Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Uisp Emilia Romagna e nuovi cittadini. Un impegno prolungato nel tempo

Intervista ad Ivan Lisanti, responsabile regionale della commissione "Diritti, integrazione e multiculturalità".

Attività Uisp in Congo - Foto di Antonio Marcellodi Vittorio Martone


BOLOGNA - L'Uisp Emilia Romagna partecipa a suo modo alla settimana contro il razzismo, parlando di sport e di integrazione attraverso il gioco e l'attività motoria nel corso del convegno "Dallo sportpertutti ai diritti di tutti", in programma il 20 marzo dalle 10 alle 16 al Centro sportivo Barca di Bologna. Un appuntamento che vede coinvolte istituzioni ed associazioni che sul territorio regionale si occupano di immigrazione e che alla riflessione teorica ha scelto di accompagnare momenti di sport praticato con tornei di basket, calcio e cricket con squadre di diverse provenienze e momenti di riavvicinamento ai giochi tradizionali da tutto il mondo.

Abbiamo chiesto a Ivan Lisanti, responsabile della commissione Uisp Emilia Romagna su "Diritti, integrazione e multiculturalità", quali riflessioni hanno portato alla costituzione di questo appuntamento.
"Tutto nasce dall'esperienza maturata nel lavoro con gli stranieri, e dai rilevamenti statistici effettuati dal 2008 nell'ambito del progetto Xenoi (iniziativa dell'Uisp Emilia Romagna volta a promuovere la socializzazione tra migranti sulla base della riscoperta del gioco, ndr) e dalla voglia di dare continuità al nostro impegno proclamato con l'adesione allo sciopero dei migranti del primo marzo. A seguito della crisi economica, che ha messo gli stranieri in condizione di vedere minacciato non solo il proprio lavoro ma addirittura il futuro e la loro permanenza, si è ritenuto opportuno compiere un'azione di solidarietà nei confronti di chi oggi soffre più degli altri in questa crisi di tutela, di reddito e diritti. Con questo convegno abbiamo quindi scelto di mettere intorno al tavolo tutte le competenze necessarie a capire il fenomeno migratorio e a trovare soluzioni centrate sulla persona come totalità: dal numero delle presenze sul territorio ai diritti di ogni essere umano, dai diritti del lavoro alle esperienze di partecipazione democratica. In breve, dallo sportpertutti ai diritti di tutti".

Qual è a tuo avviso lo stato attuale del lavoro dell'Uisp per i nuovi cittadini?
"Credo che al momento siamo ancora indietro, perché l'associazione risulta essere poco attrattiva per i cittadini stranieri. Sono due le possibili spiegazioni a questa situazione: da un lato la possibilità che gli stranieri non conoscano le nostre proposte, dall'altro il fatto che i nostri prezzi non sono favorevoli per le famiglie numerose e monoreddito come sono le famiglie degli stranieri. La crisi ha infatti riproposto il tema dello sport popolare, che è all'interno dello sportpertutti, ma non è ancora superato. Inoltre, la Uisp non dà occasione di mobilità sociale perché i dirigenti stranieri non sono proporzionali a quelli italiani in relazione al numero dei tesserati".

Dai rilevamenti statistici effettuati, quale risulta essere il quadro della pratica sportiva dei migranti in Emilia Romagna all'interno dell'Uisp?
"Lo sport più praticato risulta essere il calcio mentre i minori partecipano alle attività di servizio del nuoto e dei centri estivi. Il dato sul calcio è naturale conseguenza del fatto che questo sport sia il più globalizzato, a fronte di tradizioni sportive dei non comunitari omogenee solo per aree geografiche. Per quanto riguarda invece le attività di servizio, i fruitori sono prevalentemente bambini fra i sette e dodici anni che in questi contesti compiono le stesse esperienze aggregative che vivono nelle scuole. Credo che la Uisp dovrebbe impegnarsi di più con progetti specifici diretti a tutti i bambini, di tutte le nazionalità, contribuendo ancora di più all'integrazione tra bambini che, fortunatamente, nelle scuole può ritenersi un dato di fatto. Il nostro compito è infatti quello di progettare nuovi servizi, con prezzi più popolari, per ricreare anche nel tempo extrascolastico quel sistema di vicinanza. Questo si può fare riscoprendo, attraverso i giochi, tutte le tradizioni culturali delle diverse nazionalità presenti nella scuola. A questo proposito ci sono già delle sperimentazioni e dei progetti, come nel caso dell'iniziativa 'Lontano da dove' che cerca di integrare le attività rivolte agli stranieri e quelle rivolte allo sviluppo coinvolgendo non solo le scuole primarie ma anche gli adolescenti, fascia più a rischio di drop out scolastico e a maggior abbandono sportivo. Inoltre credo sia necessaria una forte apertura della nostra associazione alle associazioni straniere non obbligatoriamente sportive e ad altri attori sociali che tutelano gli stranieri, come ad esempio i sindacati".

E per quanto riguarda invece gli adulti?
"Al riguardo dobbiamo segnalare che c’è un problema di integrazione che risulta più semplice da risolvere con gli uomini. In questa direzione stiamo lavorando con un progetto che si chiama 'Contro il razzismo facciamo squadra' ed è stato presentato a livello nazionale al Ministero delle pari opportunità. Abbiamo coinvolto diverse città come Roma, Pesaro, Varese, Bologna e Reggio Emilia con il contributo di dieci associazioni di cui cinque di giovani immigrati e cinque di giovani italiani adolescenti e giovani stranieri e adulti attraverso la partecipazione a tornei di calcio e di cricket. Un'esperienza che tra l'altro affonda le proprie radici nell'esperienza dei Mondiali Antirazzisti. Rimane fuori da tutto questo una parte importante che è quella delle donne straniere. Al riguardo dobbiamo produrre una proposta adeguata nel campo motorio o ludico. Quello che stiamo ipotizzando, proprio per superare le barriere di genere, è una proposta basata sui 'giochi da tavoliere' italiani e delle tradizioni straniere come il carrom, il backgammon e il warri che sia basata sullo scambio degli usi e dei costumi, prime fra tutti le usanze relativi ai cibi, ai matrimoni ed ai grandi rituali della vita quotidiana. Il tutto da organizzare all'interno di circoli ludici non necessariamente sportivi".

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