Comitato Territoriale

Milano

Senza barriere. Senza muri. Senza discriminazioni

Per il secondo anno consecutivo, anche grazie al contributo del Comitato UISP di Milano, la solidarietà e la passione per lo sport hanno raggiunto i Territori Palestinesi.

Questo grazie soprattutto all'impegno della professoressa milanese Annalisa Portioli, che con grande generosità regala sorrisi e momenti di spensieratezza a centinaia di bambini.

Un legame quello tra UISP Milano e Palestina che vede ricorrere quest'anno  il decennale di una carovana sportiva, quella di Sport sotto l'assedio, che è rimasta nel cuore di tanti.

Di seguito il breve report delle attiviità svolte nel periodo di gennaio-febbraio di quest'anno.

Sono Annalisa Portioli, insegnante di scienze motorie del liceo scient Einstein di Milano. Per il secondo anno ho preso un periodo di aspettativa non retribuita, (gennaio e febbraio ) per seguire micro-progetti umanitari in Palestina. Dopo un mio intervento motorio come insegnante di educazione fisica nella scuola di gomme di KHAN AL AHMAR (dove gia' mi ero stata lo scorso anno per circa un mese), ho deciso di dedicare il mese di febbraio alla scuola di ABU HINDE, detta anche scuola di bambu', una delle altre scuole ristrutturate dalla Ong milanese VENTO DI TERRA. Mi sono quindi coordinata con il preside e gli altri insegnanti. Con il loro maestro di att ività motoria abbiamo incominciato a lavorare coi bambini delle 9 classi, (sono circa 140) e le mie attività sono entrate per questo periodo nell orario scolastico ordinario Comunicavo in inglese ed arabo. Per raggiungere il villaggio beduino dove e' situata la scuola dovevo spendere quasi 14 euro tutti i giorni. La scomodità dei passaggi nelle zone a controllo israeliano, ma soprattutto la strada bianca e sassosa, non rendeva facile trovare disponibili i service (piccoli pullmini privati). Per me era una sfida aggiuntiva (purtroppo comune a quella quotidiana vissuta dai palestinesi), ma mai avrei rinunciato a portare la mia esperienza e quel materiale ludico e sportivo che mi ero programmata portare nel mio progetto. Cosi ogni giorno acquistavo il necessario per svolgere le mie lezioni insieme al collega locale e lo portavo coi mezzi pubblici.

Ho insegnato pallavolo alle ragazze delle medie e sono intervenuta ad organizzare lezioni motorie e giochi sportivi soprattutto con le bambine spesso oco coinvolte nelle attività,per cultura o per abitudine. I maschietti giocando spesso a calcio le escludevano di fatto. Con cordicelle, cerchi, palloni di vario tipo ho avviato dei percorsi didattici- sportivi con tutti, maschi e femmine, cercando di migliorare la coordinazione, i riflessi, il rispetto delle regole, etc. collaborando sempre con il loro maestro di educazione fisica, il quale mi suggeriva il materiale necessario da portare ogni volta. Un mese e' un periodo breve, ma le mie possibilita' economiche erano molto ridotte essendo rimasta senza stipendio per 2 mesi. Alla fine del mese ho organizzato con i maestri un incontro di calcio che credo rimarra' epico, fra i ragazzi delle 2 scuole jahalin, quella di Khan al Ahmar (scuola di gomme ) e quella di Abu Hinde (scuola di bambu). Essendo distanti, per raggiungere un vero campo di calcio (presso l'Universita di Abu Dis) ho dovuto noleggiare 5 pulmini per tutta la mattina (fortunatamente il campo era offerto dall universita'). I ragazzi e i maestri stessi erano entusiasti di vederli giocare per la prima volta in un campo vero, visto che vivono fuori dal mondo, in valli deserte (NB Gli studenti delle due scuole gestite da Vento di Terra sono in prevalenza provenienti dalle comunità beduine locali). La partita e' stata fanatastica con una pioggia di gol...risultato 12-9 per i ragazzi di Khan al Ahmar... Ho individuato 2 ragazzi con talento e predisposizione ed ho comprato per loro 2 paia di vere ed originali scarpe di calcio. Uno aveva le lacrime agli occhi...basta cosi poco a farli felici. Vivono tutti con l'incubo della deportazione da parte di Israele che vuole portar via quelle terre e dichiararle aree militari per poi costruire gli insediamneti dai quali sono circondati e perseguitati. Vivono in baracche e spesso non hanno acqua ed elettricita' rubate dalle colonie vicine...un vero incubo.

Annalisa Portioli