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Genova

“Storie di pallavolo Uisp”, il CUG Univolley

Fonti attendibili fanno risalire al 1966 l’anno di fondazione del Circolo dei Dipendenti dell’Università di Genova, il CUG. Sappiamo poi con certezza che è il 2003, il periodo in cui i dirigenti storici, Roberto Pani e Marco Pedemonte, insieme ad altri appassionati di pallavolo hanno proposto al Circolo la nascita della sezione pallavolo.

Un cammino che in questi 11 anni ha trasformato il CUG sezione pallavolo in un vero e proprio gruppo organizzato, l’UNIVOLLEY, che non significa soltanto passione per questo sport, ma soprattutto condivisione, amicizia, allegria, sostegno, familiarità e convivialità. E sono proprio questi gli aggettivi utilizzati dal presidente dell’Univolley, Giacomo De Marini, per descrivere lo spirito di un gruppo di “amici”, che può contare oggi su oltre 50 iscritti, in crescita ogni anno. 

Il rapporto di Giacomo con l’UNIVOLLEY nasce nel 2004 per volere forse più della fidanzata, che per una esigenza personale; dopo un primo anno iniziale di ambientamento, necessario anche per capire come si sta in campo, “mi ritrovai attorniato da un gruppo di persone meravigliose… i miei nuovi amici”. Negli stessi anni nasce anche l’unione UISP – CUG Univolley: tanti allenamenti, ma anche la voglia di mettersi in gioco, misurandosi nei campionati amatoriali UISP, per antonomasia aperti a tutti, con squadre di tutti i livelli e le provenienze. 

Il Circolo è sempre stato il punto di riferimento dell’UNIVOLLEY: capita così che soci della sezione calcio si avvicinino alla pallavolo e viceversa, e che calciatori e pallavolisti si facciano tentare dalle proposte della sezione Gusto & Sapori. Un appuntamento ormai consolidato della programmazione delle diverse sezioni è rappresentato poi dai Campionati nazionali dei Circoli italiani: da Genova è sempre più numerosa la delegazione sia di Beach Volley che di pallavolo che partecipa ogni anno a queste rassegne. 

Amicizia, divertimento ma anche l’aspetto sportivo, che, pur nella più sana amatorialità, è un altro pilastro fondamentale dell’UNIVOLLEY… “far avvicinare le persone meno esperte al gioco della pallavolo, seguendo tutti dai primi passi ai ben più ardui... salti a rete!”. E così a chiunque si iscriva viene garantito un allenamento a settimana, con tanto di allenatore che dai fondamentali alla più complicata tattica di gioco, cerca di portare tutti sullo stesso livello, e la possibilità di partecipare alle partite di campionato, soprattutto da quando, ormai 6 anni fa, la Lega pallavolo Uisp di Genova ha dato vita al torneo amatoriale VOLLEYPERTUTTI.

Non una, ma ben due (e dalla prossima stagione sportiva addirittura tre!) sono le formazioni dell’UNIVOLLEY iscritte fin dalla prima edizione ad un campionato che incarna a pieno lo spirito del CUG, quello dello sportpertutti. E se i primi anni sono stati caratterizzati da risultati altalenanti, nelle ultime due stagioni sportive l’UNIVOLLEY 1 e l’UNIVOLLEY 2 hanno ottenuto piazzamenti più che soddisfacenti, anche se, come tiene a precisare il tesserato Emanuele Carrea, “abbiamo una missione chiara e precisa: non vincere 3 a 0 con nessuno, per non far male a persone che, come noi, non vogliono altro che divertirsi, o almeno questo è ciò che voglio credere”… 

Il 2013/2014 rappresenta un’altra data importante per l’UNIVOLLEY, soprattutto per le ragazze “universitarie” che, per la prima volta, hanno partecipato al campionato Uisp tutto al femminile, l’OVER 18. Un’esperienza più che positiva, che ha dato a molte la possibilità di aumentare il numero delle presenze in campo, e ad alcune di cimentarsi anche nell’organizzazione e nella gestione di un campionato vero e proprio, vivendo l’UNIVOLLEY non solo come utente ma anche come dirigente. 

Con queste premesse, il futuro dell’UNIVOLLEY è garantito; l’augurio è scrivere un’altra bellissima pagina di storia nei prossimi 10 anni, per vivere ogni esperienza – come dicono i più “aficionados” – “in prima persona insieme ai più cari amici, uniti in un gruppo che combina la voglia di stare insieme, con l’esigenza di stare in forma”..

Una grande famiglia, che per qualcuno in particolare ha rappresentato anche motivo di cambiamento e crescita non solo sportiva, ma anche e soprattutto umana e personale, come testimoniato dalle righe che Giacomo ha voluto inviare a tutti i propri compagni al termine di questa stagione:

«Sapete a volte è così difficile legare con le persone: al lavoro, nel proprio palazzo o in un altro qualsiasi momento della vita, incontriamo persone che vivono nella convinzione che il proprio egoismo sia l'unico modo di sopravvivere. Sicuramente io sono uno di loro o almeno lo sono stato fino a quando ho incontrato voi che mi fate apprezzare le diversità ed amare le differenze, voi che crescete ed invecchiate con me e mi stupite ogni giorno con le vostre vite, voi che fate tutti i km necessari per raggiungerci e quando non lo potete fare ci soffrite, voi che avete 20, 30, 40 anni e non vedete l'ora che arrivi mercoledì per l'allenamento, voi che come me tentate di vivere spensieratamente il proprio "oggi" provando a non pensare troppo al domani.
Io quell'oggi vorrei non finisse mai, vorrei che si rinnovasse sempre in un infinito loop, vorrei che durasse il più possibile.
Pensateci, se vorrete e se potrete, nei prossimi giorni quando vi chiederemo di partecipare a varie manifestazioni: saranno occasioni per stare ancora insieme, da condividere insieme, da ricordare insieme e che rafforzeranno quel sentimento che ci unisce, che ci contraddistingue e che rende unico il nostro gruppo.
Guardate la foto che vi ho allegato e troverete che vi riconoscerete in ognuno di quei visi  perché in ognuno c'è qualcosa di voi, c'è la vostra gioia, le vostre speranze, i vostri sogni. Io la terrò stretta come fa un bimbo con la mano della sua mamma e continuerò a guardarla ogni volta che incontrerò dell'egoismo. 
Mi accomiato ringraziandovi per la strada percorsa e per tutta quella che riusciremo a fare insieme, vi ringrazio per accettarmi con tutti i miei evidenti difetti e per avermi aiutato sempre a migliorare, vi ringrazio per dare spazio a questi momenti senza necessariamente spammarmi e vi saluto nell'unico modo che mi avete insegnato: un grosso abbraccio».

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