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Peace Games chiede corridoio umanitario per Gaza

La Ong dell'Uisp da 15 anni opera in Palestina: lo sport per la convivenza. Ricordare le altre emergenze: raccolta fondi per Bosnia

Sono passati 15 anni da quando Peace Games Uisp ha incominciato ad operare in Palestina e in Israele, prima con piccoli interventi, poi con progetti “ufficiali”. In Palestina siamo stati ad Hebron, a Gerusalemme, a Shu’fat, a Gaza, a Betlemme. In Israele a Lod, Abu Gosh e Lahalal. Abbiamo cercato di portare una speranza alla popolazione attraverso il linguaggio che ci è più consono: lo sport per l’educazione, per la convivenza, per la pace.

Tuttavia, in questi 15 anni di pace ne abbiamo vista ben poca, e in questi giorni stiamo assistendo all’ennesimo massacro di civili. Abbiamo sentito Daniele Borghi, presidente di Peace Games, per avere un suo punto di vista: “Vedere quanto sta accadendo in questi giorni in Palestina, in particolare a Gaza, è una vera sofferenza. E’ una sofferenza da quando è iniziata questa nuova spirale di violenza, dall’uccisione dei ragazzi israeliani, dalla tortura e dall’omicidio del piccolo Mohammed Abu Khudair, che viveva in uno dei posti a noi più cari in Palestina: il campo profughi di Shu’fat, Gerusalemme Est, dove abbiamo lavorato per 10 anni".

 "Ma la sofferenza del popolo palestinese dura da decenni, e quello che si sta consumando in queste ore non è altro che l’ennesimo atto della violazione dei diritti umani di milioni di persone, verso la quale la comunità internazionale si dimostra impotente, se non indifferente. In questo momento le vittime dei bombardamenti israeliani su Gaza sono 176 e la città è sotto assedio, ma la notizia sta lentamente scomparendo dalle prime pagine dei giornali, l’attenzione si è già spostata su altro. Noi come cittadini e come sportivi condanniamo la violenza su ogni persona, come è di moda dire “senza se e senza ma”.

"Non chiedeteci di essere equidistanti tra lo stato di Israele e la popolazione palestinese - dice Borghi - perché quella che è in atto non è una guerra, è un massacro, un crimine contro l’umanità. Continuiamo a sperare in futuro di pace, nella convivenza e nel dialogo, non potremmo fare altrimenti, ma questo futuro non potrà mai esserci finché allo stato di Israele verrà permesso di agire in palese violazione di ogni regola del diritto internazionale e finché il diritto del popolo palestinese ad una propria terra non sarà universalmente riconosciuto e garantito, anche quello senza se e senza ma”.

Peace Games si associa all’appello per l’immediato cessate il fuoco, e chiede l’apertura di un corridoio umanitario che permetta di entrare a Gaza alle persone che portano gli aiuti per la popolazione colpita dai bombardamenti. Aderisce alla raccolti fondi lanciata dalle Ong Italiane presenti in Palestina per l’acquisto dei farmaci necessari.

Anche se l'agenda internazionale è sconvolta dalla terribile attualità delle notizie che arrivano da Gaza, Peace Games prosegue con ostinazione il suo programma di interventi umanitari:  in questi giorni ha lanciato un’altra raccolta fondi, dedicata alla Bosnia, un territorio dove lavoriamo da anni e che il 14 maggio scorso ha subito una violentissima alluvione, che ha causato 60 morti, 85.000 sfollati e milioni di euro di danni ad un paese che accennava appena a risollevarsi dalle ferite lasciate dalla guerra.

Sul sito di Peace Games, in una specifica sezione (CLICCA QUI) potete trovare tutte le informazioni sulla campagna e gli aggiornamenti in tempo reale.  (di Layla Mousa)

 

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