Comitato Territoriale

Empoli Valdelsa

La posizione del Comitato UISP Empolese-Valdelsa sulla vicenda Sarri – Mancini

 

E, alla fine, la montagna partorì l'ennesimo topolino. La lite esplosa in diretta televisiva tra l'allenatore del Napoli Maurizio Sarri e il tecnico dell'Inter Roberto Mancini, che in questi giorni sta dividendo l'Italia, ha aperto un dibattito infinito su tutti gli organi di stampa e tra gli appassionati di calcio, spesso espresso attraverso toni poco edificanti. Gli insulti, di carattere omofobo e razzista, che Sarri ha rivolto a Mancini al termine della partita di Coppa Italia Napoli-Inter di qualche giorno fa, rappresentano l'ennesimo segnale di un sostanziale avvilimento del valore educativo dello sport  e dell'arretratezza culturale che ancora pervade gran parte del calcio professionistico. “Due giorni di dibattito in tutte le sedi e su tutti gli organi di stampa, sono serviti solo per prendere atto che il Giudice Sportivo ha comminato all'allenatore del Napoli 2 giornate di squalifica in Coppa Italia e 20.000 euro di multa: praticamente un buffetto sulla guancia – dice Alessandro Scali, Presidente del Comitato Territoriale UISP Empoli – Valdelsa – del resto c'era da aspettarsi poco altro, dopo che gli stessi personaggi che presiedono i vertici della Figc non hanno spiccato per particolare educazione e buongusto in recenti uscite pubbliche: i 'mangiabanane' di Tavecchio (sanzionato con 6 mesi di squalifica dalla UEFA ma non dalla FIGC) e il 'basta soldi a quelle quattro lesbiche' di Belloli (Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, nonché fedelissimo di Tavecchio) sono solo gli ultimi scivoloni dei vertici dell'Italia calcistica”. Purtroppo tocca evidenziare che, anche all'estero, non danno certo il buon esempio: non si è ancora placata infatti l'eco dello scandalo che ha estromesso Blatter e Platini dal governo del calcio mondiale. Nei fatti di Napoli, secondo Alessandro Scali, non si tratta quindi di stabilire tanto se le offese pronunciate da Sarri nei confronti del famoso collega abbiano una reale radice discriminatoria, oppure siano soltanto ingiurie pronunciate "a caldo" in una fase di particolare tensione del match, quanto evidenziare che questo genere di offese non è accettabile a nessun livello, neppure quello dilettantistico e amatoriale rappresentato da enti di promozione sportiva come la UISP. “Figuriamoci se, a pronunciarle, è un professionista assai ben stipendiato, le cui gesta vengono inevitabilmente amplificate sul piano mediatico e possono offrire un pessimo esempio educativo per chi pratica sport a tutti i livelli – continua il Presidente della UISP empolese –  in questi giorni sta girando in rete una fotografia che, in poco tempo, è diventata virale: un bambino iracheno che indossa un sacchetto di plastica a strisce verticali bianche e azzurre, sul quale qualcuno, con un pennarello, ha tracciato il numero 10 e il nome Messi. Il calcio è un fenomeno mediatico eccezionale e, proprio per questo, i suoi protagonisti hanno il dovere morale di tenere un comportamento ineccepibile sotto tutti i punti di vista e farsi portatori di valori come la lotta verso qualsiasi forma di discriminazione sessuale e di omofobia, favorendo la tolleranza, il rispetto per l'avversario e per le diversità, l'integrazione sociale e il dialogo interculturale”. Un dovere che il calcio, in particolare quello professionistico, secondo la UISP dovrebbe avvertire soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Sarri, Tavecchio, Belloli, Lotito, Blatter, Platini, si sono resi protagonisti di atti e parole da condannare senza esitazioni, sia sul piano etico e morale che su quello culturale. Le stesse giustificazioni per cui “certe cose non devono uscire dal campo” oppure “lo spogliatoio è sacro” appartengono a una mentalità omertosa e retriva che ormai non ha più ragione di esistere nel 2016. “Lo sport è ancora uno dei mezzi più preziosi che abbiamo a disposizione per provare a migliorare la nostra società attraverso il dialogo e il rispetto”, conclude Alessandro Scali. Non a caso, in questi giorni così convulsi, la UISP ha invitato proprio Maurizio Sarri e Roberto Mancini a partecipare ai prossimi Mondiali Antirazzisti, rassegna che si svolgerà il prossimo luglio a Modena per parlare di diritti ed opporsi fortemente a qualsiasi forma di razzismo e di discriminazione. L'auspicio è che proprio i due allenatori possano intervenire al dibattito pubblico per scrostare quel velo di ipocrisia che ancora ricopre lo sport più seguito, offrendo una migliore immagine del calcio e dello sport in generale, decisamente compromessa da questa sgradevole vicenda. 
Ufficio Stampa e Comunicazione UISP Empoli-Valdelsa





 

 

 

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