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Milano

Alla Camera passa il reddito di inclusione

Per il Forum del terzo settore, di cui l'Uisp fa parte, si tratta di una prima risposta politica alla crescita della povertà in Italia

"Si tratta di un momento storico e di importanza assoluta che segna un passaggio epocale per il nostro Paese e per le politiche sociali in Italia - ha dichiarato il portavoce del Forum nazionale del terzo settore, Pietro Barbieri, commentando l'approvazione alla Camera della delega sulla povertà che istituisce il Reddito di inclusione - E’ un passaggio fortemente voluto dal Forum e dall’Alleanza contro la povertà ed è anche una prima risposta politica del Governo e del Parlamento all’impegno di molti per il Reddito d’inclusione. Abbiamo riscontrato un’inedita attenzione di tutte le forze politiche, anche quelle di opposizione, al valore del provvedimento e all’urgenza di dotarci anche in Italia di una misura nazionale rivolta alla povertà assoluta, attenzione che auspichiamo si ripeta anche nel passaggio al Senato. Resta tuttavia il tema delle risorse; i dati allarmanti pubblicati ieri dall’Istat ci dicono che non abbiamo più tempo da perdere. Le persone e le famiglie in povertà sono troppe e i numeri continuano drammaticamente ad aumentare di anno in anno. Le risorse stanziate – il fondo approvato di un miliardo di euro – rappresentano certo una cifra importante, ma ancora non sufficiente per affrontare il problema nella sua complessità. E’ quindi doveroso prevedere lo stanziamento di risorse economiche che nel tempo arrivino a coprire non solo quel milione di persone ad oggi indicato, ma tutti i 4 milioni e mezzo di poveri assoluti. Ci auguriamo ora che i tempi di attuazione siano rapidi. Il nostro Paese ha bisogno di ritrovare la fiducia e rinsaldare la coesione sociale.”

I dati dell'Istat diffusi in questi giorni riferiscono che nel 2015 che le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta siano pari a 1 milione e 582 mila e gli individui a 4 milioni e 598 mila (il numero più alto dal 2005 a oggi). L'incidenza della povertà assoluta si mantiene sostanzialmente stabile sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglie, con variazioni annuali statisticamente non significative; cresce invece se misurata in termini di persone (7,6% della popolazione residente nel 2015, 6,8% nel 2014 e 7,3% nel 2013).

Questo andamento nel corso dell'ultimo anno si deve principalmente all'aumento della condizione di povertà assoluta tra le famiglie con quattro componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5%), soprattutto coppie con due figli (da 5,9 a 8,6%) e tra le famiglie di soli stranieri (da 23,4 a 28,3%), in media più numerose.

L'incidenza della povertà assoluta aumenta al Nord sia in termini di famiglie (da 4,2 del 2014 a 5,0%) sia di persone (da 5,7 a 6,7%) soprattutto per l'ampliarsi del fenomeno tra le famiglie di soli stranieri (da 24,0 a 32,1%). Segnali di peggioramento si registrano anche tra le famiglie che risiedono nei comuni centro di area metropolitana (l'incidenza aumenta da 5,3 del 2014 a 7,2%) e tra quelle con persona di riferimento tra i 45 e i 54 anni di età (da 6,0 a 7,5%).

L'incidenza di povertà assoluta diminuisce all'aumentare dell'età della persona di riferimento (il valore minimo, 4,0%, tra le famiglie con persona di riferimento ultrasessantaquattrenne) e del suo titolo di studio (se è almeno diplomata l'incidenza è poco più di un terzo di quella rilevata per chi ha al massimo la licenza elementare). Si amplia l'incidenza della povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento occupata (da 5,2 del 2014 a 6,1%), in particolare se operaio (da 9,7 a 11,7%). Rimane contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,9%) e ritirata dal lavoro (3,8%). (Fonte: Ufficio stampa Forum terzo settore)