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Lombardia

"Radio anch'io" in diretta dalla sede nazionale Uisp

La trasmissione di Radio 1 Rai approfondisce i temi sociali del calcio, dopo i Mondiali. Nicole Ramadori intervista Vincenzo Manco

A dodici ore dalla finale tra Germania e Argentina “Radio anch’io” ha dedicato un approfondimento ai temi sociali ed economici legati al calcio, che è andato in onda questa mattina su Radio 1 Rai. Il conduttore Giorgio Zanchini ha scelto anche l’Uisp tra le voci da ascoltare: per questo la giornalista Nicole Ramadori  ha intervistato in diretta Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, con un collegamento dalla sede nazionale dell’associazione, a Roma. (ASCOLTA L'AUDIO)

(GUARDA IL BACK STAGE DELL'INTERVISTA NELLA SEDE NAZIONALE UISP)

Qual è il rapporto tra i grandi eventi sportivi e quali i benefici per i paesi che li ospitano? Qual è il futuro del calcio, anche alla luce della vittoria della Germania che ha sempre curato i vivai calcistici? Nicole Ramadori è partita da queste tematiche: Germania campione del mondo, un successo che deriva dalla cura dei vivai e dall’essere multietnica. Perché in Italia non si crede nei giovani?

“Il calcio, come altri ambiti e settori, è lo specchio della società nella quale viviamo – risponde Manco – ovvero il nostro non è un Paese per giovani. Questo vale per il calcio, per il lavoro e anche per la composizione delle rappresentanze politiche”.

“Ci sono poi alcuni problemi specifici che riguardano il calcio in Italia, come quello della scarsa cura dei vivai a fronte dei cospicui investimenti che le società realizzano nelle transazioni tra giocatori. C’è bisogno di una inversione di tendenza con lo sguardo lungo. C’è la necessità di cambiare. L’11 agosto verrà eletto il nuovo presidente della Federcalcio e molto dipenderà dalle scelte che farà lui e il nuovo gruppo dirigente. Per ora i nomi che circolano per la successione ad Abete non danno il senso dell’inversione di tendenza”.

La Germania, domanda la Ramadori, è una squadra giovane, pop ed etnica. Tutto ciò che non è l’Italia. Perchè? "Nel nostro Paese, risponde Manco, affiorano forze politiche di destra che frenano la necessità di guardare alle nuove emergenze come opportunità per uscire in positivo dalla crisi. Il meticciato, ad esempio, è la nuova frontiera con la quale confrontarsi. Non si tratta di alzare i muri come vorrebbe la Lega, ma di costruire nuovi valori di integrazione e convivenza".

Nicole Ramadori: il calcio italiano è razzista? “I facinorosi sono una piccolissima minoranza di coloro che seguono il calcio, nelle curve e fuori – risponde Manco - C’è la necessità di costruire nuova cultura sportiva. L’europarlamentare Kyenge ha assegnato la cittadinanza universale ai Mondiali Antirazzisti. Il bello del calcio è la gente, l’accoglienza e l’inclusione che genera nei quartieri. Il calcio ha identità e costruisce identità”.

Il tema della “bellezza del calcio” viene ripreso anche da Amadou, giovane senegalese che ha partecipato ai recenti Mondiali Antirazzisti con la sua squadra della cooperativa sociale Senape: "Il calcio ha caratteristiche naturali che facilitano l’integrazione. La sua prima caratteristica è che è bello, da giocare e da guardare. Con questo concetto esprimo una valutazione di tipo culturale. Per questo il razzismo va combattuto tutti insieme, il calcio con tutti i suoi protagonisti, deve difendersi dal razzismo, che è una cosa brutta”.

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