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Firmato un nuovo protocollo d’intesa fra Uisp Emilia Romagna ed ANMIC

Una firma «storica», per lo meno per il significato che riveste. Nella giornata di Martedì 13 Giugno 2017, nella sede regionale della Uisp Emilia Romagna, è stato infatti sottoscritto il primo protocollo d’intesa da ANMIC, Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili, ed appunto Uisp.

Un ulteriore impegno preso dalle due realtà nella diffusione dello sport a 360 gradi, sia per le persone normodotate sia per coloro che quotidianamente si trovano alle prese con una qualsiasi disabilità.

Una storia antica, quella dell’ANMIC, che inizia a Taranto nel 1956 con un obiettivo: operare senza fini di lucro per provvedere all'assistenza morale e per promuovere l'assistenza materiale di mutilati e invalidi civili «curando la loro elevazione spirituale e culturale e sollecitando tutte le iniziative di protezione sociale».

Ed oggi, grazie al lavoro del presidente Francesco Deggiovanni, ravennate e romagnolo doc, l’ANMIC taglia insieme a Mauro Rozzi, presidente Uisp Emilia Romagna, un nuovo traguardo.

Otto i punti del protocollo sottoscritto su cui convergono le due associazioni: dall'attività coordinata di raccolta fondi alla realizzazione congiunta di progetti dedicati allo sport per chi ha disabilità, dall'individuazione di istruttori ed accompagnatori all'organizzazione e promozione di eventi, dalla sensibilizzazione sulle iniziative congiunte alla formazione ed alla promozione del lavoro svolto.

Un impegno comune che spiega lo stesso Francesco Deggiovanni: «La firma del protocollo nasce dalla necessità di ANMIC di proiettarsi anche nel campo dello sport per persone con disabilità. La nostra associazione non può tralasciare questo settore, perché se siamo presenti nei campi del lavoro, della cultura e della scuola, lo sport non può stare in secondo piano. In questo ambito siamo ancora ad un livello base. Uisp opera da anni con efficacia ed intelligenza nel campo dello sport per disabili. Ha un'esperienza pluriennale e nel proprio dna ha l'attenzione per la qualità della vita delle persone. Perché attraverso lo sport la vita può migliorare. Quindi non poteva esserci partner migliore per noi».

Ma quali sono i primi obiettivi da raggiungere? «Gli accordi con i comitati territoriali Uisp, per cercare di proiettarci subito – prosegue Deggiovanni – nel lavoro concreto con le realtà presenti sui territori, da cui possono scaturire nuove proposte. Nel territorio di Ravenna stiamo lavorando sull'idea di una polisportiva targata ANMIC-UISP, che se anche dovesse partire con solo 4 o 5 persone sarebbe già un primo traguardo importante. La polisportiva, anche se sembra complessa, ha la possibilità di fare da nido per numerose nuove esperienze».

Oltre all'attenzione per lo sport, che tipo di lavoro sta affrontando Anmic in questo periodo? «Siamo in una fase di evoluzione, finalmente. La nostra è un'associazione – continua a spiegare il presidente ANMIC – che, in base al decreto del Presidente della Repubblica del 23 Dicembre 1978 che ci preserva come ente morale ma con personalità giuridica di diritto privato, ha non poche responsabilità, trattando tutti i tipi di disabilità. Ma il nostro impegno, essendo stato anche di tipo sindacale, ci ha investito in tutti i settori. E ci ha anche distratto dal campo sportivo. Per questo abbiamo bisogno di questa innovazione, in cui ci stiamo proiettando negli ultimi anni, con poca esperienza».

Ed ora avanti con il lavoro, nella speranza che Uisp possa rappresentare il giusto serbatoio di esperienza e di attenzione.

 

 

 

 

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