PIACENZA – “Cos'avete fatto oggi a scuola?" “Eh, mamma, le solite cose…": ecco una conversazione che di sicuro non si è svolta quando gli alunni del liceo Melchiorre Gioia hanno parlato della loro giornata il 15 febbraio. Gli studenti del liceo classico, scientifico e linguistico, infatti, la mattina del 15 febbraio hanno sperimentato un'immersione da palombaro in piscina, grazie al Progetto Educativo Subacqueo a cui partecipano. Un'esperienza originale e curiosa che non a tutti capita di provare nella vita.
Oltre alla prova subacquea con casco da palombaro hanno anche seguito una lezione con lo storico Giulio Melegari e il sub professionista Dino Passeri. Praticare immersioni non è certamente facile ed è richiesta una notevole competenza, per questo, oltre all'insegnamento teorico, ad aiutare i giovani a bordo vasca vi erano Antonella Ciocchi ed Enrico Montuschi, promotori della giornata con Uisp Piacenza. Un coinvolgimento importante per le Attività Subacquee Uisp, testimoniato dalla rappresentanza di Enrico Maestrelli e dall'interesse del presidente del comitato piacentino Alessandro Pintabona. Lo svolgimento del Progetto Educativo Subacqueo non è perciò estemporaneo, ma si sviluppa nel corso dell'intero anno scolastico.
Nella scuola italiana questo genere di iniziative è sempre più apprezzato, siccome coniuga nuovi orizzonti didattici con un'immagine più variegata e meno pedante dell'apprendimento. Un'operazione molto importante anche nei confronti di studenti con difficoltà scolastiche, i quali si possono rendere conto di come imparare a scuola non significhi solo stare seduti o essere interrogati. Un altro dato positivo si riscontra all'interno del gruppo classe che, dovendosi confrontare con situazioni inedite, amplia la propria gamma di interazioni sociali.
La cultura sottomarina si fonda su una filosofia di amore e timore verso il proprio ambiente. Chi ammira gli abissi impara la prudenza, la riflessività senza parole, e sviluppa rispetto per l'ecosistema: quando qualcosa viene danneggiato o distrutto nel mare, non muore solo una parte di esso, ma con lui la cultura, la memoria, l'identità che lo caratterizzava. Riportare l'uomo al centro della riflessione del suo rapporto con il mare ci potrà condurre ad un approccio ambientale migliore e più responsabile.