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Lombardia

"Percorsi Indysciplinati": compiuta la prima tappa

Il progetto nazionale Uisp si è concluso ma è solo l'inizio di un viaggio di avvicinamento al mondo degli adolescenti
Con l’evento finale del progetto Uisp “Percorsi indysciplinati” si è conclusa la prima tappa di un percorso che vuole avvicinare l’Uisp al mondo dei giovani, e degli adolescenti in particolare, provando a cambiare linguaggio e approccio per una comunicazione più efficace. Sabato 28 giugno si sono incontrati a Roma gli operatori e i coordinatori del progetto per un momento di condivisione e confronto rispetto all'esperienza vissuta.
L’intervento ha puntato sul coinvolgimento dei giovani fin dalla co-progettazione, per permettere ai ragazzi di assumere un ruolo attivo e propositivo nelle attività, fino all’autogestione. Questa prima fase di sperimentazione ha coinvolto gli studenti di dieci città, Barletta, Bergamo, Genova, Lanusei, Messina, Padova, Pisa, Reggio Emilia, Torino, Trieste. 
“Abbiamo voluto creare un’occasione per condividere il lavoro svolto in questi mesi, analizzando punti di forza e di debolezza delle attività. I partecipanti hanno presentato la loro esperienza e tutti hanno ascoltato con interesse, noi abbiamo garantito che continueremo a seguire il progetto nelle tappe successive, perché vogliamo che non si spengano le aspettative create nei ragazzi”, afferma Daniela Rossi, responsabile del progetto, che ha seguito l’intervento con Silvia Saccomanno, coordinatrice del progetto.

“Dai racconti e dai bilanci che abbiamo raccolto dalle città emerge un dato molto positivo: - afferma Saccomanno - tutti proseguiranno nell'esperienza, anche se con diverse modalità, a scuola nei casi in cui queste abbiano dato disponibilità a supportare l’attività durante il prossimo anno, o con laboratori sperimentali nell'extra scuola. Abbiamo verificato anche la disponibilità e l’entusiasmo dei ragazzi coinvolti, i comitati hanno saputo fare rete sul territorio con associazioni e partner diversi impegnati con gli adolescenti”. 
“Per l’Uisp creare un rapporto con gli adolescenti non è semplice – spiega Daniela Rossi - è necessario cambiare linguaggi e paradigmi. Questa proposta ha avuto contenuti e profilo nuovi che, anche se non consolidati nell'Uisp, sono riusciti a raggiungere l’obiettivo di rendere i ragazzi davvero protagonisti. Nella prima fase gli studenti sono stati introdotti dagli operatori nel mondo delle pratiche di strada, poi sono andati avanti dando vita a crew in cui i ragazzi si sono sentiti padroni, arrivando ad esempio ad organizzare e gestire gli eventi finali locali. La vera difficoltà è stata nel predisporsi al rapporto con il gruppo dei giovani cercando una modalità diversa e innovativa: grazie a questo progetto abbiamo inaugurato nuove modalità di comunicazione, è solo l'inizio di un cammino, ma ci sono tutti i presupposti per andare avanti, stabilizzando i rapporti con i gruppi nati con il progetto”.

“È per noi motivo di grande soddisfazione che tutti i soggetti coinvolti abbiano evidenziato la qualità delle proposte Uisp sul territorio. Gli operatori non hanno avuto un’impostazione tecnicista, c'è stato invece un meccanismo di coinvolgimento nella filosofia del progetto. I laboratori hanno puntato sull’espressività e la creatività, partendo dal gioco e permettendo ai ragazzi di esprimersi liberamente. C’è un pregiudizio che accompagna queste attività non strutturate, spesso viste con preoccupazione e sospetto: possiamo affermare di essere riusciti, almeno nelle nostre città, a rimuoverlo”, afferma Silvia Saccomanno. 

Quali saranno i prossimi passi?
“É una delle prime volte in cui siamo sicuri che sia solo la prima tappa - conclude Rossi - la prossima sarà quella di individuare, almeno in alcune città, aree che possano essere messe stabilmente a disposizione dei ragazzi per le loro attività. La sfida è complicata, ma tutti i soggetti coinvolti sono molto determinati. Acquisire degli spazi da ridisegnare insieme ai ragazzi per le proposte indysciplinate sarebbe il vero salto di qualità, servirebbe a creare un pezzo di città accogliente per questi ragazzi, e non respingente come sono spesso le nostre città. Dovremmo essere capaci di coinvolgere i ragazzi nella creazione e modellazione degli spazi, come è stato nella progettazione delle attività laboratoriali che sono state programmate sulla base delle esigenze dei ragazzi, dando vita a gruppi coesi e attivi”.
A breve sarà ultimato il video che raccoglie e narra le storie delle dieci città in maniera approfondita, e verrà presentato il report di monitoraggio, portato avanti da Antonio Borgogni, Simone Di Gennaro e Marica Ciccarelli, realizzato attraverso questionari, focus, interviste e incontri con i ragazzi e gli operatori. (E.F.)

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