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Milano

Legge sulla cittadinanza: quando la discussione in aula?

La campagna "L'Italia sono anch'io", della quale fa parte anche l'Uisp, chiede calendarizzazione legge cittadinanza
Una delegazione de L’Italia sono anch’io, di cui l'Uisp fa parte, e di Italiani senza cittadinanza è stata ricevuta giovedì 13 ottobre al Senato dalla presidente della commissione Affari Costituzionali Finocchiaro, dalla relatrice del ddl di riforma della cittadinanza Lo Moro e da altri parlamentari della commissione. La delegazione ha espresso "forte preoccupazione" per la mancata calendarizzazione del disegno di legge, approvato dalla Camera esattamente un anno fa e da allora fermo al Senato. E ha evidenziato il rischio che "se la discussione venisse rinviata a dopo il voto sul Referendum costituzionale, le sorti del ddl diventerebbero molto più incerte, visto l'influenza che quel voto avrà sulle sorti della legislatura e sugli equilibri politici". Ha dunque insistito perchè la discussione inizi immediatamente "per concludersi rapidamente con un voto positivo, che consentirebbe acirca un milione di giovani di origine straniera di acquisire finalmente la cittadinanza italiana". 

Il ddl licenziato dalla Camera presenta molte criticità e carenze sul tema delle naturalizzazioni (che non viene affrontato), sulle misure atte ad evitare la discrezionalità delle pubbliche amministrazioni nella valutazione delle singole richieste di cittadinanza, sull’introduzione della clausola del possesso, da parte di uno dei genitori, della Carta di lungo soggiornante, il cui rilascio è legato al reddito e alle dimensioni dell’abitazione, sulla normativa che riguarda i minori arrivati da piccoli in Italia. 

Per questo la campagna L’Italia sono anch’io ha scelto di sostenere l’iniziativa promossa dai giovani del gruppo Italiani senza cittadinanza a Napoli, Padova, Palermo, Reggio Emilia e Roma per chiedere che il Senato calendarizzi subito la discussione della riforma. Giovedì 13 ottobre molti giovani hanno manifestato con flash mob nel cuore delle nostre città indossando un lenzuolo bianco per esprimere simbolicamente l’ingiustizia di una legislazione che condanna migliaia di giovani cresciuti e/o nati nel nostro paese all’invisibilità non riconoscendoli come cittadini.

 

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