Comitato Regionale

Emilia-Romagna

"Ius ludi" per il Tam Tam Basketball

Nella squadra di Castel Volturno giocano figli di immigrati africani, ma per la legge non sono italiani. L’allenatore chiede alla Fip e al Coni di partecipare al campionato giovanile
di Lorenzo Bedussi

CASTEL VOLTURNO (CE) – Rimarranno bloccati in panchina nella prossima stagione i giocatori della Tam Tam Basketball, squadra emergente del casertano, composta da ragazzi nati in Italia da genitori africani. Si allenano sotto la guida del coach Massimo Antonelli (guardia tiratrice della Virtus Bologna e campione italiano nel 1975/76) ma non possono iscriversi nel campionato con i loro coetanei. Il motivo è presto detto: anche se nati qui, non sono cittadini italiani. Il regolamento della Federazione Italiana Pallacanestro (Fip) limita infatti l’iscrizione alle società con giocatori extra-comunitari.

La Tam Tam Basketball porta in campo i figli delle classi più in difficoltà, che abitano in quartieri periferici e popolari, al punto che per alcuni anche il costo dell’autobus è proibitivo: in tanti fanno il tragitto a piedi pur di giocare in questa squadra, che lavora senza scopo di lucro. La storia della Tam Tam non è rimasta confinata nel mondo del basket: il sito di informazione calcistica il Napolista ha dato evidenza alla notizia, che in pochi giorni si è diffusa fino ai quotidiani e telegiornali nazionali.

La Uisp sostiene da vicino queste esperienze, attraverso campagne come Gioco Anch’io, con tornei, musica e libri per uno sport oltre le barriere. “Ci sono regole discriminatorie e antistoriche – sostiene Carlo Balestri, vicepresidente Uisp Emilia-Romagna – che vanno assolutamente cambiate. Dobbiamo avere la volontà politica di modificarle e l’elasticità dei funzionari nella loro interpretazione. Ai ragazzi della Tam Tam va tutta la solidarietà della nostra associazione, da sempre impegnata per abbattere tali vincoli”.

In Europa la situazione è ben diversa: se i cestisti della Tam Tam fossero nati a Parigi, Berlino, Dublino o Londra, indipendentemente dall’origine dei genitori, sarebbero stati cittadini dei loro Paesi a tutti gli effetti. Lo ius soli per i nati in Italia, nonostante l’approvazione alla Camera nel settembre 2015, è ancora lettera morta sui banchi del Senato. In Italia è stato proposto anche lo ius culturae, ossia il diritto di cittadinanza a coloro che hanno frequentato positivamente un ciclo di istruzione scolastica italiana.

Nel mondo dello sport questo principio è già legge e la stessa Fip prevede alcune eccezioni in materia. Nelle Norme per i tesseramenti, articolo 26 comma 1, leggiamo: “Si intende di formazione italiana l’atleta, anche di cittadinanza straniera, che abbia partecipato a Campionati Giovanili FIP per almeno quattro stagioni sportive”. Una modalità per “naturalizzare”, ai fini sportivi, un giocatore ormai italiano. Sulla base di questo principio, la “formazione italiana” potrebbe essere un argomento forte per il diritto al gioco degli africani di Castel Volturno.

Chi volesse contribuire o seguire la squadra da più vicino, può leggere l’appello sulla pagina Facebook di Tam Tam Basket oppure informarsi sul grande progetto di Massimo Antonelli.

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