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Lombardia

Disagio mentale: lo sport per trovare sollievo

Claudia Granziero racconta il suo lavoro quotidiano con i disabili psichici

I benefici fisici e psicologici derivanti da una regolare e corretta pratica sportiva sono ampiamente accertati e incoraggiati. Quello di cui si parla e si scrive ancora troppo poco, però, è la grande potenzialità insita nella pratica sportiva volta al recupero della salute psichica a seguito di un evento traumatico.

Nel disagio psichico infatti, insorgono molti fattori a causa dei quali la persona colpita perde ogni riferimento con la vita e non è più in grado di svolgere anche la più semplice attività quotidiana. Parliamo principalmente di schizofrenia, disturbi dell'umore, disturbi di personalità.  Durante la fase acuta del disagio psichico, la persona viene ricoverata nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, per contenere e attenuare la sintomatologia. Parte del trattamento consiste nella assunzione di farmaci specifici in grado di attenuare e ridurre i sintomi come deliri, allucinazioni, stati maniacali e gravi depressioni. I farmaci sono dunque un alleato prezioso e indispensabile ma, come tutte le sostanze chimiche, hanno degli effetti indesiderati: si verifica un progressivo allontanamento nei rapporti interpersonali, la persona tende a rinchiudersi in se stessa al fine di evitare tutti quegli stimoli che possono farla sentire in pericolo, e la qualità della vita ne risente a tutti i livelli.

Lo sport può essere contributo fondamentale per alleviare i sintomi: Uisp ha da sempre grande attenzione al tema dell’attività motoria nell’ambito del recupero psicofisico, con diversi progetti come il campionato per persone con disabilità psichica “Matti per il Calcio” a cui hanno partecipato gli anni scorsi anche squadre varesine.

Claudia Granziero, ex-infermiera professionale con master di Yoga per bambini e disabili, diploma Ohashiatsu e aiuto Istruttore QiGong: «Ho imparato a mie spese che seguire protocolli e modalità che non corrispondono alla realtà di quel gruppo e di quella persona  non aiuta. Lavoro da qualche anno con persone che seguono un programma personalizzato di attività riabilitative. Il gruppo di attività motoria, 10/12 persone, si svolge in inverno all'interno di una palestra, e nella bella stagione, da maggio ad ottobre, all'aperto. Ci troviamo una volta alla settimana e lavoriamo per un'ora con esercizi di stretching e QiGong a cui aggiungiamo, da maggio ad ottobre, una camminata di circa 40 minuti nei parchi o in zone ombreggiate».

«Lavoriamo molto sul respiro e sulla corretta pratica respiratoria durante le fasi di riscaldamento e gli esercizi di QiGong: questa pratica è un prezioso aiuto per ridurre le tensioni e rendere più fluido e morbido il movimento, ripristinando e migliorando la coordinazione motoria. Dedichiamo qualche minuto al rilassamento e, da quest'anno, pratico anche trenta minuti di massaggio Shiatsu sulle persone coinvolte, con risultati sorprendenti».  

 

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