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Milano

La presenza Uisp alla Giornata internazionale del volontariato

Si è svolto a Roma l'evento promosso da Forum terzo settore, CsvNet e Caritas. "In Italia oltre un milione di volontari si occupano di sport sociale", parla V. Manco

“Quando le persone fanno la differenza” è questo il titolo scelto da Forum terzo settore, Csvnet e Caritas Italiana per celebrare la 33° Giornata del volontariato indetta dall'Onu. Oltre 200 rappresentanti del terzo settore si sono incontrati a Roma mercoledì 5 dicembre, nell'Aula Magna della Facoltà di Architettura di Roma Tre, per un confronto su un tema sempre attuale che oggi, alla luce delle novità introdotte dalla recente riforma del terzo settore, offre nuove chiavi di lettura, opportunità e sfide da esplorare. Il volontariato tiene unite le comunità e in ogni fase storica, non solo in quelle di maggiore crisi, è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale per la tenuta del paese e per la democrazia. 

A Roma c’era anche l’Uisp, con il presidente nazionale Vincenzo MancoGUARDA IL VIDEO con l’intervista a Manco 

“Lo sport sociale ha bisogno di interrogarsi, insieme a tutto il volontariato italiano, di fronte alle trasformazioni sociali, politiche e istituzionali che stiamo vivendo – ha detto Manco – la grande famiglia del volontariato è composta da sei milioni di volontari, di cui circa un milione e duecentomila riguardano lo sport sociale e l’associazionismo sportivo di base. Questo mondo vuole intervenire con la propria specificità, proponendo uno sport sociale che accorci le distanze tra centro e periferie, non solo fisiche ma anche culturali e sociali del paese, di fronte a povertà e disuguaglianze sociali crescenti. Lo vuole fare costruendo risposte per tornare ad essere protagonisti in questo difficile contesto”.

In apertura di giornata sono intervenuti Claudia Fiaschi, portavoce Forum terzo settore, StefanoTabò, presidente CSvnet e Francesco Marsico, responsabile dell'Area Nazionale di Caritas Italiana, offrendo una panoramica su cos’è il volontariato, dove e come vive nella società.

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“Con la Riforma del terzo settore – ha dichiarato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del terzo settore – il volontariato ha vinto perché il nuovo codice gli ha assegnato una funzione centrale e strategica per tutti gli enti di terzo settore riconoscendo l’azione di tutti i cittadini responsabili e solidali. Senza le persone l’iniziativa civica non esiste. Le persone sono il motore che fa partire tutto, la scintilla in grado di dare vita ad azioni collettive volte a rispondere con innovazione e creatività ai problemi delle comunità. La riforma del terzo settore – ha concluso Fiaschi – rilancia una nuova stagione di impegno civico e organizzato”.

E il tema delle sfide aperte dalla nuova normativa è stato ripreso in più occasioni durante la mattinata di celebrazione. “Una riforma – spiega Francesco Marsico, responsabile dell’area nazionale di Caritas italiana – che recepisce la liquidità del volontariato capace di convivere tra forme organizzative diverse, mantenendo una propria identità. Il volontariato di ieri era spesso militanza in forma associata, oggi è sempre più spesso esperienza in modalità destrutturata. Ci sono definizioni del passato che vanno maneggiate con cautela, come quella della ‘purezza del volontariato’. Dobbiamo pensare invece al compromesso come punto di partenza per l’azione. Il volontariato deve essere dentro ai processi e saper scendere a compromessi. Viviamo un tempo – conclude Marsico – in cui è impossibile capire cosa fare ma è importante essere al servizio dei processi che mettano al centro la persona più che occupare spazi”.

Costruire comunità resilienti, quindi, come indicato dall’Onu e ribadito da Stefano Tabò, presidente di CSVnetdurante il suo intervento, “aiuta ad aprirci al mondo e ci sollecita a fare qualcosa in più”. Ma la celebrazione del 5 dicembre a Roma è stata soprattutto un’occasione per riflettere sulla natura stessa della cultura del dono e dell’impegno gratuito. “La cultura del volontariato è unica: è un modo di essere della persona nell’ambito dei rapporti sociali, che esprime socialità e la arricchisce della dimensione del dono – continua Tabò. Questa modalità ha a che fare con il modello di cittadinanza che vogliamo perseguire e che dobbiamo valorizzare e tutelare con cautela”.

I lavori sono proseguiti con una tavola rotonda sul “Volontariato 4.0.”, per rispondere alle esigenze di una società che cambia in modo veloce e difficilmente decifrabile. Un processo veloce che ha investito anche il volontariato stesso che, come ribadito dal ricercatore dell’Università di Pisa Riccardo Guidi “deve guardare a queste trasformazioni se vuole diventare un fenomeno sempre più diffuso e popolare e non un’esperienza di pochi”.

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Presentati anche i dati del 1° rapporto sugli empori solidali realizzato da Caritas e Csvnet, i sempre più numerosi luoghi che permettono di dare risposte concrete ed omogenee a temi come la povertà alimentare, il recupero delle le eccedenze alimentari e l’aiuto a persone situazione di disagio economico. Ai dati illustrati da Monica Tola di Caritas e Stefano Trasatti di CSVnet, si sono aggiunte le storie dell’emporio di Oria, raccontata da don Alessandro Mayer, della rete ormai consolidata presente in Emilia-Romagna con Angela Artusi e l’esperienza di Verona con la referente Barbara Simoncelli.

GUARDA IL VIDEO-prima parte della tavola rotonda "Una grande storia di volontariato. Gli empori solidali in Italia"

GUARDA IL VIDEO-seconda parte della tavola rotonda "Una grande storia di volontariato. Gli empori solidali in Italia"

Sulla pagina Facebook del Giornale radio sociale è possibile trovare dirette e interviste

GUARDA IL VIDEO con il servizio del Tg1 Rai