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Lombardia

"Dare voce allo sport di base": finalmente la legge?

Oggi audizione alla VII Commissione Camera dei Deputati delle società sportive della campagna "Dare voce allo sport di base"

Oggi alle 15 è prevista l'audizione in VII Commissione della Camera dei Deputati delle società sportive della campagna "Dare voce allo sport di base" sulle  "Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport”, con la presenza del primo firmatario on. Filippo Fossati (Pd) e del relatore on. Bruno Molea (Scelta Civica).

Parteciperà, tra gli altri, Gianluca Di Girolami (Liberi Nantes) che nel 2012 fu tra i promotori del documento. Oggi Di Girolami è membro della Direzione nazionale Uisp e presidente Uisp Roma.

Questo è il documento che verrà consegnato da "Dare voce allo sport di base" agli atti della VII commissione della Camera dei Deputati (Cultura):

"La proposta di legge "Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport" recepisce molte problematiche e difficoltà sollevate dalle società sportive del territorio con la campagna “Dare voce allo sport di base”. Le società sportive, attraverso i due incontri pubblici organizzati a Roma il 3 marzo 2012 e l’8 novembre 2013,  hanno denunciato le difficoltà quotidiane a cui sono esposte e hanno lanciato un appello pubblico alle istituzioni, al governo e al Parlamento, teso a riconoscere il valore sociale dello sport.

L’allarme delle società sportive di base è dovuto alla preoccupazione di non riuscire più a far fronte ad un servizio sociale fin qui assicurato alla collettività, servizio che parla di tutela della salute, educazione giovanile, inclusione e coesione sociale.

“Dare Voce allo sport di base” denuncia le difficoltà dovute alla congiuntura economica, che ha ridotto notevolmente i contributi di Regioni e Comuni. Le società sportive devono affrontare quotidianamente una giungla di normative burocratiche, fiscali e sanitarie, ricche di lacune e contraddizioni, che si incrociano e si sovrappongono per la mancanza di una legislazione chiara e specificamente dedicata. Aumenta così la confusione dei dirigenti che si trovano a dovere gestire le società sportive, chiamati però ad assumersi la piena responsabilità legale della corretta applicazione di quelle norme.

Di seguito riportiamo il documento unitario diffuso in occasione della prima iniziativa pubblica “Dare voce allo sport di base” (Roma, 3 marzo 2012) che riassume il disagio e l’allarme delle società sportive del territorio, sostenute da cinque Enti di promozione sportiva: Acsi, Aics, Csi, Uisp, UsAcli.

“La crisi finanziaria colpisce il movimento sportivo di base. Le società sportive non possono più contare sul sostegno delle sponsorizzazioni delle piccole imprese, sui finanziamenti o sulle agevolazioni degli Enti Locali. I costi delle attività sono tutti sulle spalle dei praticanti e delle famiglie, che spesso non sono più in grado di sopportarli.

Con la crisi vengono al pettine i problemi strutturali dello sport in Italia: lo stato non si occupa dello sport di base, le Regioni e gli Enti Locali non hanno gli strumenti e i fondi necessari, le poche leggi e normative di settore non aiutano lo sviluppo delle attività sul territorio. Il mondo sportivo organizzato nel Comitato Olimpico viene lasciato da solo a fronteggiare le attuali difficoltà.

Eppure l’attività di promozione sportiva che noi realizziamo, ogni giorno, nel nostro territorio è fondamentale e insostituibile per vari motivi: contribuisce alla salute delle persone e a diffondere stili di vita sani; serve a prevenire diverse patologie e migliora le condizioni sociali del territorio. 

Svolgiamo una importante funzione sociale ed educativa senza nulla ricevere in cambio dalle istituzioni: insieme a noi crescono i ragazzi e gli adolescenti, da noi giocano insieme persone di lingua e cultura diversa, con noi gli anziani ritrovano energia e voglia di vivere. Le nostre attività migliorano l’aspetto delle nostre città. Nelle nostre sedi si discute e si decide democraticamente. Le società sportive non sono solo pratica sportiva, sono anche una scuola di cittadinanza e di partecipazione.

Ci rivolgiamo alle istituzioni per sollecitare un impegno straordinario. Ci rendiamo conto che non è il momento per chiedere finanziamenti straordinari. E’ il momento, però, di spendere bene le risorse che si destinano alle politiche sociali e a quelle per la salute, l’ambiente, l’educazione. Per questo è assolutamente necessario che una nuova cultura dello sport trovi spazio e dignità in tali programmi.

Avanziamo alcune proposte innovative in ambito normativo che, a costo praticamente zero per la pubblica amministrazione, possano aiutare le società sportive a rilanciarsi e continuare ad assicurare la loro preziosa attività sul territorio:

1 Riconoscimento dell’attività sportiva come “Bene di interesse collettivo” e diritto con dignità costituzionale, così come indicato dal Libro Bianco sullo sport promulgato dall’Unione Europea nel 2007;

2 Riconoscimento del “Valore sociale dello Sport” nelle leggi di settore, a partire dai Piani Sanitari Nazionali e Regionali e dalla legge istitutiva delle Fondazioni Bancarie;

3 Sostituire la consuetudine delle gare d’appalto al massimo ribasso per la gestione degli impianti sportivi pubblici con l’affermazione di criteri fissati in Convenzioni o procedure concorsuali, capaci di valorizzare la qualità del volontariato e dell’associazionismo sportivo attivo sul territorio;

4 Premialità del “valore sociale” delle attività svolte dalle (ASD) Associazioni Sportive Dilettantistiche, con particolare riferimento alle attività di Inclusione, a quelle per le persone anziane e a quelle rivolte alla cura di determinate patologie;

5 Provvedimenti urbanistici che consentano un nuovo sviluppo dell’impiantistica sportiva e facilitino gli interventi di manutenzione e riqualificazione operati dal non profit sportivo;

6 Salvaguardia delle facilitazioni fiscali per le (ASD) Associazioni Sportive Dilettantistiche, come presupposto per il loro funzionamento e il loro sviluppo sul territorio;

7 Introduzione della limitazione di responsabilità civile per le ASD, insieme all’introduzione di normative e regolamenti di semplificazione burocratica e fiscale;

8 Riconoscimento del volontariato sportivo, accesso ai Centri di Servizio del Volontariato per la formazione dei volontari, possibilità di utilizzare i giovani del servizio civile con esplicito riferimento da parte della legge 64/2001;

9 Garanzia della proprietà dei diritti sulla comunicazione e sul marchio per gli eventi proposti dalle ASD, raccogliendo in tal senso una pressione che sta crescendo in Europa proprio da parte di associazioni sportive di base;

10 Riconoscimento delle attività formative svolte dalle ASD;

11 Riconoscimento all’attività formativa e vivaistica svolta dalle ASD nei confronti dei giovani talenti che proseguono nella carriera sportiva e professionistica. Questo riconoscimento andrà sostenuto dalle società professionistiche nei confronti delle ASD di provenienza dei giovani talenti;

12 Buono fiscale destinato alle famiglie per la pratica sportiva non professionale, agonistica e non agonistica”.

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