Comitato Territoriale

Milano

Emergenza climatica sul nostro territorio: che fare?

Le piogge di questi giorni hanno provocato danni incalcolabili e vittime. L'Uisp al fianco della protezione civile. Parlano E. Maestrelli e S. Cannavò

Dissesto idrogeologico killer: che cosa fare ora? L’Uisp è in campo su due livelli: l’intervento di soccorso al fianco della protezione civile, con alcune associazioni sportive che si sono messe a disposizione sul territorio, e l’eleborazione che sin dagli anni ’80 ha affiancato il diritto allo sport alla tutela dell’ambiente.

“Nostri gruppi sportivi sono operativi già da alcuni giorni per affiancare il lavoro della protezione civile – dice Enrico Maestrelli, responsabile nazionale Subacquea Uisp – il gruppo Sub Montisola, sul lago d’Iseo, sta operando nella zona di Genova, il gruppo SeaScout di Oristano è attivo in una delle aree sarde maggiormente colpite dal maltempo, il Centro Subacqueo Iblei di Ragusa sta operando in stretto contatto con Uisp Sicilia. Il gruppo Orca Loca sub di Carrara era stato allertato nei giorni scorsi in Toscana, dove ora l’emergenza è rientrata nella quasi normalità, con il codice giallo”. La Struttura di attività Subacquea Uisp ha preso in esame le varie situazioni di emergenza nel corso del seminario nazionale che si è svolto a Bergamo dal 1 al 4 novembre.

Santino Cannavò, responsabile delle Politiche ambientali Uisp, prova ad approfondire quanto sta avvenendo nel nostro Paese: “Quello che era stato previsto nella Conferenza sul clima di Parigi nel dicembre 2015 si sta verificando. L’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi, possibilmente entro 1,5, va perseguito con decisione, se no sarà sempre peggio. I disastri ai quali stiamo assistendo nel nostro Paese ne sono la diretta conseguenza. Il livello attuale d’innalzamento è di 1 grado e dobbiamo convivere con esso. Il territorio si sta riorganizzando e servono politiche in linea con la sua difesa. Anche lo sport in ambiente naturale deve fare i conti con questi cambiamenti climatici e deve avviare una riflessione al proprio interno. La sostenibilità deve diventare la priorità: non è detto che le attività che erano praticabili alcuni anni fa lo siano ancora. Almeno nelle modalità che conosciamo. Serve mitigazione e adattamento. Ci troviamo di fronte ad improvvisi sbalzi: si passa da periodi di siccità ad altri di pioggia intensa. Per questo il tema della sicurezza diventa un’emergenza: anche costruzioni che sembravano sicure un paio di decenni fa, oggi non lo sono più. La stessa Pianura padana è a rischio”. (I.M.)