sua attività, ma della passione che lo ha spinto e aiutato a rendere questo mondo più inclusivo e alla portata di tutti.

Gabriele, come procedono le cose? C'è qualcosa che siete riusciti a fare durante questo anno?
«È sostanzialmente tutto fermo. Come attività abbiamo presentato una serie di manifestazioni che secondo noi hanno valenza nazionale e la commissione sta ancora valutando le nostre proposte. L'attività di subacquea in apnea consiste in allenamenti e fasi sportive che hanno anche manifestazioni agonistiche, mentre l'attività con le bombole è legata alla corsistica, che quindi rimarrebbe comunque ferma. Noi non abbiamo neanche spinto troppo, perché volevamo capire prima quali fossero le esigenze dei nostri circoli. Molti ci hanno espresso la volontà di rimanere fermi per evitare troppi spostamenti ma, nonostante ciò, ci sarebbe la possibilità di fare comunque qualcosa. Aspetteremo. Nella prima fase della quarantena abbiamo organizzato una rivisitazione di Taravana, la nostra manifestazione di apnea statica più importante che negli anni ha sempre coinvolto il territorio nazionale. Quest'estate, appunto, Taravana l'abbiamo organizzata online: è stata una cosa particolare che ha coinvolto 120 persone da tutta Italia, tra cui anche personaggi come il campione del mondo di apnea dinamica Andrea Vitturini, contattato dalla Uisp di Torino, che ha partecipato non solo a questo evento, ma anche alle altre quattro serate di apnea per appassionati, che hanno visto coinvolte mediamente 70/80 persone. Per noi questi sono davvero dei buoni risultati, specialmente perché sono anche nati dei bei legami. Ma soprattutto, è stato bello concludere sempre tutto con un "ci rivediamo appena sarà possibile". La socialità è la componente che nella maggior parte dei casi è maggioritaria rispetto all'attività sportiva fine a sé stessa. Per esempio, l'immersione sotto il ghiaccio, in programma ogni anno a marzo, è un'immersione che facciamo al Lago Santo Modenese. Andiamo lì per il fine settimana, facciamo i buchi nel ghiaccio con la motosega e prepariamo i percorsi. Ogni anno, tra apneisti e subaquei, partecipano sempre qualcosa come 50/60 persone. Ma la cosa bella è che ci siamo accorti negli anni che oltre ai partecipanti arriva un sacco di gente solo per guardare, partecipare. Insomma, per esserci! Per questo motivo abbiamo anche unito a tutto questo delle ciaspolate, durante le quali si aggregano subacquei che, sì, preferiscono fare immersioni in estate, ma non per questo rinunciare a stare insieme a tutti noi. Tutto questo per dire che è questo che manca tanto: la socialità che c'è attorno a tutto il resto. Sicuramente non fare attività ha un costo economico gravoso, ma la cosa che fa più male sono le occasioni di socialità perse. E questo è quello che accade quando fai di tutto per non rendere la tua attività fine a sé stessa».

Oltre alla Taravana Covid Edition, so che c'è un altro evento che avete realizzato quest'anno. Di cosa si tratta?
«Subito dopo ci siamo infatti occupati dell'altro evento importantissimo per il mondo dell'apnea, che coinvolge anche le attività subacquee con le bombole: Foto Sub per tutti, che ogni anno si svolge a Rosignano Mare, riunendo sub da tutta Italia. Un evento di due giorni caratterizzato da belle immersioni, al termine del quale c'è con un contest fotografico che vede partecipare gli scatti realizzati durante le immersioni. Dal momento che quest'anno ovviamente non si poteva partecipare come gli altri anni, abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso. Abbiamo indicato, come unica regola, la presenza dell'acqua come elemento identificativo. I partecipanti hanno condiviso fotografie di una varietà incredibile, con una serie di declinazioni differenti. Il tutto, ovviamente, ideato per creare momenti di condivisione. Quindi, Taravana Covid Edition e Foto Sub Covid Edition sono state le due manifestazioni che abbiamo voluto realizzare quest'anno e che abbiamo reputato di valenza nazionale. Purtroppo, come dicevo prima, al momento siamo ancora fermi ma pronti a ripartire».

Concludo sempre questo ciclo di interviste con una domanda personale, che rivolgo quindi anche a te: qual è il tuo percorso in Uisp e all'interno delle attività subacquee?
«Il percorso in Uisp nasce perché mio padre era responsabile di quella che allora era Lega biliardo. Io, per problemi legati alla meningite, avevo bisogno di muovermi, e iniziai con le piccole campestri Uisp. Dopo ho iniziato con il nuoto perché avevo bisogno di coordinarmi, finché un giorno mi sono sbloccato, ancora non si sa come, e ho iniziato non solo con attività agonistica, ma integrando anche la pallanuoto e il tennis tavolo. Poi sono arrivati gli studi e il lavoro. Ho tralasciato tutto questo mondo fino a quando mia moglie, per due anni, mi ha tampinato perché voleva fare un corso di sub e notai che la Uisp aveva un circolo dedicato. Il mondo della subacquea è però un mondo che ha sempre vissuto di determinati stereotipi che non calzavano perfettamente con me e che ho sempre rifiutato nella vita: per esempio, quando mi sono avvicinato a questo mondo le donne non erano ben accette. Era uno sport per "super uomini" e la selezione era qualcosa al limite del darwinismo, con una didattica improntata sulla gerarchia militare. Quindi, o sei appassionatissimo oppure lasci stare. Avendo però la possibilità di relazionarmi con quel circolo Uisp decisi di partecipare: ovviamente mi sono innamorato, come si può ben vedere, e da subito ho intrapreso la carriera per diventare istruttore e formatore nazionale. Quello che però mi ha coinvolto davvero è stato conoscere persone che come me riconoscevano non solo la bellezza di questo sport, ma la necessità di cambiare il clima interno. Ci siamo mobilitati per creare un modo diverso di fare subacquea e la cosa ha funzionato, sia fuori che dentro la Uisp. Il paradigma è assolutamente cambiato e questo mi gratifica, soprattutto perché poi nel tempo abbiamo incluso nuove possibilità dedicate alla disabilità, investendo anche su questa parte di società per noi importante».

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