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Milano

L’importanza dello sport per contrastare la povertà educativa

Il report realizzato Con i Bambini e Open Polis, nell’ambito dell’Osservatorio sulla povertà, evidenzia il ruolo dell'attività motoria. Parla S. Farina

L'Osservatorio sulla povertà educativa ha realizzato un report, curato in collaborazione con "Con i bambini-Impresa sociale" e Fondazione Open Polis, su "L'importanza dello sport per i minori e i centri sportivi a Roma". "Quando si parla di contrasto alla povertà educativa - si legge nel report - i primi aspetti che vengono in mente sono la qualità dell’istruzione, la presenza dei servizi sociali, l’accessibilità dell’offerta culturale. Mentre è più raro associare questo concetto allo sport. La ragione è che, nel parlare comune, il concetto di sport viene spesso ridotto alla sua accezione più ristretta. Quella legata alla sola competizione agonistica. Oppure, finalizzata unicamente alle attività di tipo professionistico. Questo tipo di definizione è limitata per tutti, giovani e adulti".

“La ricerca di Open Polis per l’Osservatorio della povertà educativa è un riconoscimento indiretto di quello che l’Uisp ha fatto in tutti questi anni – dichiara Salvatore Farina, responsabile politiche per il terzo settore – quando afferma che ‘nel parlare comune il concetto di sport viene ridotto alla sua accezione più ristretta, legata alla competizione agonistica’, evidenzia un aspetto strettamente culturale che riguarda l’Italia e racchiude tutto quello che la nostra associazione dice da anni, in particolare da quando ha fatto il passaggio da sport popolare a sportpetutti. Inoltre, nel nostro Paese c’è anche un grande problema che riguarda il riconoscimento dello sport come una politica pubblica: infatti, non abbiamo ancora preso in considerazione e fatta nostra la Carta europea dello sport del 1992”.

La Carta europea del 1992 definisce lo sport come: “(…) qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”.

“Noi siamo sempre stati convinti e consapevoli che lo sport sia un mezzo per contrastare la povertà educativa – continua Farina - e nel report c’è scritto che ha la stessa importanza dell’istruzione, quindi questa ricerca realizzata insieme all’impresa sociale Con i bambini, deve dare a tutti noi che operiamo a livello nazionale e territoriale, la consapevolezza di quello che siamo. Abbiamo le carte in regola per essere attori protagonisti, insieme alle altre realtà del terzo settore, e non più subalterni e l’Uisp è pronta a misurarsi con questa sfida. Il bando per contrastare la povertà educativa è la prima misura economica che è stata messa a disposizione in Italia, quindi si sta ancora cercando il modello più idoneo ed efficace, ma l’Uisp deve esserci, perché ha le caratteristiche, i mezzi, le esperienze e le qualità, per stare al fianco degli altri attori sociali nella battaglia contro la povertà educativa”.

Dal punto di vista dei bambini e degli adolescenti, la pratica sportiva tocca aspetti ancora più cruciali. In primo luogo, riguarda il diritto del minore a uno stile di vita sano e a uno sviluppo fisico equilibrato. Ma anche la possibilità di sviluppare la propria personalità e accrescere l’autostima di ragazze e ragazzi. Inoltre, può aiutare a instaurare relazioni interpersonali, con adulti e minori, all’interno di un contesto di gioco.

La Commissione europea, nel Libro bianco sullo sport del 2007, ha sottolineato come il tempo dedicato alla pratica sportiva generi benefici per il minore non solo in termini di salute, ma anche sul piano dell’istruzione. Perciò la letteratura e i documenti ufficiali sui diritti dei minori insistono molto sulla necessità di garantire a bambini e ragazzi l’accesso a queste attività. A prescindere dalla condizione sociale del nucleo familiare dal quale provengono. Nelle raccomandazioni della Commissione europea del febbraio 2013 “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”, vengono indicate come cruciali queste sfide:

• eliminare gli ostacoli legati al costo, all’accessibilità e alle differenze culturali nella partecipazione ad attività ludiche, sportive, ricreative dei minori fuori dalla scuola;
• prevedere luoghi sicuri per svolgere queste attività;
• coinvolgimento in primis delle famiglie, ma anche di scuole, istituzioni e comunità locali".

Per leggere il report "L’importanza dello sport per i minori e i centri sportivi a Roma" clicca qui