Le riflessioni della Uisp Emilia-Romagna sul Forum dello sport indetto dal Coni

di Vittorio Martone

BOLOGNA - Sabato 9 ottobre si è tenuto a Bologna il "Forum regionale dello Sport", un momento di confronto con gli assessori allo sport del territorio emiliano-romagnolo indetto dal Coni Emilia-Romagna. Un'iniziativa che, nell'ottica degli organizzatori, punta alla redazione di un testo condiviso che raccolga i modi di sentire, interpretare e praticare lo sport in tutta la regione. Assieme a Vincenzo Manco, presidente della Uisp Emilia-Romagna, abbiamo discusso del punto di vista dell'associazione dello sportpertutti rispetto all'iniziativa Coni.

Vincenzo, qual è dunque il tuo giudizio sull'incontro di sabato scorso?
"Personalmente ritengo che quando il movimento sportivo si incontra per discutere ciò rappresenti sempre un fatto positivo. Nel corso della giornata ho trovato apprezzabile anche la relazione del presidente regionale del Coni William Reverberi. Peccato però che con questi aspetti positivi stridano invece alcuni elementi negativi connessi alle modalità organizzative dell'incontro".

Quali sono questi elementi?
"Innanzitutto l'aver indetto questa giornata di dibattito senza l'apporto e la concreta partecipazione degli Enti di promozione sportiva, e intendo dunque tutti i soggetti che appartengono a questa categoria anche oltre alla Uisp. Un elemento che ha avuto riflesso immediato anche nella composizione del tavolo, completamente gestito dal Coni, lì rappresentato oltre che da Reverberi anche da Fabio Sturani (presidente del Coni Marche, ndr) e privo di qualsiasi altra voce del movimento sportivo regionale. In più, le varie voci presenti all'incontro, dal Coni alle provincie ed ai comuni, hanno dimenticato di mettere al centro della discussione la vera sfida che abbiamo davanti, ovvero la riforma complessiva del modello sportivo italiano".

Quali sono a tuo avviso gli aspetti positivi invece?
"Sicuramente il fatto che anche nel mondo Coni siano penetrati quei valori connessi allo sport che come Uisp professiamo da tempo, cercando di fare dell'attività motoria un forte veicolo di socializzazione nonché un pezzo centrale delle politiche di welfare. Il problema è che, al di là degli intenti, non si è discusso fino in fondo di quali siano gli spazi politici e istituzionali in cui tradurre le loro affermazioni in azioni concrete".

Nel corso del dibattito l'assessore allo sport della Regione Emilia-Romagna Massimo Mezzetti ha parlato di "una caduta di tensione della Regione verso lo sport" negli ultimi anni, affermando la necessità di avviare "un programma triennale di politica sportiva". Come giudichi le sue riflessioni e questa proposta?
"Come Uisp noi guardiamo con favore alla dichiarazione di Mezzetti. Siamo d'accordo sul fatto che li movimento sportivo ha bisogno di fare sistema coinvolgendo nella discussione tutti gli attori. Bene quindi anche per il rilancio di un programma politico vero e proprio da parte dell'assessorato, purché questo venga fatto nell'ottica delle politiche integrate, così come ha dichiarato lo stesso presidente della Regione Vasco Errani. Nel procedere è auspicabile poi che l'assessorato abbia chiara la mutata situazione del movimento sportivo: la filiera della promozione sportiva che dalle società del territorio raggiungeva poi il mondo professionistico, ovvero la cosiddetta piramide, infatti si è ormai spezzata. L'agonismo di alta prestazione ha interrotto i rapporti con le basi non solo nel calcio ma in tante altre discipline sportive. C'è quindi sul tavolo una questione primaria, che riguarda l'allocazione e la distribuzione delle risorse tra i vari attori dello sport. E c'è anche la discussione sull'evoluzione dentro e fuori il sistema sportivo tradizionale. Per questo come Uisp noi ci auguriamo che nel programma da stilare sia ben chiaro il ruolo della regione Emilia-Romagna come laboratorio da cui far partire, da questo territorio, un'idea di riforma del sistema sportivo".