Comitato Territoriale

Milano

L’Uisp contro la corruzione e per l’uso sociale dei beni confiscati. Firma anche tu

Fino a domenica 12 dicembre, da Aosta a Trapani in oltre 300 luoghi sarà possibile firmare la cartolina appello. L’Uisp e Peace Games invitano i soci, i praticanti, i volontari e i dirigenti, le società sportive e i circoli a firmare, cliccando qui.

“Corrotti per il bene comune restituiscano cio' che hanno rubato”: è questo il titolo della campagna. E la modalità scelta da Libera e Avviso Pubblico e' semplice e diretta scrivendo una cartolina da leggere, condividere e firmare da inviare direttamente al Presidente della Repubblica quale garante della Costituzione. L'Appello si rivolge al Presidente della Repubblica per chiedere di intervenire, nei modi che riterrà più opportuni, affinché governo e parlamento adeguino il nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione, a partire da quelle stabilite dalla Convenzione di Strasburgo del 1999. E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti dai corrotti al bene comune.

Un obiettivo importante, un segnale di responsabilità e di fiducia : raccogliere tante firme, un milione e mezzo , più di quelle che 15 anni fa, Libera mise insieme per sostenere l’approvazione della legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. E sono già tantissime le iniziative per raggiungere l'obiettivo del milione e mezzo di cartoline. Avviso Pubblico chiedera' a tutti i Consigli Comunali, Provinciali e Regionali di approvare un ordine del giorno per impegnarsi a promuovere la campagna. Il 9 dicembre in occasione della Giornata Internazionale contro la Corruzione, il network Flare, la rete internazionale di Libera, organizza una due giorni a Bruxelles, all'interno del Parlamento Europeo con la partecipazione di migliaia di giovani di tutte le nazioni e di rappresentanti della Commissione Europea per sensibilizzare l'Europa sul contrasto alla criminalità organizzata transnazionale e la corruzione.

La corruzione - spiegano in una nota Libera e Avviso Pubblico- minaccia il prestigio e la credibilità delle Istituzioni, inquina e distorce gravemente l'economia, sottrae risorse destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura democratica. Ogni anno nel nostro Paese, secondo le stime della Corte dei Conti, la corruzione costa ai cittadini tra i 50 e i 60 miliardi di euro. E’ una tassa occulta, che trasforma risorse pubbliche, destinate a servizi e opere, in profitti illeciti. E’ come se ogni italiano fosse costretto a versare 1.000 euro l’anno nelle casse del malaffare e dell’illegalità. Una zavorra ancora più insopportabile in una fase di crisi economica e di tagli alla spesa dello Stato. Secondo l’ultimo rapporto di Transparency international, il nostro Paese è al 67° posto per trasparenza nelle decisioni pubbliche, il livello più basso dal 1995. E il sondaggio effettuato da Eurobarometro nel 2009 ha rivelato che il 17% degli italiani si è sentito chiedere una tangente, quasi il doppio della media europea (9%). L’intero valore dei beni sequestrati e confiscati alla mafia negli ultimi due anni (18 miliardi) non basta a coprire neppure un quinto di ciò è stato contemporaneamente sottratto ai cittadini come costo della corruzione. Per ogni euro intercettato alla mafia e restituito allo Stato negli ultimi due anni, sono almeno 5, in media, quelli movimentati nell'ombra e sottratti dalle tasche degli italiani.

La corruzione dilaga e la giustizia arretra. Il numero delle condanne definitive è crollato:erano state, tra corruzione e concussione, 512 nel 2001; sono diventate 255 nel 2008, poco meno della metà. E’ la conseguenza di un fenomeno ancora più grave: il ritorno dell’omertà che lega corruttore e corrotto. La stagione di “Mani pulite” sembra ormai dimenticata: nell’anno giudiziario 1992/93, soltanto nel distretto della Corte di Appello di Milano si contavano circa 2.000 denunce per corruzione e concussione; in quello 2008/09 sono state 120, appena il 6%. In questi anni sono state spuntate le armi con cui la magistratura può indagare. Il delitto di falso in bilancio, attraverso il quale si potevano scoprire i fondi neri destinati a corrompere funzionari pubblici, sostanzialmente non esiste più: nel 2001 le condanne definitive erano state 419, nel 2008 sono state 69 di cui 57 sanzionate come semplici contravvenzioni. Davanti a queste cifre bisogna reagire. E bisogna farlo rapidamente. E' lo scopo della campagna lanciata da Libera e Avviso Pubblico e raccolta da molte associazioni, tra le quali l’Uisp. Si chiedono cose semplici. In primis di ratificare le convenzioni internazionali che l’Italia non ha ancora ratificato. A cominciare dalla Convenzione di Strasburgo, del 1999, che prevede l’introduzione nel nostro codice penale di delitti importanti, come il traffico di influenze illecite (cioè la corruzione realizzata con favori e regali invece che con la classica mazzetta), la corruzione tra privati, l’auto riciclaggio.
Sarebbe estremamente utile, modificare i termini di prescrizione, oggi troppo brevi, prevedere la possibilità di operazioni sotto copertura e introdurre la figura del collaboratore di giustizia per i reati di corruzione, come avviene per quelli di mafia. Allo stesso modo è fondamentale aggredire le ricchezze accumulate dai corrotti, confiscandone i beni e dando concreta attuazione alle norme già inserite nella legge Finanziaria del 2007, che ne prevedono l’uso sociale, come già avviene per quelli sottratti ai clan. Un milione e mezzo di cartoline per seppellire il male della corruzione. Una firma per un segnale chiaro e forte contro l'illegalita.

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