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Emilia-Romagna

"Primo è l'Ambiente 2": Polisportiva Masi fra sostenibilità e orienteering

In occasione della premiazione della seconda edizione del progetto "Primo è l'Ambiente" che si terrà online il 2 novembre, abbiamo intervistato Alessio Tenani della Polisportiva Masi.

 

di Sofia Borelli e Chià Rinaldi

BOLOGNA - Il 2 novembre verranno premiate le società sportive che hanno partecipato alla seconda edizione di "Primo è l'Ambiente", un progetto a sostegno dello sport green e della promozione di pratiche sportive attente alla sostenibilità ambientale. L'iniziativa è coordinata da Uisp Emilia-Romagna con il finanziamento della Regione Emilia-Romagna e il sostegno di Punto 3 srl. La premiazione avverrà online sulla piattaforma Zoom.

Abbiamo parlato del progetto con Alessio Tenani, orientista italiano tesserato con la Polisportiva Masi, società organizzatrice della Gara Regionale Orienteering. La manifestazione ha fatto da apripista allo sport sostenibile dopo mesi di pandemia e le interruzioni di gran parte degli eventi sportivi.

Alessio, come nasce la Polisportiva Masi?

"Come Polisportiva Masi siamo nati 40 anni fa e svolgiamo attività di orienteering dal 1990, per anni siamo stati una delle poche realtà al di fuori dell’arco alpino attive sul territorio nazionale. Spaziamo dalla parte di Orienteering di corsa alla parte di Orientamento di Precisione che era uno degli eventi compresi in questo progetto, una disciplina inclusiva nella quale anche atleti paralimpici possono partecipare".

Entrando più nel merito della manifestazione, dove nasce il vostro interesse rispetto alle tematiche ambientali nel mondo sportivo?

"L'orienteering di per sé nasce come sport ad impatto ambientale zero: non c'è un impianto sportivo da costruire ma è la natura stessa, i parchi, i calanchi e le varie sentieristiche che vanno a formare la mappa e divengono luogo dell’attività sportiva. I percorsi sono tutti diversi quindi non c'è il problema del calpestio prolungato, assicurando la massima attenzione dal punto di vista naturalistico. Questi ed altri elementi negli anni hanno fatto emergere l'orienteering come lo sport più vicino alle tematiche ambientali".

Considerando il periodo di pandemia, come è andato l'evento? Quali sono le pratiche di sostenibilità ambientale che avete implementato? 

"L'evento è andato meglio del previsto nonostante il rischio di fare una gara a marzo dopo un inverno di limitazioni e restrizioni. L'orienteering si pratica all’aperto e non prevede contatto fisico, quindi è stata una disciplina poco colpita dal blocco pandemico. Numericamente c'erano più concorrenti di quanti ce ne aspettassimo, tra atleti paralimpici, giovani, assoluti e master, praticamente di ogni categoria. Tra le iniziative green abbiamo scelto dei premi plastic-free e chilometro zero, bio-ecologici, come frutta e verdura da produttori locali. Abbiamo anche allestito un mercatino dell’usato in cui ci si scambiavano scarpe e bussole, per non sprecare materiale ancora in buono stato".

Il vostro progetto prevedeva il coinvolgimento delle scuole. In che modo avete avvicinato i bambini e le bambine all’orienteering e al rispetto dell'ambiente?

"Le classi coinvolte dell’Istituto Comprensivo di Marzabotto hanno seguito due filoni: prima hanno fatto un'attività di orienteering per capire a quale manifestazione avrebbero poi contribuito. Poi hanno svolto attività per la sostenibilità ambientale aiutandoci a pulire il centro sportivo, il parco, raccogliendo i rifiuti che hanno trovato e differenziandoli".

Quanto ha contribuito il progetto a migliorare e ampliare l'attenzione rispetto alle tematiche ambientali nelle/nei concorrenti e nell’associazione?

"L'associazione ha solo proseguito quanto già iniziato da anni nel rispetto dell’ambiente. I concorrenti hanno potuto sperimentare un'esperienza ad alta sostenibilità ambientale attraverso i premi e la gestione interamente digitale dell’evento. Con i premi ecologici abbiamo dato il via ad un trend che è proseguito in tante manifestazioni anche fuori regione. L'effetto maggiore, dunque, è stato su concorrenti-organizzatori che hanno potuto osservare questo modello, e dare il via a buone pratiche che possono essere diffuse e condivise, che era uno degli obiettivi della manifestazione".

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