Comitato Territoriale

Milano

Frane e alluvioni, Maestrelli, Uisp: "Manca cultura della sicurezza"

Italia sott'acqua: l'ondata di maltempo che lo scorso week end si è abbatutta sul nostro paese ha lasciato dietro di sè lo sconcerto per le vittime travolte dal fango e dai detriti, e ha riportato l’attenzione sul rischio idrogeologico. Ne abbiamo parlato con Enrico Maestrelli, referente Uisp della protezione civile.

“Quando cadono dai 30 ai 50 ml di acqua e il terreno non è più abituato a riceverla per la continua cementificazione, per la scarsa manutenzione degli impianti fognari, o di torrenti e fiumare, quell’acqua anziché defluire, trova altre strade provocando smottamenti e frane. Al di là della cementificazione e dello scempio dei condoni che regolarizzano anche abitazioni costruite dove non si dovrebbe, in Italia manca una cultura della manutenzione ordinaria: nel 90% dei casi la normale amministrazione di messa in sicurezza del territorio viene disattesa. Laddove non c'è una rimpiantificazione della vegetazione a seguito degli incendi e laddove mancano reti di protezione, le tragedie sono dietro l’angolo".

In questi giorni sei stato in prima linea nel prestare soccorso a Massa, la tua città: qual è la situazione?
"Dal giorno dell’alluvione molti gruppi di volontari, tra cui quelli dell’Uisp, si sono dati da fare per prestare soccorso nelle zone colpite. In particolare alcuni sommozzatori della Lega attività subacquee Uisp, volontari di protezione civile opportunatamente formati, sono stati impiegati nella aree allagate e alluvionate per cercare i dispersi. Contiamo tra le nostra fila gruppi anche a Brescia, in Puglia e Sicilia. Ciò che abbiamo visto è lo sdegno per un epilogo, quello di Massa, che poteva essere evitato con interventi di messa in sicurezza di una montagna che già aveva dato segni di cedimento. D'altra parte il monitoraggio preventivo della casa che è venuta giù a Carrara, ha invece consentito di evacuare e salvare undici persone di quattro nuclei familiari diversi. In ambedue i casi c’è la presa di coscienza che il rischio di dissesto idrogeologico c’è, esiste, e dovrebbe essere valutato per tempo".

All'idomani dell'allarme "alluvioni" che ha colpito anche il sud, è partita in Calabria una campagna di prevenzione denominata "l'Operazione fiumi 2010". Iniziative del genere possono essere utili?
"In realtà la formazione andrebbe fatta in maniera mirata con esercitazioni pratiche che mettano la cittadinanza in condizioni di agire in caso di pericolo. Spesso si cavalca l’onda della psicosi collettiva senza considerare che l’addestramento di protezione civile andrebbe fatto spiegando fattivamente ai cittadini i comportamenti da adottare in caso di rischio, da quello sismico a quello idrogeologico, come il dove recarsi e il come muoversi in caso di calamità. Ogni Comune dovrebbe redigere un piano di protezione civile connesso al rischio specifico della propria zona: una campagna non basta laddove i comuni non realizzano quanto dovrebbero. L'Uisp invece da tempo si sta muovendo nella direzione di formare figure di volontari di protezione civile che operino sul territorio: come associazione di sportivi e cittadini abbiamo ampi margini per fornire un grande contributo sia in termini di energie che di strutture da mettere a disposizione o da attrezzare in caso d'emergenza. Il nostro impegno e quello di altre Leghe di attività Uisp si sta allargando sempre più e all'Aquila abbiamo dimostrato ampie capacità d'intervento".
(S.S.A.)