Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Politiche nuove per lo sport di comunità

Il presidente regionale Vincenzo Manco dopo la conferma di Errani: "La Regione ridisegni le basi del welfare. Noi dell'Uisp siamo pronti".

di Marco Tarozzi

(anticipazione dall'ultimo numero di "Pianeta Uisp", periodico di informazione della Uisp Bologna)


Presidente Manco, dalle ultime elezioni regionali sono arrivati segnali di continuità, a partire dalla conferma di Vasco Errani al timone del governo dell'Emilia Romagna, ma dal voto dei cittadini traspare la forte richiesta di un cambiamento nel "fare politica". Dalla finestra dell'Uisp, che panorama intravede?
"Il primo ambito di valutazione è puramente amministrativo. È evidente, anche dalle analisi che leggiamo in questi giorni, la necessità di costruire politiche pubbliche che valorizzino una cultura amministrativa coniugata al welfare di comunità, che sempre più caratterizza le azioni sociali. In questo senso, a livello nazionale abbiamo avuto un'esperienza unica, quella del Ministero dello Sport, che purtroppo in questo momento appartiene al passato e che avrebbe avuto anche maggior valore se i protagonisti avessero manifestato più coraggio, attraverso interventi immediati. Ma anche così ha lasciato tracce indelebili: penso, ad esempio, alla costituzione di un fondo per lo sport di cittadinanza presente nella Finanziaria 2008 cancellato dal governo di centrodestra. Era un segnale forte".

Dal punto di vista politico, qual è l'eredità che vi resta di quei giorni e di quel modo di intendere il concetto "allargato" di sport?
"In quella stagione abbiamo avuto un riferimento istituzionale nella persona di Vasco Errani. A lui, in qualità di presidente della Conferenza Stato-Regioni, abbiamo chiesto un impegno istituzionale e politico sul tema del territorio, della prossimità al cittadino. È chiaro che, rispetto ad allora, oggi lo scenario appare notevolmente indebolito. Occorre riaffermare la trasversalità del concetto di sport per tutti, soprattutto dal punto di vista degli interventi istituzionali".

Con quali nuove richieste o proposte vi accostate al governo regionale che verrà?
"Partendo da quanto di buono è stato fatto. Un'esperienza positiva è stata senza dubbio quella del tavolo di regia che faceva capo all'assessore Ronchi. Al quale, accanto alle associazioni sportive, alle istituzioni locali e al Coni, si è seduto per la prima volta l'assessore alle politiche per la Salute, Bissoni, impegnandosi per trovare risorse a favore dello sport di cittadinanza".

Segno che il concetto di trasversalità dello sport per tutti si sta diffondendo anche a livello di politiche pubbliche.
"Infatti. E noi auspichiamo possa essere sviluppato anche in prospettiva su queste basi".

Come si fa a ritrovare il sentiero tracciato?
"Vorrei che nelle deleghe che saranno decise si potesse individuare chiaramente il valore di un assessorato allo sport che convive e interagisce con altre realtà vitali come l'urbanistica, l'ambiente, addirittura la salute. Una bella strada era stata intrapresa al Comune di Bologna, dove lo stesso assessorato si occupava di urbanistica, ambiente e sport. Purtroppo l'avventura si è interrotta".

Insomma, vi aspettate un segnale chiaro e forte.
"Istituzionalmente e politicamente ci aspettiamo che la futura amministrazione Errani sappia dare valore a un mondo che rappresenta un presidio territoriale, coinvolgendo la comunità attraverso lo sport, l'attività motoria, il benessere della persona".

Finora le risposte che arrivano dal centrosinistra, che resta il vostro mondo politico di riferimento, che effetto le fanno?
"Il Pd ha individuato nell'onorevole Anna Paola Concia il responsabile nazionale delle Politiche dello Sport. Nulla da dire sulla persona, di cui riconosco la trasparenza, il valore e l'impegno che profonde nella sua attività. Ma lo considero un segnale di arretramento. Una scelta che appartiene comunque a una stagione che non ha portato un avanzamento culturale su queste tematiche. Sul livello regionale sta partendo un lavoro, con la responsabile del Pd Josefa Idem, che indica un segnale importante".

Qual è l'alternativa?
"Abbiamo bisogno di sollecitare il sistema dei partiti a confrontarsi con elementi di novità. Una parte importante dell'associazionismo sportivo ha indicato la via, passando dal concetto di 'sport popolare', legato a un'idea di accesso e pratica, a quello di 'sport per tutti', per il benessere della persona. Su questo tema chiediamo un confronto culturale serio".

Che appello fa al governatore appena rieletto?
"Proprio Errani parla spesso di una crisi economica 'dalla quale usciremo completamente cambiati'. In questo processo, vorrei che la Regione scegliesse di percorrere strade diverse per ridisegnare le basi del welfare e della vita di comunità. Un cambiamento che richiede una nuova politica di approccio. Anche attraverso attività motorie e sportive che favoriscano la socialità, la prevenzione, il benessere fisico, l'integrazione multietnica".

Uscendo da questa crisi, dove si farà trovare l'Uisp?
"Se dobbiamo, appunto, venirne fuori in modo diverso, noi siamo pronti e ci candidiamo a essere un soggetto attivo del cambiamento. Perché l'Uisp, al proprio interno, ha già agito sull'asse del mutamento della propria mission. Con determinazione e coraggio".

Cosa è necessario per voltare pagina?
"Una visione nuova dei luoghi, degli spazi, da ripensare anche a livello di pianificazione. Sull'impiantistica legata allo sport per tutti abbiamo idee precise, progetti già concretizzati. Non abbiamo pregiudiziali nei confronti dei contenitori per i grandi eventi se rispondono al bisogno di fruizione di uno spettacolo, piuttosto ci candidiamo a fornire strumenti, idee, pianificazione per dare nuove possibilità e protagonismo ai cittadini. Per favorire questa idea trasversale di una attività motoria e sportiva capace di agire sulla tenuta e sul rafforzamento dei legami sociali di una comunità".

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