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Judo al buio a Vila Mimosa

Era il 2012 quando nasceva il progetto della scuola di judo a Rio de Janeiro, più precisamente a Vila mimosa famoso quartiere a luci rosse

2016 Allievi di judo a Vila Mimosa (Rio de Janeiro) del progetto della Uisp Modena

di Yuri Calabrese


RIO DE JANEIRO -
Vila Mimosa il quartiere più famoso in Brasile per la prostituzione. Lì nascono tanti bambini, la loro condizione di problemi igenico-sanitarie e di vita è decisamente maggiore rispetto ai coetanei di altri quartieri. Le bambine, in particolare, sono spesso indirizzate verso la prostituzione, l'uso di droghe e alcol. Questo è il contesto che ospita una storia di solidarietà e sport: la scuola di judo di Rio. Il progetto è stato creato nel 2012 dalla Uisp Modena solidarietà onlus in collaborazione con l'associazione Modena terzo mondo e all'associazione locale Amocavim. Il maestro di judo Paolo Barroso da Silva ci ha inviato, direttamente da Rio, delle foto degli allievi sul tatami, ma con questi scatti, pieni di gioia, anche delle notizie preoccupanti per l'avvenire della scuola di judo.

Questa scuola adesso ospita una quindicina di bambini ma erano più di cinquanta quando è nato il progetto. Come mai questo decremento? Ce lo spiega il responsabile del progetto e direttore sportivo della Uisp Modena, Paolo Belluzzi: "Siamo in difficoltà. Il progetto sta continuando ma ora è in una sede senza più fondi e priva di luce. La struttura che ospita i piccoli allievi è un edificio comunale dove prima l'associazione Amocavim teneva un consultorio per famiglie, poco prima delle olimpiadi e a causa di queste, nel mese di giugno, Rio ha dichiarato lo stato di bancarotta e per questo sono stati fatti molti tagli nell'ambito dei progetti sociali. Hanno chiuso la maggior parte di consultori. La nostra sede adesso non è più attiva, per fortuna gli spogliatoi sono agibili ma l'area del tatami non ha più la luce e i corsi devono essere tenuti nelle ore  dove c'è ancora il sole". Questo ha condizionato gli orari del corso di judo e di conseguenza le presenze degli allievi, alcuni bambini nel pomeriggio sono a scuola.

Nelle foto mandate dal maestro di judo Paolo si possono vedere visi sorridenti e bambini a cui non manca mai la grinta. Però il progetto, che nasce per togliere dalla strada i ragazzi, ha necessità di maggiore sostegno affinché si possa fare nuovamente partecipare tutti. "Con qualche risorsa monetaria in più - aggiunge Belluzzi - si potrebbe affittare una sala per i corsi, in modo da fissare orari che permettano una maggiore partecipazione".

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