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Lombardia

Tennis: Uisp contro Fit, ci vuole il Garante della concorrenza

Non è bello sentirsi figli di un dio minore. Eppure è proprio così, almeno nel tennis. Il risultato è che più i soggetti associativi che si occupano di promuovere il tennis tra la gente - tra i quali Uisp - fanno il loro dovere, più la Fit (Federazione Italiana Tennis) taglia loro la strada. Con gravi danni per lo sviluppo del movimento tennistico italiano. Perché?

«Fin dall'inizio del mandato olimpico, abbiamo assunto l'impegno di coinvolgere la Fit per arrivare alla firma di una convenzione che chiudesse finalmente la pluriennale difficoltà di raggiungere l'obiettivo della promozione del movimento tennistico – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - Più volte abbiamo avuto l'occasione di scambiarci opinioni in sedi sportive istituzionali ed arrivare verbalmente a sottoscrivere la convenzione, con reciproca soddisfazione. E invece alle intenzioni non sono mai seguiti i fatti, le dichiarazioni di collaborazione della Fit sono rimaste lettera morta, e i problemi sono rimasti tutti in piedi. Per questo abbiamo ritenuto opportuno ricorrere al Garante della concorrenza, per difendere la pari dignità di giocare a tennis, viste tutte le intimidazioni e le vessazioni economiche di cui sono vittima i nostri circoli tennis. Si tratta di un diritto, ma anche della necessità di tutelare i nostri soci e la libertà associativa a nel nostro Paese. Abbiamo sottoscritto tante convenzioni con diverse Federazioni sportive, segno della nostra capacità di stare ai tavoli con serietà e responsabilità, per la crescita dell'intero movimento sportivo. Continueremo a fare la nostra parte anche con la Fit, in un rapporto rispettoso ma dialettico, per rivendicare il nostro diritto di riconoscere alla pari, nel rispetto delle norme e delle prerogative previste dal Coni, la nostra capacità organizzativa e quella dei circoli a noi affiliati».

La vicenda va avanti da tempo. Racconta gli antefatti Erasmo Palma, presidente della Lega tennis Uisp: «Con la decisione 78/2014 della Corte federale si stabiliva l'ovvio e sacrosanto principio che i regolamenti della Federtennis si applicassero soltanto nell'ambito delle competizioni sportive federali, e dunque non con riferimento alle competizioni organizzate dagli enti di promozione – spiega Palma – invece, con la successiva Decisione 2/2015, la corte federale di Appello ha annullato il precedente pronunciamento della Corte federale, portando indietro le lancette dell'orologio e gettando ancora una volta l'ambiente tennistico nel caos. L'assunto sul quale si fonda la recente decisione della Corte di appello della Fit è che in un proprio regolamento, la stessa Fit, ritiene di gestire nell'ambito dell'ordinamento sportivo "in forma esclusiva e con specifici settori dell'organizzazione federale la disciplina del tennis". Questa presunta esclusività non è pre vista dallo stesso statuto del Coni».

«Con tale normativa la Fit ritiene che le associazioni ad essa affiliate in regime di esclusività per l'attività sportiva non possano neppure disporre liberamente dei propri impianti, mediante affitto oneroso a soggetti terzi – prosegue Palma - ritenendo che l'obbligo di non affiliarsi ai diversi Enti di promozione sportiva, richiesto dalla stessa Fit, escluda anche "la possibilità di concessione, per le medesime competizioni, a soggetti terzi ove non debitamente e preventivamente autorizzate dalla Fit". Per questi motivi ricorreremo al Garante per la concorrenza. Sarà ovviamente nostra cura, nell'interesse dei nostri tesserati, informare dei contenuti di questa decisione anche i vertici del Coni, sollecitando una verifica sulla rispondenza dello statuto e dei regolamenti della Fit ai superiori principi dell'ordinamento sportivo dei quali il Coni è supremo garante».

Uisp nazionale ha deciso, dunque: porterà avanti senza arrendersi quella che sta diventando una battaglia per far sì che anche il tennis resti tra gli «sportpertutti». 

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