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Empoli Valdelsa

FACCE DA UISP PUNTATA 4: CON DANIELE BAGNOLI

Quarto appuntamento con Facce da Uisp. Oggi intervistiamo Daniele Bagnoli, coordinatore dei corsi Afa e responsabile della gestione del Palaramini.

-Daniele, cominciamo con il Palaramini. Cosa implica la gestione di un impianto così importante per la città?

Si tratta di gestire dieci palestre, con pista di pattinaggio, campi di calcetto, tennis, palestre in muratura, eccetera, concedendole alle società sportive che ne fanno richiesta. Il mio compito è quello di verificare la disponibilità delle strutture e assegnare, con criteri stabiliti da un regolamento comunale, gli spazi, spesso con una convenzione di tipo annuale. Le società che utilizzano regolarmente la palestra e sono in regola con i pagamenti hanno il diritto di prelazione anche per l'anno successivo. Devo dire che, negli anni, gli spazi si sono sempre più riempiti e questo, da una parte ci rende felici, mentre dall'altra, in un certo senso, preclude l'accesso ad altre società che vorrebbero entrarvi. Compatibilmente con tempi e spazi, cerchiamo comunque di trovare un posto a tutti.

-Per quello che riguarda i corsi AFA?

L'Attività Fisica Adattata nasce principalmente da un rapporto con la Asl, che dopo aver individuato casi in cui ci sono problemi di postura, alla schiena, al collo, consiglia loro di seguire i nostri percorsi: questo significa, in primo luogo, la diminuzione delle liste di attesa per la fisioterapia, ma anche una migliore prevenzione, affinché eventuali problemi si ripropongano. Seguire i corsi AFA dopo un ciclo di fisioterapia, serve inoltre anche a mantenere i benefici di questa. Poi, ovviamente, i corsi AFA sono aperti a tutti, anche a chi non ha avuto una diagnosi specifica dalla Asl.  Contiamo attualmente circa 25 operatori, circa 1200 iscritti (circa 900 quelli più assidui) e facciamo attività in sette comuni e 31 strutture diverse, per venire incontro anche a chi ha difficoltà a spostarsi.

-Negli anni, poi, all'aspetto tecnico, si è aggiunto anche un importante aspetto sociale.

Assolutamente sì. Innanzitutto abbiamo cercato di convincere gli operatori a tenere un atteggiamento il più possibile improntato verso l'individuo che svolge l'esercizio, aiutando uno ad uno i presenti e cercando di avere un rapporto personale con tutti  e a creare un clima familiare ed un ambiente sereno. Anche i partecipanti ai corsi, poi, si aiutano a vicenda e si sono creati rapporti di amicizia e di collaborazione. Ad esempio, capita spesso che i vari partecipanti al corso facciano delle "macchinate", per mettersi a disposizione di chi non ha l'automobile, o ha comunque delle difficoltà a spostarsi. La nostra filosofia è che se si riesce a creare un clima favorevole, la persona parteciperà ai nostri corsi più volentieri e con più assiduità, riuscendo così anche a trarre maggiori benefici.

 

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