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Lombardia

"Liberi dal gioco d'azzardo", parte la nuova campagna

L'Uisp alla presentazione della nuova campagna di sensibilizzazione lanciata da Mettiamoci in gioco. "Più giochi, più perdi"
"Liberi dal gioco d'azzardo. Con l'azzardo ti giochi la vita": questo lo slogan della campagna di comunicazione presentata questa mattina alla stampa, a Roma presso la Sala della Mercede, da "Mettiamoci in gioco", la campagna nazionale contro i rischi del gioco d'azzardo promossa da decine di associazioni tra cui l’Uisp. L’iniziativa si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica decostruendo i messaggi illusori di “vincite facili” diffusi dall’industria dell’azzardo: sono stati realizzati due spot tv e due spot radio, manifesti, locandine e immagini coordinate per Facebook e Twitter. L'Uisp ha preso parte alla presentazione con Fabrizio De Meo, responsabile politiche sociali Uisp e Alessandra Pessina, vicepresidente Uisp Lombardia e del coordinamento della Campagna.

"Il messaggio che lanciamo con questa campagna di sensibilizzazione" - ha spiegato Don Armando Zappolini, portavoce di Mettiamoci in gioco - "è molto chiaro: attenzione, non fatevi abbindolare dalla pubblicità dei giochi d'azzardo. Non avete ‘quasi vinto’ e non ‘vincerete facile’. Anzi, è vero piuttosto che ‘più giochi più perdi, è matematico’, come diciamo nei nostri materiali di comunicazione. E il consumo di azzardo può dar luogo ad abuso e dipendenza, con conseguenze molto negative per sé, per le persone che ci sono accanto, per la società. Per raggiungere l'opinione pubblica punteremo, prima di tutto, sui mezzi e sulle strutture delle organizzazioni che aderiscono alla Campagna a livello nazionale e locale. Ogni aderente si impegna a far circolare i materiali della campagna all'interno della propria rete, nei luoghi e negli incontri che organizza a tutti i livelli. Insomma, invece, di investire soldi per acquistare spazi pubblicitari, scommettiamo sulle relazioni sociali, sulla mobilitazione delle nostre organizzazioni, dei nostri soci e volontari. Ma rivolgiamo un invito particolare a unirsi a noi anche ai comuni, da quelli più piccoli alle città metropolitane: promuoviamo insieme un messaggio forte rivolto ai cittadini."

"L'impegno che mettiamo in questa campagna di comunicazione", continua don Zappolini, "è però anche un appello lanciato alle istituzioni e alla politica: suona la campanella, è ora di prendere decisioni precise e coraggiose, a cominciare dall'approvazione della prima legge quadro sul gioco d'azzardo in Italia, da quanto sarà contenuto in materia nella legge delega fiscale e dal riconoscimento, finalmente, del gioco d'azzardo patologico nei livelli essenziali di assistenza garantiti dallo Stato, per i quali vanno stanziate risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle ora previste nel Fondo sanitario. Ogni persona che ha problemi di dipendenza deve poter contare su un aiuto professionale e facilmente accessibile da parte dei servizi pubblici e del terzo settore accreditato."

Il gioco d'azzardo ha conosciuto un successo travolgente nel nostro paese, tra i primi al mondo per consumo di giochi. Si è passati da un fatturato di 24,8 miliardi di euro nel 2004 agli 88,5 miliardi del 2012. Solo nel 2013 vi è stato un leggero calo del fatturato, fermatosi a 84,7 miliardi, probabilmente per la dura crisi economica che sta attraversando il paese. Il 56,3% del fatturato viene dagli "apparecchi" (slot machine e vlt), ma è in significativa ascesa il gioco on line. È importante notare che al crescere del fatturato non è seguito un maggior introito per lo stato, sotto forma di tasse. Nel 2004, l'erario ha incassato dall'azzardo 7,3 miliardi di euro (pari al 29,4% del fatturato complessivo), mentre nel 2013 ha registrato un'entrata di 8,1 miliardi (pari al 9,5% del fatturato, nel 2013 era stato addirittura il 9%). Dunque, una cifra non indifferente per le finanze pubbliche, ma molto più bassa del giro d'affari attivato dal settore, con le sue pesanti ricadute sociali e sanitarie che comportano un notevole dispendio di risorse economiche per farvi fronte.

Il Cnr stima in 17 milioni (42% delle persone residenti in Italia tra i 15 e i 64 anni) il numero di coloro che hanno giocato almeno una volta in un anno, in 2 milioni gli italiani a rischio minimo e in circa un milione i giocatori ad alto rischio (600-700mila) o già patologici (250-300mila).

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